CAMBIO | Botteghe Oscure. Il PCI di Berlinguer & Napolitano tra segreti e verità

C’è una storia segreta del PCI che non riesce a venire ancora alla luce? Assolutamente sì. Tanti aspetti lo lasciano supporre. Basterebbe solo riflettere sulla tenacia con cui gli storici cercano in proposito, valutare la pervicacia con cui gli eredi politici di un “immenso patrimonio” derivato dal potere comunista italiano e internazionale evitano accuratamente di farne cenno, facendolo cadere nell’oblio e nel silenzio, senza mai devolvere le proprie informazioni sull’argomento o collaborare attivamente a una giusta ed equa ricostruzione storica del passato. Sulla vera storia del PCI, un partito-sfinge, un partito Giano dal doppio volto umano-disumano, la cui vera identità resta ancora, fin dal primo caso Bordiga e Gramsci, segreta e misteriosa, chiusa nelle teche della disciplina di partito, nella fedeltà di stampo 'omertoso', comunque e ovunque agli ordini dei capi dei comitati centrali, ancora oggi sotto il terribile ricatto del ricordo delle purghe e delle repressioni che colpirono violentemente uomini, donne, famiglie, gruppi intellettuali, partigiani, antifascisti e operai, più che vedere finalmente alzarsi il sipario della verità sembra sempre di più scendere la cortina fumogena dello smarrimento della memoria, una sorta di malattia del compagno Alzheimer, la subdola rimozione, una specie d'interessato non ricordo, di quanto e quando accaduto nella vicenda della democrazia repubblicana del nostro Paese. Proprio tale atteggiamento ostativo, protesto a difendere anche sprezzantemente e arrogantemente, quel che si considera l’intoccabile e intangibile memoria sacra di un PCI presunto campione di morale pubblica e privata, corpo diamantino, pulito, senza colpe né mende, al servizio di un menzognero culto nostalgico, cioè di quel gruppo dirigente dei 'migliori' che faceva gridare ai giovani e ai lavoratori ‘non c’è lotta, non c’è conquista senza il Grande Partito Comunista’, avrebbe dovuto essere denunciato immediatamente, per darne conto al tribunale della storia nazionale, da quanti intrapreso il cammino della svolta, pur tardivamente dopo il 1989, decisero opportunisticamente di sbarazzarsi immediatamente della loro mitica ‘vecchia camicia’. Invece, arzigogolando proficuamente su questione morale e tangentopoli, misero avanti i loro discutibili valori morali, camuffando il passato con l’arte del silenzio e della dissimulazione politica, guidati da esperti e scaltri esponenti, tra i quali i più in vista del drappello degli ex comunisti, chissà perchè divenuti di diritto gli unici democratici autentici della storia politica italiana, spiccano Massimo D’Alema e Giorgio Napolitano. Gli stessi che, per servir tacendo ancora oggi sui lati oscuri dell’invincibile armata rossa italiana, sono diventati di fatto i 'sommi sacerdoti' di un simulacro che è frutto di una ben definita strategia di occultamento e nascondimento materiale e ideologico, diligentemente messa in atto per accompagnare le spoglie del PCI dal mondo del comunismo reale a quello della rappresentazione storica, tombando i segreti scomodi, i mostruosi errori, quello che altrimenti venne definito persino dai russi con la pesante parola di ‘crimini’ del comunismo. Seguendo speciali tecniche di ‘inumazione’ e ‘incenerimento’ di carte, documenti, testimonianze di protagonisti ancora in vita, appena dopo la scomparsa ufficiale del PCI, fu azionato un vero e proprio meccanismo di ambiguizzazione, una sorta di strana ‘damnatio memoriae’ che ha fin qui impedito agli storici di conoscsre e divulgare tutta la verità sul comunismo tricolore e sulle sue “liaisons dangereuses con il complessivo mondo sovietico che combatteva la guerra fredda in Europa e nel mondo. Di questo e altro si legge nel nuovo libro di Ugo Finetti «Botteghe Oscure» 
Il Pci di Berlinguer & Napolitano
, in cui si racconta dei 
 verbali inediti della direzione del Pci che vanno 
dallo scontro Berlinguer/Napolitano 
alla gestione dei «fondi neri» del Partito

. 
Il libro verrà presentato martedì 15 marzo alle 18
 al Centro Studi Grande Milano
 Palazzo Affari ai Giureconsulti
 Piazza Mercanti, 2 – Milano. 


