CAMBIO | Tim Cook. Nessuno tocchi il suo telefonino



Ecco la favola del Gigante e del suo telefonino. Può di fronte alla legge di tutti che ha valore universale e mai particolare, una grande impresa capitalista, uno stemma commerciale e consumistico della vita moderna, autoproclamare l’invulnerabilità e l'inviolabilità dei propri prodotti, dunque una specie di sacrosanctitas degli oggetti, come fosse la suprema divinità di una nuova religione, il tabù su cui si basa una nuova civiltà, cioè dichiararsi al di sopra di ogni sospetto e sottrasi di conseguenza a ogni norma di giustizia? Sicuramente la data del 16 febbraio 2016 resterà memorabile negli annali della storia politica e giudiziaria degli Stati Uniti per un ‘messaggio ai nostri clienti’ che già da subito avverte la più vasta platea della democrazia più potente e grande del mondo moderno che di per sé non ha nulla di meramente commerciale.Se non che sia stato firmato dall’Ad della Apple Tim Cook, al comando di una tra le più gigantesche aziende dell'ultra capitalismo della tecnologia, dell’informatica e della comunicazione. Tim Park chiamato a collaborare con la legge federale ha risposto da par suo con un atto di platea disobbedienza all’ordine del Governo degli Stati Uniti che ha chiesto al colosso planetario dei computer di fare un passo senza precedenti nella sua storia aziendale, assumere un comportamento, effettuare un gesto conseguente che minaccerebbe immediatamente non solo la sicurezza dei propri clienti di telefonini ma anche l’immagine, il brand e l’etica di un mito d’oggi, il colosso dei nuovi desideri dell’epoca post moderna. Come sempre, come in un film, c’era una volta l’America del passato ma è quella dell’attualità che ci sorprende in piena epoca di guerra al terrorismo e al diabolico nemico dell’Isis, con l’emergere conflittuale e dialettico di contraddizioni che insorgono in senso all’evoluzione impressionante delle tecnologie, del costume sociale e dei cambiamenti giuridici e relazionali che un poderoso,inimmaginale e irrefrenabile sviluppo della technè sta inesorabilmente determinando. Le parole che leggiamo nella lettera di Tim Cook hanno forse lo stesso impatto di quelle che si scrivevano un tempo ormai lontano sulle pagine gloriose del Federalist che dettarono la linee dell’indipendentismo americano e della formazione di una nuova società, una nazione che meravigliò il Tocqueville, a seguito del Montesquieu, per la innovativa e originale concezione delle basi morali e sociali della democrazia e dello spirito della legge? Nel frattempo di dare una risposta alla storia esse pongono in faccia al popolo della globalizzazione che usa i prodotti Apple e ne gode anche dal punto di visto del fashion e dello status symbol, una tenaglia di antitesi impressionanti, persino brutalmente violenta sul tema spinoso e infuocato della tutela della privacy, della sicurezza, della libertà, dei diritti alla giustizia e degli interessi dell’impresa capitalistica. Ma anche il tema della sovradeterminazione, o della surrettizia surfetazione, della potenza ultra capitalista privata e strettamente personale quanto azionaria rispetto alle regole di garanzia e di gioco di spiccata impronta pubblica, collettiva, dunque di potere e cogenza generale e non invece esclusivista. Da qui scaturisce la decisiva rilevanza dello scontro che oppone Apple a un giudice federale americano che ha ordinato al gigante di Cupertino di forzare il codice criptato dell’Iphone5 dell’attentatore di San Bernardino Syed Farook che con la moglie ha ucciso senza alcuna pietà ben quattordici persone. L’Fbi si è rivolta a un giudice perché i contenuti dell’iphone 5 dell’attentatore sono protetti da una password e gli investigatori possono solo provare dieci combinazioni prima che vengano automaticamente distrutti. Di seguito la lettera Customer di Tim Cook. (_vitobarresi@DirettoreCamBio)





Tim Cook (@tim_cook) | Twitter




“Il governo degli Stati Uniti ha chiesto ad Apple di fare un passo senza precedenti, un passo che a nostro avviso mette a rischio la sicurezza dei nostri utenti. Noi ci siamo opposti a questa richiesta, poiché avrebbe ripercussioni molto più ampie rispetto al caso giudiziario in questione. Avvenimenti di questo tipo richiedono l’apertura di un confronto pubblico e noi pensiamo che i nostri clienti e tutti i cittadini del nostro paese comprendano fino in fondo quanto sta esattamente in gioco.

