L’avvitamento bellico del trio degli interventisti composto da Sergio Mattarella, Matteo Renzi e Paolo Gentiloni ormai sembra inarrestabile. Con ogni probabilità il triumvirato che guida le operazioni della guerra libica metterà il Parlamento e il Paese di fronte a decisioni già prese, nonostante il preciso cronoprogramma bellico che prevedeva la discovery dell’operazione militare di terra, non sia stato nemmeno scalfito dalla tragica notizia dei due lavoratori della Bonatti barbaramente trucidati in sempre più oscure circostanze. A sua volta il lancio dei droni da Sigonella potrebbe collegarsi all’accelerazione delle manovre a Tobruk e a Tripoli da parte di milizie senza bandiere, pirati e criminali in attività permanente e spesso al soldo dei servizi segreti delle più disparate marche nazionali e internazionali, terroristi che si richiamano all’Isis, nel quadro di una ben orchestrata confusione che dovrebbe poi far determinare nella drammatizzazione politica mediale le decisioni inappellabili da parte dei vari governi interessati. Secondo l’ex primo ministro, fondatore dell’alleanza dell’Ulivo e del Partito Democratico Romano Prodi, intervistato a margine di un convegno promosso dal tink tank Limes la guerra in Libia sarà un disastro di cui l’Italia dovrebbe assumersi le responsabilità. Le stesse, gravissime, che sono tutte in capo ad altri attori, primo fra tutti gli Stati Uniti, la Francia e la Gran Bretagna, che agiscono secondo le proprie logiche sullo scacchiere mediterraneo. Più nitidamente sembra emergere il profilo della politica americana che pur di non perdere la propria egemonia, al fine di evitare una naturale saldatura tra l’Europa, l’Africa, la Russia e l’Asia punta direttamente a colpire, e in tutti i modi, l’Unione Europea, praticamente sfasciarla minandone i confini geografici e le fondamenta economiche, demografiche, storiche, culturali e spirituali, nel tentativo di salvare l’insostenibile armata della Nato, un mostruoso meccanismo militare e politico che si sta sempre più presentando come il vero ostacolo materiale e strumentale contro l’Europa stessa. La gravissima scelta di mettere in testa alla guerra libica l’Italia rischia di pesare gravemente sulla nostra sicurezza interna e internazionale. Essa interpella direttamente l’oscura e poco trasparente azione delle più alte cariche dello Stato, a cominciare dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che è anche capo delle Forze Armate, passando per i disinvolti voli americani e vietnamiti di Matteo Renzi, nonché attraverso la supina virata bellicista e interventista del ministro Gentiloni, già ex direttore della Nuova Ecologia, che in questo tridente ricopre anche il ruolo di portavoce.
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Mattarella, Renzi e Gentiloni ormai da mesi sono di fronte a una lunga scia di morte. Occorre dire che la statistica segnala implacabilmente il bilancio impressionante di un anno di governo ‘militare’ della politica estera, a dir poco allarmante. Da quando i vertici dello stato sono saldamente in mano alla monocrazia 'democratica' la lista degli italiani uccisi si è spaventosamente impennata contando le prime 10 vittime innocenti, civili ignari delle ‘complicanze’ laterali e collaterali di ben definite e imputabili scelte politiche, militari, diplomatiche e strategiche, spesso effettuate in spregio dei dettami costituzionali e delle procedure democratico-parlamentari. Questi i nomi dei martiri: Francesco Caldara, Orazio Conte, Giuseppina Biella, Antonella Sesino trucidati a Tunisi nel marzo 2015; Giovanni Porto ucciso da un drone amico americano in Pakistan; Valeria Solesin giustiziata da un terrorista a Parigi; Rita Fossaceca, uccisa in Kenya; Giulio Regeni barbaramente ucciso in Egitto; Fausto Piano e Salvatore Failla trucidati in Libia.
Le parole di Romano Prodi sono un monito ma anche un invito a rivedere immediatamente la rotta per fare uscire l’Italia dal vicolo cieco in cui il Governo e la Presidenza della Repubblica rischiano di farci entrare.
Dice infatti il professore che è “iniziata la guerra in Libia. La iniziano i francesi con gli inglesi. Gli italiani riluttanti più o meno la seguono. La guerra è un disastro, sfascia un paese. E noi dovremmo assumerci la responsabilità di un disastro fatto dagli altri, la responsabilità di una missione impossibile. Perché, chiariamo bene, non è che si parli di poche migliaia di persone o di un’azione facilmente marciante verso il successo. Si tratta, se uno va con le truppe di terra, di una vera e propria guerra. Il problema della Libia va ben oltre il problema dei rapiti. E’ il problema di un paese in totale dissoluzione ed è per questo che quando io dico non si può andare in guerra se non c’è un richiamo totale del Paese è proprio perché in un paese in dissoluzione entrare con la forza armata significa radunare tutti contro di te. E credo che né l’Italia né qualcun altro possa permetterselo.”
Prodi, the war in Libya will be a disaster for Italy - The war of the interventionists screwing the trio made up of Sergio Mattarella, Matteo Renzi and Paolo Gentiloni now seems unstoppable. In all likelihood the triumvirate to guide the operations of the Libyan war will put Parliament and the country in the face of decisions already taken, although the precise timetable war military operation which involved the discovery of land, was not even scratched by the tragic news of two workers of Bonatti brutally murdered in increasingly obscure circumstances. In turn, the launch of drones from Sigonella could connect to the acceleration of the maneuvers in Tobruk and Tripoli by militias without flags, pirates and criminals in permanent activity and often in the pay of the intelligence services of many different national and international brands, terrorists ISIS will recall, in the context of a well-orchestrated confusion which should then be determined in the political drama medial unappealable decisions by the various governments concerned. According to the former prime minister and founder of the Olive and that alliance of the Democratic Party, Romano Prodi, in an interview on the sidelines of a conference sponsored by tink tank Limes war in Libya will be a disaster for which Italy should take responsibility. The very, very serious, which are all in the hands of other players, most notably tuttigli United States, France and Britain, acting according to their own logic on the Mediterranean arena. It seems to emerge more clearly on the American political profile in order not to lose its hegemony, in order to avoid a natural bond between Europe, Africa, Russia and Asia aims to strike directly, and in all ways , the European Union, virtually sfasciarla undermining the geographical borders and the economic, demographic foundations, historical, cultural and spiritual, in order to save the unsustainable armed NATO, a monstrous military and political mechanism that is increasingly presenting itself as the real obstacle material and instrumental against Europe itself. The very serious choice to put at the head of Italy Libyan war is likely to weigh heavily on our domestic and international security. It directly concerns the dark and opaque actions of the other state offices, beginning with the President of the Republic Sergio Mattarella, who is also head of the Armed Forces, through the American flights casual and Vietnamese Matteo Renzi, as well as through the supine warmongering, interventionist tack of Gentiloni Minister, already former director of the New Ecology, in this trident also covers the role of spokesman. _vitobarresi @ direttoreCamBio