Con l’autore parleranno del caso 
Umberto Ambrosoli, Piero Borghini, 
Carlo Cerami e Sergio Scalpelli.

_vitobarresi@CamBioQuotidiano


La storia segreta del Pci? Si prenda ad esempio il cosiddetto caso Mitrokin su cui l’organo ufficiale dell’ex Pci, l’Unità, scriveva tra l’altro quanto segue: “Il dossier Mitrokhin. Dell'esistenza del dossier conservato dall'ex archivista del Kgb, D'Alema venne informato nel settembre del ‘99 da Sergio Mattarella, vicepresidente del Consiglio con delega ai servizi. In sintesi, le carte del dossier stavano per uscire pubblicate in un libro e la procura di Roma aveva già aperto una inchiesta.

«Noi - ha spiegato D'Alema - decidemmo di non opporre il segreto di Stato, così chiedemmo al servizio segreto britannico se potevamo o meno consegnare il materiale, assolutamente top-secret, alla magistratura»… L'oro di Mosca. Si tratta di un vecchio episodio del giugno 1991. L'Urss si stava sgretolando e qualcuno pensò bene di mettere al sicuro qualche decina di miliardi da Mosca in banche europee. Tramite un finanziere di Modena vennero contattati dei funzionari del Pci-Pds perché il partito agevolasse l'operazione. D'Alema: «L'ho sempre ritenuto un affare poco chiaro e probabilmente una provocazione nei nostri confronti». Un trappolone, insomma. Al punto che D'Alema, allora dirigente del partito, inviò un funzionario del suo partito a Mosca per avvertire le autorità di quanto stava accadendo. Per quella vicenda, l'ex presidente del consiglio venne anche convocato al Quirinale dall'allora Presidente Cossiga, al quale spiegò tutto.”

Nel Pci, in cui erano vietate le correnti e il gruppo dirigente doveva sempre apparire unito, il dibattito interno e le divisioni in seno alla Direzione che aveva sede a Roma in via delle Botteghe Oscure rimanevano segreti. Sulla base dei verbali finora inediti delle riunioni della Direzione il libro ricostruisce i mutamenti della politica del Pci e nel gruppo dirigente seguendo le «vite parallele» di Enrico Berlinguer e di Giorgio Napolitano che sin da giovanissimi aderirono al Pci di Togliatti avendo presto incarichi rilevanti. Napolitano, cresciuto all’ombra del leader della «destra» comunista, Giorgio Amendola, appare ora il principale collaboratore ora il principale antagonista di Berlinguer, erede del «centro» togliattiano. Vediamo così come l’accordo e il dissenso tra i due leader comunisti animano le principali scelte del Partito dal «compromesso storico» all’«eurocomunismo», dal periodo in cui il Pci è stato nella maggioranza di governo (culminato con l’assassinio di Moro) al ritorno all’opposizione in contrasto soprattutto con il Psi di Craxi.
Dai verbali emergono la coralità del vertice comunista (con aspetti e interventi finora sconosciuti dei suoi protagonisti, da Nilde Iotti a Pietro Ingrao, da Luciano Lama ad Achille Occhetto) e il modo nuovo in cui la sinistra italiana cominciò ad affrontare temi oggi attuali come le riforme istituzionali, il sistema elettorale maggioritario e il finanziamento dei partiti.

«I fondi neri»

Il libro pubblica i verbali che evidenziano - per la prima volta - i casi concreti di “tangenti” già prima della legge sul finanziamento dei partiti del 1974. Questi documenti dimostrano come il Pci abbia sistematicamente violato dopo il 1974 la legge sul finanziamento dei partiti, non solo per i finanziamenti sovietici, continuando la prassi della “amministrazione straordinaria” anche con e dopo Berlinguer.

Lo scontro Berlinguer/Napolitano

Il libro analizza il drammatico verbale della Direzione del Pci del 10 settembre 1981 (dal mattino del 10 alle due e mezzo della notte dell’11 settembre) che vide lo scontro frontale tra Berlinguer e Napolitano dopo l’intervista del segretario del Pci a Scalfari sulla “questione morale” (“Dove va il Pci?”, La Repubblica, 28 luglio 1981). 
La storiografia ha spesso sdrammatizzato questo scontro soprattutto celando che l’obiettivo di Berlinguer era l’estromissione di Napolitano dalla Segreteria nazionale del Pci che sarà formalizzata nella riunione successiva.

