Di rientro da Parigi per una visita al Louvre scopro con piacere che Franceschini ha annunciato che dall’8 marzo 2016 tutti i musei statali saranno gratuiti per le donne in occasione della loro festa. Stappo metaforicamente una bottiglia per festeggiare e inizio a studiarmi un piano per visitare un museo che valga davvero la pena di essere visto e che sia abbastanza vicino a casa. Decido per Gli Uffizi di Firenze. Inizia così il mio viaggio agonizzante sul web. Prima però faccio un piccolo passo indietro. Grazie ad una nota compagnia aerea low cost da un po’ di anni a questa parte ci possiamo permettere di girare per tutta Europa a prezzi davvero convenienti. Anche il web in questo senso è una manna dal cielo: seduta sul divano mentre guardo Dexter affettare serial killer prenoto voli, alberghi e biglietti per i musei. Come tantissime persone ho già testato la comodità di stampare in casa un biglietto per il Prado di Madrid, per casa Battló a Barcellona, per il Louvre di Parigi, per il National Museum di Copenaghen… potrei andare avanti per ore. I siti web sono molto chiari e sono tradotti spesso anche in italiano. Bastano due o tre click al massimo, apri la tua posta elettronica e premi il pulsante ‘stampa’. Eccolo lì il tuo accesso alla storia dell’umanità: nessuno sforzo, nessuna coda… arrivi e tutto è esattamente come ti è stato prospettato sul sito, sia i musei privati sia quelli pubblici. Almeno per ora non ho mai avuto brutte sorprese.
_PatriziaMuzzi@CamBioQuotidiano
La cultura si paga. Sì è giusto. Deve esserci un prezzo equo. Visitare una mostra privata di Brueghel a Bologna (con pochissime opere dell’autore) costava 14,50 €, il Louvre ne costa 15, Casa Battlò a Barcellona ne costa 22,5.
Possiamo discutere sui prezzi, certo, ma almeno in questo caso ho citato tre esempi di organizzazioni che funzionano nonostante siano completamente diverse tra loro. Audioguide, dépliant, souvenir ‘autorizzati’, siti aggiornati in tempo reale, servizi igienici, accesso ai disabili, possibilità di lasciare custoditi zaini e giacche, bar, ristoranti adiacenti: nulla da recriminare.
Ancora piena delle immagini del Louvre mi arriva questa bella notizia sui musei gratis, almeno per un giorno (oltre quelli già previsti) e per le donne. Ottimo. Ne approfitto. Motore di ricerca, scrivo: Uffizi. Bel sito, penso, poi scorro un po’… C’è qualcosa di poco ufficiale: non è il sito degli Uffizi ma di una società che offre ingressi o tour a pagamento. Pazienza, passo alla seconda voce che mi propone il motore di ricerca: mi appare il sito che di solito uso per prenotare concerti. Mi sa che anche questo non è ‘ufficiale’. Nulla di losco, ma ancora non ci siamo. Terzo posto: questi sono gli ‘amici degli uffizi’. Saranno anche amici ma io vorrei vedere qualcosa di diverso. E siamo a tre siti che sono primi in classifica che però non sono quelli ufficiali. I primi si sono anche comprati un dominio dal nome furbissimo. Bravi loro. Siamo al quarto tentativo, questo suona bene ma il ‘punto com’ mi preannuncia un altro fallimento. Controllo il prezzo del biglietto che mi propongono per curiosità: totale 25.52€ audio guida inclusa. Mi pare costosetto, ma non doveva essere gratuito per noi donne?
Niente di fatto. Passo al quinto tentativo: ‘punto org’. Ci dovrei essere?! Sarà il sito ufficiale?! Quasi 20 euro senza guida. E per capire il prezzo ho fatto almeno 4 passaggi sul sito web. Ancora nulla. Da quanto tempo sto cercando di prenotare? Almeno 20 minuti? Forse di più.
E ancora non ho nessun biglietto in mano e nessun sito parla di museo gratis l’8 marzo.
