CAMBIO | Le Tariffe di Palazzo Madama. Un Listino Prezzi per diventare parlamentare del PD

Secondo quanto scrive il Movimento 5 Stelle di Parma nella nostra democrazia repubblicana sarebbe vigente una prassi ormai consolidata quella secondo cui si utilizzerebbe un vero e proprio tariffario politico elettorale, un listino prezzi per dirla in breve, per contrattare e ottenere una candidatura utile all’elezione in Parlamento nelle liste del Pd in cambio del versamento ‘liberale’ di una specifica, seppur variabile ma determinata somma di denaro. Una denuncia pesante, impressionante, che scuote e lascia basiti per la palese, precisa e circostanziata indicazione del valore in euro della posizione in lista che, se fosse fondata e veritiera, certo dovrebbe indurre le competenti autorità in materia, i Tribunali di circoscrizione elettorale per le competenze territoriali ma anche quella dell’anticorruzione nazionale, a indagare immediatamente per comprenderne profili e confini, prassi e responsabilità di quello che potrebbe rivelarsi come un vero e proprio mercimonio della politica, una spudorata compravendita della rappresentanza parlamentare senza alcun precedente nella storia dello Stato Nazionale, monarchico, liberale, fascista, democratico e repubblicano. Si tratterebbe infatti di qualcosa simile a quanto avveniva avveniva nell’antica Roma che diede vita alla nota “quaestio perpetua de repetundis” , laddove per contrastare la corruzione e lo scambio illecito tra politica e interessi privati si dovettero promulgare apposite leggi in materia, tra cui la più famosa “Lex Iulia de repetundis” che testualmente prescriveva “che nessuno riceva alcunché per far eleggere, cambiare o costringere a giudicare un giudice o un arbitro; per non fare eleggere, non cambiare, non costringere un giudice o un arbitro a giudicare; per mandare un uomo in prigione, legarlo, ordinare che sia legato o per farlo uscire dal carcere; per far condannare o assolvere un uomo; per stabilire l'ammontare di una causa o per promuovere o non promuovere un giudizio con pena capitale o pecuniaria”. Secondo quanto scrivono i grillini di Parma, il cui documento è stato pubblicato da vari organi di informazione locale, “Corradino Mineo, ex senatore PD, ha pubblicamente denunciato che, “per essere stato inserito in posizione utile in lista” (capolista in Sicilia) alle elezioni politiche del 2013, gli è stato richiesto con lettera formale dal tesoriere PD un contributo “una tantum” di 25.000 Euro. Soldi che Mineo si è rifiutato di pagare anche perché già versava, come altri parlamentari, 1500 euro al mese “per le spese del partito”. “Una richiesta oscena” – ha protestato – “Chiedetemi un contributo se necessario ma non fatemi passare per uno che ha comprato il seggio”. Il Fatto Quotidiano ha infatti parlato di vera e propria compravendita dei seggi, ma l’ex tesoriere PD Antonio Misiani parla di notizie destituite di fondamento: “É stato solo chiesto ai candidati di dare una mano”. In effetti, parlando in termini commerciali, non si è trattato di una vera “prevendita” ma di una formula del tipo “prendi oggi” (il seggio) e, se soddisfatto (eletto) paghi dopo, anche con comode rate.” Il report dei 5 Stelle parmensi non finisce qui. Davvero cose da non credere. Questo sarebbe solo un anticipo. Continuate pure a leggere il seguito.


Sempre nello stesso documento denuncia Il MoVimento 5 Stelle di Parma afferma e scrive:

“naturalmente il prezzo non era uguale per tutti: più elevato in platea per chi era in “posizione utile”, a cominciare dai capilista ad elezione sicura, e via via scendendo, in galleria, fino ai prezzi stracciati per chi era collocato nel loggione del porcellum. Mineo racconta della Sicilia: ma da noi com’è andata? Ebbene, coi dati forniti da Mineo siamo in grado di stimare, ipotizzando un sistema uniforme a livello nazionale, quella che potrebbe essere stata la quotazione dei seggi dei parlamentari PD parmensi: Maestri, Pagliari e Romanini.

Cominciamo per anzianità, dal Senato. Giorgio Pagliari, sesto in lista su 13 senatori eletti, dovrebbe essersi visto presentare un conto di circa 13-15000 Euro. Di primo acchito sembrano un tot, ma un principe del foro come lui con un paio di cause di quelle buone se la cava. Più ardua la posizione di Patrizia Maestri: ottava in lista su 28 eletti, la sua quotazione si situa nel terzo superiore della gamma: sempre calcolando 25000 Euro il “dazio” per Franceschini capolista (non sappiamo se in qualità di Ministro abbia dovuto pagare un extra) la Maestri dovrebbe aver ricevuto una “nota pro-forma” di non meno di 15000 Euro, che per una sindacalista (mestiere ante parlamento) non sono pochi….ma in una legislatura, risparmiando qua e là, ce la si può fare.

Il più fortunato, dal punto di vista economico, potrebbe essere stato Giuseppe Romanini: primo dei non eletti è entrato alla Camera nel 2014 al posto della Kyenge, mandata a Bruxelles a furor di popolo. Se, come si vocifera, la “tariffa” era già stata pagata dall’ex Ministra, Romanini si è visto recapitare gratis un biglietto last minute, una sorta di gratta e vinci “turista per sempre”.