La necessità della cifratura

Gli smartphone, a cominciare dall’iPhone, sono diventati una parte essenziale e irrinunciabile della nostra vita. Gli utenti li utilizzano per archiviare una quantità incredibile di informazioni personali, le nostre conversazioni private, le foto, la musica, le annotazioni, agenda e contatti, dati riguardanti soldi e salute, anche dove siamo stati e dove saremo. Tutti questi dati vanno protetti da hacker e criminali che puntano ad avere accesso alle nostre informazioni per impadronirsene e servirsene a nostra insaputa e senza consenso. I clienti contano sul fatto che Apple e altre aziende tecnologiche facciano tutta la parte che gli compete per tutelare i dati personali, e noi della Apple ci siamo impegnati fino in fondo a tutelarli . Mettere a repentaglio la sicurezza delle nostre informazioni personali significa a mettere a rischio la nostra stessa sicurezza. Ecco perché la cifratura è un aspetto cruciale del nostro lavoro. Per molti anni, abbiamo utilizzato il criptaggio per proteggere i dati personali dei nostri clienti, perché siamo convinti che questo sia l’unico modo per la sicurezza. Abbiamo deciso anche di memorizzare questi dati fuori dalla nostra stessa capacità di accesso, perché siamo convinti che il contenuto del vostro iPhone non ci possa interessare in alcun modo.

Il caso di San Bernardino

Come tutti i cittadini di questo paese, anche noi siamo rimasti sconvolti dal barbaro delitto di San Bernardino. Soffriamo anche noi la perdita di vite umane e invochaimo giustizia per tutte le vittime. Nei giorni successivi al massacro, l’FBI ha chiesto il nostro aiuto, e noi abbiamo lavorato giorno e notte per collaborare con lo stato per risolvere questo crimine agghiacciante. Non abbiamo alcuna simpatia per i terroristi. Quando l’FBI ci ha ingiunto di consegnare i dati in nostro possesso, li abbiamo forniti. Apple ha rispettato i mandati di comparizione e di perquisizione, anche nel caso di San Bernardino. Abbiamo inoltre messo a disposizione dell’FBI i nostri ingegneri per fornire assistenza, dato il nostro apporto alle tante ipotesi investigative degli inquirenti. Con il massimo rispetto per i professionisti dell’FBI siamo certi della positività delle loro intenzioni. Fino a qusto punto, abbiamo fatto tutto quanto è stato in nostro potere di fare, entro i limiti della legge. Adesso però il governo americano ci chiede qualcosa che noi non abbiamo, qualcosa che secondo noi presenta un rischio elevatissimo: ci chiede di installare una porta di servizio al nostro iPhone, la cosiddetta backdoor. Per scendere nei particolari, l’FBI vorrebbe da noi una nuova versione del sistema operativo dell’iPhone per aggirare alcune importanti funzioni di sicurezza, per installarla sull’iPhone che è stato recuperato nel corso delle indagini. Nelle mani sbagliate, questo software – che per altro non esiste al momento – avrebbe la capacità di sbloccare qualunque iPhone che cade nelle mani di qualcuno. L’FBI utilizza parole diverse per definire questo strumento, ma la realtà è questa: progettare e produrre una versione di iOS in grado di aggirare le funzioni di sicurezza equivale nei fatti a installare una porta di accesso secondaria. E mentre il governo sostiene che il suo utilizzo sarebbe limitato a quest’unico caso, non abbiamo alcun modo per garantire tale controllo.

La minaccia alla sicurezza dei dati

Taluni ritengono che costruire una porta di servizio per un unico iPhone rappresenterebbe la soluzione semplice e ben delimitata. Ma chi lo sostiene ignora sia le basi della sicurezza digitale che le possibili conseguenze di ciò che il governo chiede. Nel mondo digitalizzato contemporaneo, la “chiave” di un sistema di criptaggio è quell’informazione che sblocca i dati, e la sua sicurezza dipende dalle protezioni da cui è stata dotata. Una volta conosciuta questa informazione, o non appena viene svlato il modo per aggirare il codice, il criptaggio potrà essere annullato da chiunque sia in possesso di quel grimaldello. Il governo afferma che tale strumento sarà utilizzato un’unica volta, su un solo iPhone. Ma non è vero. Una volta elaborata, la tecnica potrebbe essere riprodotta in modo illimitato, su un numero infinito di apparecchi. Nella realtà concreta, sarebbe come avere un passe-partout, o chiave primaria, capace di scassinare migliaia di serrature – dalle banche ai ristoranti, dai negozi alle case private. Nessuno può accettare una simile ipotesi. Il governo chiede ad Apple di violare i telefoni dei nostri stessi utenti e di annullare decenni di innovazioni nel campo della sicurezza a protezione dei nostri clienti – tra cui decine di milioni di cittadini americani – dagli attacchi di sofisticati hacker e di cyber criminali. Gli stessi ingegneri che hanno inserito nell’iPhone tali potenti sistemi di criptaggio per proteggere gli utenti si vedrebbero costretti, paradossalmente, a indebolire quelle protezioni e a mettere a rischio la loro sicurezza. Nella nostra storia non esiste precedente di un’impresa americana alla quale venga chiesto di esporre i suoi clienti al pericolo di attacchi informatici. Per anni, i crittologi e gli esperti di sicurezza nazionale ci hanno ammonito dei pericoli in agguato per le falle nei sistemi di criptaggio. Acconsentire alla richiesta del governo significherebbe danneggiare unicamente i cittadini che rispettano la legge che hanno fiducia della Apple per la protezione dei loro dati. Hacker e criminali continueranno a criptare, utilizzando gli strumenti a loro disposizione.

