CAMBIO | Renzi il più illustre figliastro della Repubblica nella trappola della step child

Vero sarebbe che nei circoli europei i riflettori sono puntati e le domande si aggregano fondamentalmente attorno al sospetto che l’epoca del 'dominato' disposto di Matteo Renzi sul Parlamento e sulla politica italiana sia verso il declino. Il Senato, che come si sa da molti millenni è a Roma un’istituzione invulnerabile, è anche il luogo in cui consoli, tribuni e imperatori hanno perso la testa, vittime di guerriglie e congiure che quasi sempre avvenivano quando i dittatori o i regnanti, allontanatosi dalla linea del pomerio, stavano fuori dal suolo patrio come è accaduto al premier italiano sorpreso in Argentina dal brusco no dell’aula senatoriale ai suoi voleri da cangurino ai piedi. Bella la vita e curiosa la parabola di Renzi la cui carriera istituzionale nacque proprio come applicazione, certo non creativa ma bizantina e decadente da parte del suo padre adottivo Giorgio Napolitano, dell’antico istituto di diritto romano, quell’adozione che permetteva di far salva la clausola repubblicana della scelta e della cooptazione al potere evitando la nefasta e sfacciata trappola della successione per discendenza al trono e dell’ereditarietà. Finita la lunga luna di miele goduta dall’adottato, quel soffuso clima da tinello arredato tra un salotto nobiliare e il decò alto borghese in cui il bel fiorentino di sesso maschile si è visto sostenere nelle spese economiche necessarie al suo allevamento, al solo fine pubblico di garantire la persistenza della stirpe post comunista e post democristiana, paradossalmente proprio su un tema come la famiglia, il matrimonio, le unioni civili e l’adozione del figliastro, propagandata con l’anglismo di step child, sono cominciati i problemi per il più illustre figliastro della Repubblica. Da qui i musi lunghi, lo spettro dei corvi che gracchiano e svolazzano attorno alla finestra di Palazzo Chigi. Pessimi presagi? L’esercito di Renzi che era partito come un razzo all’inizio dell’anno, a gennaio si è mosso compatto contro il Movimento di Grillo accusandolo a freddo di inquinamento camorrista, a febbraio con altrettanto vigore all’attacco della Regione Lombardia dell’ex ministro degli interni Maroni e contro la Lega di Salvini incolpata di mazzette e corruzione, passando sempre dai dossier in mano a Raffaele Cantone, a capo di una Magistratura Speciale alle dirette dipendenze dell’esecutivo, nonostante il caso forse unico al mondo in cui chi governa è sempre pulito e chi si oppone è sempre sporco, non sfonda sulla linea del Piave delle Unioni Civili. Che cosa sta succedendo tra le truppe fedelissime del figlio della step child partitica italiana, che sembrano cadute improvvisamente nell’astenia politica di una vera e propria sindrome dell’assedio?


_vitobarresi@DirettoreCamBio


A dire di Alessandro Di Battista, membro del direttorio del M5S le cose per Renzi non sarebbero più facili come quando giocava a pallacorda nel giardino del Quirinale. Per cui racconta in una sua dichiarazione che “il Pd è in terribile difficoltà e al posto di accusare se stesso ed ammettere i propri fallimenti, incolpa il M5S. Senza la stampa compiacente si sarebbe aperta una crisi di governo. Senatori e deputati del Pd invece di protestare e attaccare il M5S, andate al Nazareno e chiedete a Renzi di mettere la fiducia. Tanto Renzi la fiducia la mette su tutto, anche sulla legge elettorale come ha fatto soltanto Mussolini".

Da qui il pericoloso inclinarsi del focus europeo, lo scandaglio dei centri di osservazione politica internazionale, che passa dalla soddisfazione per aver saputo attivare i punti di forza, quelli che hanno permesso a Renzi di disancagliarsi dalle logiche di Monti e del governo tecnico, e poi da quelle più insidiose per lui di Enrico Letta, che hanno consentito il fuoco fatuo delle sue smaglianti prestazioni, alla rigorosa disamina dei punti di debolezza che sono davvero tanti e sempre più preoccupanti e vistosi.