Gli errori di Berlinguer

Il libro affronta i principali errori di valutazione di Berlinguer e ne ridimensiona il mito carismatico. Un esempio: Berlinguer nel 1979 sosteneva con sicurezza l’imminente caduta di Craxi nel Psi e l’ingresso immediato del Pci al governo con l’appoggio di Pertini. Una tesi irrealistica portata avanti con estrema convinzione dal leader del Pci in seno alla Direzione che si basava su informazioni sbagliate fornitegli da Tatò e smentite nel diario dell’allora segretario generale del Quirinale, Antonio Maccanico.


Ugo Finetti, giornalista. In Rai dal 1978 al 2008 è stato caporedattore e responsabile di programmi televisivi e radiofonici in particolare sui Paesi dell’Unione europea; direttore di Critica Sociale, vicepresidente del Centro Studi «Grande Milano» e presidente dell’Isap dal 2011 al 2014. Tra i suoi libri: La Resistenza cancellata (Ares 2003), Togliatti & Amendola. La lotta politica nel Pci (Ares 2008), Storia di Craxi (Boroli 2009).


The whole truth on the obscure and unacknowledged history of Italian Communist Party - There is a secret history of the PCI who can not come to light yet? Absolutely yes. I suggest many aspects. It has only to reflect on the tenacity with which historians seek in this regard, consider the obstinacy with which the political heirs of an "immense heritage" derived from the Italian and international communist power carefully avoid to mention, dropping into oblivion and silence, without never donate their information on the subject or actively collaborate on a fair and equitable historical reconstruction of the past. On the true story of the Communist Party, a party-sphinx, Janus started from double human-inhuman face, whose true identity remains secret and mysterious, closed in the showcases of the party discipline, in the fidelity of conspiratorial die anyway and still under the orders of the chiefs , still blackmailed by the terrible memory of the purges and repressions that affected men, women, families, groups, intellectuals, partisans, anti-fascists and workers, more than to finally get up the curtain of the truth always seems to come down to the loss of the smokescreen memory, the subtle removal of the person concerned can not remember when happened. Just this attitude impediment protest to defend even contemptuously what is considered the untouchable and inviolable sacred memory of a PCI moral champion, diamantino, clean, no faults or fines, that is the management team that was crying out to young people and workers' not no struggle, there is no winning the Great Communist Party ', should have been reported immediately, to account for them to the court of national history, by those committed to the path of the turn, belatedly, after 1989, they decided to get rid opportunistically immediately the mythical 'old' shirt. Instead arzigogolando profitably on moral issue and tangentopolies put forward questionable moral values, disguising the past with the art of silence and concealment policy, guided by experienced and shrewd most prominent members of the group of former communists, who knows why became law the unique authentic democratic republican political history, among which Massimo D'Alema and Giorgio Napoletano. The same that in their silence still the dark corners Italian Red Army invincible, have become de facto the high priests of a simulacrum that is the result of a well-defined strategy of cover and concealment material and ideological implementation to accompany the remains of PCI from the world of real communism to that of historical representation, tombando uncomfortable secrets, the monstrous errors, what otherwise was described even by the Russians with the heavy words of 'crimes' of communism. Following special 'burial' techniques and 'incineration' of cards, documents, testimonies of protagonists still alive, just after the official demise of the PCI was set in motion a real ambiguizzazione mechanism, a kind of strange 'damnatio memories' which it has so far prevented historians to tell the whole truth about the Italian communism and of "les liaisons dangereuses" with the overall Soviet world who fought the cold war in Europe and the world. This and more is written and read in the new book by Ugo Finetti 'Dark Shops "The Communist Party of Berlinguer & Napolitano, which tells of the unpublished reports of the PCI direction ranging from the clash Berlinguer / Napolitano to the management of" blacks funds "Party. The book will be presented Tuesday, March 15 to 18 at the Centro Studi Grande Milano Palazzo Affari ai Giureconsulti Piazza Mercanti, 2 - Milan. With the author will speak about the event Umberto Ambrosoli, Piero Borghini, Carlo Cerami and Sergio chisels. _vitobarresi @ CamBioQuotidiano