Un precedente pericoloso

Anziché seguire il percorso legislativo attraverso il Congresso, l’FBI afferma di appellarsi all’All Writs Act del 1789 per ottenere l’espansione del suo raggio di azione. Il governo chiede di annullare funzioni di sicurezza e aggiungerne di nuove al sistema operativo, consentendo di inserire un codice elettronicamente. Questo permetterebbe di “forzare” l’accesso ai dati di un iPhone, tramite la selezione di migliaia o milioni di combinazioni alla velocità di un moderno computer. I possibili effetti della richiesta del governo americano sono spaventose. Se il governo può ricorrere all’All Writs Act per sbloccare il vostro iPhone, allora potrà inserirsi negli smartphone di chiunque per catturare i loro dati. Il governo potrebbe imporre questa violazione della privacy e ordinare ad Apple di produrre un software di sorveglianza per intercettare i vostri messaggi, carpire i vostri dati sanitari o finanziari, scoprire dove vi trovate, e persino catturare suoni e immagini a vostra insaputa. La nostra opposizione agli ordini del governo non è stata una scelta facile. Noi abbiamo il dovere di far sentire la nostra voce davanti a quello che giudichiamo un eccesso dei poteri da parte del governo americano. Se impugniamo le richieste dell’FBI, lo facciamo con il massimo rispetto per la democrazia americana e per amore del nostro paese. Noi crediamo fermamente che è negli interessi di tutti fare un passo indietro e riflettere sulle possibili ricadute. Per quanto convinti della positività delle intenzioni dell’FBI, considerriamo sbagliato che il governo ci imponga di creare una backdoor nei nostri prodotti mobile, perché temiamo giustamente che questa richiesta va a minacciare quelle stesse libertà che il nostro governo ha il compito e il dovere di tutelare.”


Tim Cook. No one touches her mobile phone - Here is the story of the Giant and his mobile. Can before the law of all that has universal value and never particular, a large capitalist enterprise, a commercial and consumerist emblem of modern life, self-appointed invulnerability of its products, as was the supreme deity of a new religion, the taboo of which builds a new civilization, that is, declare themselves above all suspicion and sottrasi consequently every rule of justice? Surely the date of February 16, 2016 will remain memorable in the annals of political history and the United States for a judicial 'message to our customers' already immediately warns the widest audience most powerful democracy and the largest of the modern world which in itself does not It has nothing merely commerciale.Se not that it was signed by the CEO of Apple Tim Cook, commanding one of the most gigantic enterprises of the ultra capitalism of technology, information and communication. Tim Park called to comply with federal law addresses for his part in an act of disobedience to the order of the audience the United States Government which asked the planetary giant computer to make an unprecedented step in its corporate history, taking behavior , make a subsequent gesture that immediately threaten not only the security of its customers but also the image of mobile phones, the brand and the ethics of a myth today, the colossus of the new desires of the modern post. As always, like in a movie, there was once America of the past but is of actuality that surprises us in the heyday of the war on terrorism and the evil enemy Isis, with the emergence of conflict and dialectical contradictions that arise in the sense impressive evolution of technology, social customs and legal and relational changes that a powerful, inimmaginale and irresistible rise of technè is inexorably leading. The words we read in the letter to Tim Cook might have the same impact as those who wrote a now distant time of the glorious pages of The Federalist that dictated the American of indipendentism lines and the formation of a new society, a nation that Tocqueville marveled at the , following Montesquieu, for innovative and original conception of the moral and social foundations of democracy and the spirit of the law? In the meantime to answer to history they pose to the people in the face of globalization who uses Apple products, and they also enjoy from the point of view of fashion and status symbol, a vice impressive antithesis, even brutally violent and fiery on the thorny issue the protection of privacy, security, freedom, rights to justice and the interests of capitalist enterprise. But also the issue of over-determination, or the surreptitious surfetazione, the private capitalist power and ultra strictly personal equity as compared to the warranty rules and strong public impression of the game, collective, therefore, power and general cogency and not rather exclusivist. From this flows the decisive importance of the clash that pits Apple in a US federal judge who ordered the Cupertino giant to force the encrypted code dell'Iphone5 attacker San Bernardino Syed Farook who with his wife has killed without any mercy fourteen people. The FBI has turned to a court because the contents of the iPhone 5 of the aggressor are protected by a password and investigators can only try ten combinations before they are automatically destroyed. Below the letter Customer Tim Cook. _vitobarresi @ DirettoreCamBio