A capo di una sinistra evanescente che adesso minaccia di svelare al grande pubblico e agli elettori di essere anche una sinistra irriconciliabile e divisa, incapace di presentarsi unita persino alle prossime elezioni comunali, appare sempre più chiaro che la macchina che era stata messa a punto da Renzi potrebbe improvvisamente incepparsi a ogni difficoltà. Da qui la farraginosità, la rigidezza nelle sue risposte.

L’apparato di Renzi che di giorno in giorno sta crescendo a dismisura e in maniera elefantiaca tra nomine e assegnazione di posti chiave nel sotto bosco degli apparati dello stato e delle aziende pubbliche, mancherebbe di freschezza e flessibilità.

Tutto questo fa salire il grado di indecisionalità che è tipico della personalità di Renzi, politicamente incline a temporeggiare, sempre tentato al rinvio in tempi più adatti per la sua ultima e inappellabile stoccata conclusiva.

Non solo mette in evidenza che per Renzi conta molto anche il gioco della casualità, il fato politico parlamentare che ha nella vita pubblica italiana un ruolo per nulla secondario.

Sono questi indizi copiosi di fragilità e precarietà del modello Renzi o della tenuta del suo governo? L’aggregatore delle domande a livello europeo e internazionale sta elaborando questo tipo di pensieri. Come può il sistema di comando di Renzi rilanciarsi e riproporsi oltre lo scontato tema, guarda caso scopiazzato dai populisti, dell’antiunionismo europeista? Ci vorrà forse un piccolo desert storm lungo le spiagge della Cirenaica per frenare la decadenza possibile del più importante figliastro della nazione?


Renzi's most illustrious stepson of the Republic in the child step trap - That would be true in European circles the spotlight and questions will fundamentally gather around the suspicion that the era of the 'dominated' by Matteo Renzi placed on Parliament and on the Italian policy towards both the decline. The Senate, which is known by many millennia is an institution in Rome invulnerable, it is also the place where consuls, tribunes and emperors have lost their heads, victims of guerrillas and conspiracies that almost always took place when the dictators or rulers, who left pomerio from the line, they were out of the home soil as happened to the prime minister in Italian in Argentina surprised by the abrupt no classroom Senate to his will by Cangurino the foot. Life beautiful and curious the Renzi parable whose corporate career was born as an application, not creative but Byzantine and decadent by his adoptive father Giorgio Napolitano, the ancient institution of Roman law, which allowed to save quell'adozione Republican clause of choice and co-optation in power by avoiding the pernicious and shameless trap of succession to the throne by descent and inheritance. After the long honeymoon enjoyed by the adoptee, that suffused atmosphere of dining room decorated in a noble lounge and upper middle-class dining room where the handsome male Florentine seen in economic costs necessary to support its breeding, the only public purpose to ensure the persistence of post-communist and post race Democrat, paradoxically on a theme such as family, marriage, civil unions and adoption stepson, touted by step Anglicism child, problems began for more illustrious stepson of the Republic. Hence the long faces, the specter of crows caw and flutter around the Palazzo Chigi window. Bad omens? The Renzi army that had started like a rocket earlier this year, in January moved against the movement of Grillo compact accusing cold racketeer pollution, in February as vigorously attack the Lombardy Region former interior Minister Maroni and against the League Salvini blamed for bribes and corruption, always passing the dossier in hand with Raffaele Cantone, head of a special judiciary to direct the executive dependencies, despite the case perhaps unique in the world in which those who govern it's always clean, and those who oppose it is always dirty, does not penetrate the Piave line of Civil Unions. What is going on among the most loyal troops of the son of the step child Italian party, which seem to have fallen suddenly nell'astenia policy of a real siege syndrome? _vitobarresi@DirettoreCamBio