Questa però è ormai acqua passata: pare che nel PD siano già aperte le contrattazioni per fissare le quote per i seggi alle amministrative, che rispetto alle previsioni dovrebbero lievitare leggermente: ci sono infatti da recuperare gli euro investiti a Napoli per trombare Bassolino.

Alle accuse del M5S ai parlamentari, la replica del Pd: “Parole ignobili, non accettiamo lezioni di domocrazia. Le frasi scritte dai rappresentanti del M5S sono talmente ignobili che non meriterebbero nemmeno una risposta, ma ci pare importante chiarire una cosa nei confronti dei cittadini: ogni singola azione nel Pd viene fatta alla luce del sole e nel pieno rispetto delle regole nazionali e regionali, non c’è nessuno scoop riguardo al contributo volontario chiesto agli eletti che non ha alcun collegamento con la scelta dei candidati ma serve a finanziare le attività del partito”.

Usa queste parole il segretario provinciale del Partito democratico Gianpaolo Serpagli per commentare l’attacco del Movimento cinque stelle di Parma riguardo ai fondi che ogni rappresentante eletto versa volontariamente per le spese del partito. “Il sostegno economico dei parlamentari al Partito Democratico, che è un partito vero, fatto di cittadini, di circoli nei comuni e nei quartieri, appartiene ad una storia e ad una tradizione democratica comune ai grandi partiti popolari che i 5stelle non possono capire”.

I tre parlamentari parmigiani stanno valutando se adire a vie legali contro quanto detto dai rappresentanti Cinque stelle, mentre per quanto riguarda come sono state individuate le candidature, Serpagli, ci tiene a sottolineare alcuni numeri : “Nelle primarie del 30 dicembre 2013 hanno votato oltre 11mila persone in carne e ossa e sono state espresse più di 20mila preferenze in 73 seggi sparsi per tutta la provincia. Sulla base di questi numeri, e non di altro, i cittadini di Parma e provincia hanno deciso i candidati Pd al Parlamento: 5.622 preferenze sono andate a Patrizia Maestri, 4.529 a Giorgio Pagliari, 4.166 a Giuseppe Romanini, persone scelte in maniera democratica e trasparente, che stanno rappresentando Parma nel modo migliore”.

Il segretario, poi, rimanda al mittente le accuse di compravendita delle cariche. “Il Pd si è dato delle regole e le rispetta – dice – i nostri bilanci non solo sono pubblici ma anche certificati da un ente esterno, ci chiediamo come venga sostenuto il lavoro politico dei grillini e come possa parlare di democrazia il gruppo consigliare del M5S di Parma. Un movimento in cui l’ultimo consigliere entrato ha avuto il posto con ben 21 preferenze; dove chi non è d’accordo con la linea viene prima sbeffeggiato e poi espulso; dove le cose da fare vengono imposte al di fuori della città da capi e padroni. Da chi accetta e applica questo sistema non accettiamo lezioni di democrazia, il Partito democratico è un’altra cosa e continuerà ad esserlo”.


The tariff of the Senate. A Price List to become the Parliamentary of PD - As he writes the Movement 5 Star Parma in our republican democracy it would force a long-standing practice in which you would use a real political constituency tariff, a price list in short, to bargain and get a useful application in the election Parliament elected on the Democratic Party in return for payment 'liberal' of a specific, albeit variable, but certain sum of money. A heavy complaint, impressive, shocking and leaves you flabbergasted overt, precise and detailed indication of the euro value of the position in the list, if it were founded and truthful, some should lead the competent authorities on the subject, the constituency Courts the territorial competence but also the national one of anti-corruption, to investigate immediately to understand profiles and borders, practices and responsibilities of what could prove to be a real commercialization of politics, a shameless sale of parliamentary representation without precedent in the history of the state national, monarchist, liberal, fascist, democratic and republican. This would give something similar to what happened happened in ancient Rome, which gave birth to the famous "perpetual quaestio de repetundis" whereas to curb corruption and the illicit exchange between politics and private interests it had to enact specific laws on the subject, including the most popular "Lex Iulia de repetundis" which literally prescribed "no one receives anything to elect, change or force you to judge a judge or an arbitrator; so as not to elect, not to change, not to force a judge or an arbitrator to judge; to send a man to prison, tie it, order that is linked or to get him out of prison; to condemn or absolve a man; to determine the amount of a cause or to promote or not promote a judgment with the death penalty or a fine. " According write grillino of Parma, whose paper was published by various local media, "Corradino Mineo, former Senator PD, has publicly denounced that," to be inserted in the list in due time "(leaders in Sicily) the 2013 general election, he was asked by a formal letter from the treasurer PD a "one-off" of 25,000 Euro. Money Mineo has refused to even pay because they already paid, like other parliamentarians, 1500 EUR per month "for the party's expense." "A request obscene" - protested - "Ask a contribution if necessary but do not let me go for one that has bought the seat." The Daily has indeed talked about real sale of seats, but the former Democratic Party treasurer speaks of Antonio Misiana are unfounded News: "It was only asked the candidates to help out." In fact, speaking in commercial terms, it was not a real "advance" but a kind of "formula take today" (the seat) and, if satisfied (elected) pay later, even with convenient installments. "The report of 5 stars Parma does not end there. Really things you would not believe. This would only be an advance. Please continue to read more.