San Francesco di Paola pensaci tu a salvare il Sud che rischia di diventare un buco nero nella mappa della geopolitica mediterranea, scaraventato nel baratro del sottosviluppo, della catalessi demografica, della devastione migratoria, dello sfruttamento petrolifero dei propri mari, della deturpazione eolica dei propri meravigliosi paesaggi. Ora pro nobis, pregano in silenzio sui propri profili facebook i tanti gruppi che si richiamano all’orgoglio tradito, vilipeso e sbeffeggiato di un’eterma e insolubile questione meridionale. Il santo a cui votarsi alla prossime elezioni. Si proprio lui, il padre del giardino dei semplici e delle sue erbe, il protettore dei vegani, San Francesco da Paola, ritratto e ripreso in un mini colossal, un documentario dove la sua gloria torna a sfidare il mondo con rinnovato zelo e apostolato. Nato nel 1416, ricadendo proprio in quest’anno il seicentenario dalla sua nascita, nel film si fa panegirico di vita, opere e miracoli di Francesco il santo sudista dallo sguardo globalista, tracciandone la storia dalla fondazione dell’Ordine che avvenne con la costituzione Decet nos, a San Lucido il 30 novembre 1471, apprezzandone l’agire miracoloso, anche rinfrescando lo stile narrativo. Tanto che il documentario riesce a fornisce una più consona ricostruzione degli eventi essenziali dell’esistenza di San Francesco, dichiarato patrono della gente del mare da Pio XII il 27 marzo 1943, in memoria del 4 aprile 1464, quando accompagnato dal confratello il milazzese Francesco Maiorano, partendo da Catona di Reggio Calabria, attraversa lo Stretto sul suo mantello come scafo e vela e il bastone come albero maestro, raggiungendo la Sicilia. Dall’angolo per il ritrovo delle truppe della nostalgia neo-borbonica, dal punto dove più nitido si ascolta l’eco della voce indomita e antica di questa specie di Grillo ante-litteram, esempio mediterraneo e futura del Santo che fu Patrono del Regno delle Due Sicilie che ancora tiene il titolo di copatrono insieme a San Gennaro della città di Napoli, torna sullo schermo un uomo ancora leader in termini di gradimento nella devozione mondiale ma sopratutto meridionale, partenopea, borbonica, sudista. Prendendosi subito una prima rivincita: il privilegio di essere ‘protagonista’ in un film a lui tutto dedicato. La star, la stella che brilla nel firmamento del cinema italiano e internazionale. Forse da qui comincia il suo revival?
_vitobarresi@DirettoreCamBio
C'è un posto dove la vita dei santi diventa storia, suggestione, persino emozione di quel sud che amiamo che mai ritroviamo? Quel luogo che la Calabria ha sognato da sempre, quel punto che permette nell'idea e nei desideri di essere davvero al centro di un mondo che rischia di essere definitivamente cancellato dalla fuga dei giovani, dalla desertificazione demografica e dal sottosviluppo economico e sociale, il contesto dove i meridionali attendono di farsi specchio nello sguardo degli umili e dei potenti, è a Paola, provincia di Cosenza, sul picco che guarda il tirreno dove sorge il Santuario di San Francesco da Paola.
Perchè in fondo tra gli straordinari miracoli di San Francesco di Paola ci sono davvero punti dove la Calabria non sarà mai più cancellata dalle geografie e dalle memorie. Luoghi dedicati a tutti i calabresi anche a coloro che non lo sanno, dove si respira tutta la diversità, nobile e plebea, santa e dannata, di una terra per molti aspetti ancora misteriosa e incompresa dal resto del Paese.
Legati strettamente per ecologia di storia e territorio a quello della Basilica che vanta il titolo di San Francesco di Paola, al centro della più bella e grande agorà delll'intero Mediterraneo, il cuore pulsante della grande Napoli, piazza Plebiscito.
Una storia molto curiosa, il compimento di una profezia fatta da San Francesco di Paola mentre era ancora in vita. Il santo calabrese quando era ospite del convento di San Giovanni a Lampades che occupava gran parte dello spazio dove oggi si trova la Basilica, avrebbe preannunciato a Ferrante d'Aragona, con ben quattro secoli d’anticipo, che in quel posto un giorno sarebbe stata edificata una chiesa e che quello spiazzo, sul quale si affacciavano molti conventi e monasteri, sarebbe diventato il più ampio e importante della città. Costruita per volere di un re, Ferdinando IV di Borbone nell’emiciclo della celebre Piazza la Basilica di San Francesco di Paola è lo stemma sontuoso e magico di una capitale che resta nel profondo del vissuto dei calabresi e di tutti i popoli del mediterraneo.
Nell’anno del VI centenario della nascita del santo taumaturgo, che Giovanni XXIII nel 1962 volle dichiarare patrono della Calabria, il docu-film attraversa il periodo in cui egli visse in Calabria, dalla nascita il 27 marzo 1416 alla partenza per la Francia nel 1483, inviato da Sisto IV alla corte di Luigi XI, affetto da grave malattia e desideroso di godere della sua intercessione. Ben 67 anni nei quali la Calabria attraversa una fase oscura sia nella Chiesa che nella società, ritrovandosi comunque cenni, fermenti e focolai di cambiamento e innovazione nei movimenti dei fraticelli e dei gioachimiti.
Tanto che assieme ai suoi seguaci e ai devoti anche i vari movimenti neo borbonici, al momento molto virtuali, avvertino il soffio di un nuovo slancio. Affiancando ai soli mezzi della parola scritta sui social network, le più incisive e persuasive tecniche dell’arte cinematografica.
Saint Francis of Paola superstar. A film about the patron saint of the revival of the Kingdom of the Two Sicilies - San Francesco di Paola you take care to save the South which could become a black hole in the geopolitical map of the Mediterranean, thrown into the abyss of underdevelopment, of the demographic cataplexy, migratory devastione, of oil exploitation of its seas, the wind disfigurement of its wonderful landscapes. Ora pro nobis, pray in silence on their facebook profiles the many groups that appeal to pride betrayed, scorned and mocked by un'eterma and insoluble Southern question. The saint who devote themselves to the next election. It's him, the father of the simple garden and its herbs, the protector of vegans, San Francesco da Paola that in a mini blockbuster, a documentary that he is to challenge the world with renewed strength and apostolate. Born in 1416, falling back in this very year the seicentenario its inception, the film returns to admire life, works and miracles of Francis the southern gaze globalist, tracing the history of the foundation that came with the constitution Decet nos , in San Lucido 30 November 1471 for the archbishop decree of Cosenza Pirro Caracciolo, appreciating the miraculous act, even with refreshed narrative style. So much so that the documentary manages to provide a more suitable reconstruction of the essential events of life of St. Francis, declared patron of seafarers by Pius XII March 27, 1943, in memory of 4 April 1464, when accompanied by the brother Milazzo Francesco Maiorano , starting from Catona di Reggio Calabria, across the Strait on his cloak as hull and sail and the stick as a mast, reaching Sicily. From the corner to the meeting place of the neo-nostalgic Bourbon troops, from the point where the more you listen to the echo of the voice untamed and ancient, Mediterranean and the future of the saint who was patron of the Kingdom of the Two Sicilies, and still holds the title of co-patron along with San Gennaro Naples city, back on the screen a saint still leading with its world devotion but mostly Southern, Naples, Bourbon, Southern. Taking a first rematch, the distinction of being 'starred' in a film dedicated to him around, the star, the star that shines in the firmament of Italian and international cinema. _vitobarresi @ DirettoreCamBio