Passiamo al sesto posto sul motore di ricerca: Wikipedia.
Sto per cedere.
Sulla lista ora tocca al Polo Museale Fiorentino. C’è scritto SITO UFFICIALE. Forse è lui. Clicco e si apre il sito del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo.
Si legge un bel comunicato in italiano, pagina bianca, carattere Times New Roman, struttura ‘centra il testo’. Sto per tagliarmi le vene quando clicco su ‘ Galleria Uffizi’. Passo a un’altra pagina web con ‘l’elenco di istituti e luoghi della cultura e altri immobili e/o complessi assegnati’.
Ok. STOP. Non è cosa. Ci rinuncio.
No. Ci ripenso. Non posso mollare è una questione personale tra me e Firenze. A questo punto vado avanti fino alla morte. Torno sulla triste pagina del ministero e scorrendo trovo un’altra voce ‘Galleria Uffizi’. Adesso la mia missione è: trovare il sito ufficiale. Mi accontenterei. DEVE esserci. Clicco su ‘Galleria Uffizi’: ‘Il sito web del Polo Museale Fiorentino resterà attivo, in forma ridotta, per consentire l'accesso alle informazioni e ai servizi principali, limitatamente al tempo necessario all'attivazione dei nuovi siti web di pertinenza dei singoli Istituti. IMPORTANTE: I contenuti relativi ad eventi, mostre, comunicati e musei non saranno più aggiornati a partire dal giorno 1 gennaio 2016 ‘.
Che cosa sta succedendo? Scorro ancora e nel frattempo scopro che un biglietto in realtà costerebbe 8 euro e che esiste un sito di vendita ufficiale: http://www.b-ticket.com/b-ticket/uffizi/
EUREKA! Non ci posso credere! Ho perso mezzo pomeriggio ma ce l’ho fatta: ho trovato il sito dove posso acquistare i biglietti per la mia visita. Costo 8 euro, prenotazione 4 euro. Ammazza! Prenotare un biglietto costa la metà del biglietto. Vabbè pazienza, sono felice, passo all’acquisto.
Problema: se io l’8 marzo non pago perché fino a prova contraria è la mia festa, come faccio a prenotare? Perché presumo che dovranno comunque valutare quante persone possono entrare per gruppo. Quindi? Compro quello del mio compagno e il mio no e magari scopro in loco cosa fare? Facciamo che mando una mail e chiedo informazioni. Torno indietro nella mia navigazione e clicco su: contatti. Strano indirizzo mail… non mi sembra ufficiale. Scopro che una Srl si occupa degli Uffizi. Scrivo. Nella mail cito la dichiarazione di Franceschini e chiedo come mi devo comportare. Risposta: ‘la informiamo che l'8 Marzo per adesso non è gratuito per le donne.’ Rimango basita. Rileggo la dichiarazione. Riscrivo al museo. Risposta: ‘ancora non abbiamo ricevuto comunicazioni ufficiali.’ Siccome sono anziana e forse un po’ rincoglionita guardo sul mio computer che giorno è: 1 marzo. Mi sta dicendo che a 7 giorni dall’evento i musei nazionali non sanno ancora come si devono comportare? Quindi quella di Franceschini era solo propaganda? Poi mi metto nei panni di uno straniero e capisco perché si affidi a siti collaterali in inglese che però fanno pagare caro il biglietto di ingresso. E ripenso alla bellezza del Louvre dove ‘La Sala’ per definizione è quella dei pittori italiani e che ho impiegato circa 3 minuti per avere in mano il mio biglietto di accesso al più grande museo del mondo. Dove abbiamo gettato tutta la nostra antica saggezza? Per fortuna però è arrivato Franceschini a salvarmi all’ultimo minuto. Mi arriva una nuova mail dagli Uffizi proprio mentre stanno per pubblicarmi l’articolo: ‘La informiamo che ci hanno appena comunicato che l'8 Marzo il biglietto è gratuito per le donne, ma si paga il costo della prenotazione’.
Buon 8 Marzo, donne.