CAMBIO | L’ANGOLO GLOBALE DELLA PASTA AL FORNO

L’ELZEVIRO di VENTURINO LAZZARO


Cari amici, buona Domenica delle Palme. Oggi è davvero limpido. Si sono aperte anche le prime foglie del fico, la temperatura è ottima e mi accingo a preparare una pasta al forno che spero sia degna di questo giorno di festa. Ricordo, da bambino, quando c'era pasta al forno, sempre di sabato o di domenica, era tutto un lavoro di cesello, eccitatissimo, per trovare le polpettine di carne, isolarle, pulirle dal sugo o dall'uovo sodo, e metterle da parte, a bordo piatto, per mangiarle dopo, alla fine. E l'attesa (come sempre) era già un piacere grande. Le cronache dal mondo non sono rassicuranti, e in un giorno cosí limpido quasi quasi ci si sente in colpa. Che si parli di economia, di cronaca o di confini, il futuro è sempre più un'incognita e un certo senso di precarietà alèggia, serpeggia, spadroneggia. Quando un periodaccio, un "andazzo", una tendenza, si protrae a lungo, finisce per determinare un clima che è difficile da cambiare in fretta, e che fatalmente, sotto traccia, influenza tutti. Per quanto mi riguarda, per esempio, mi accorgo (mi viene in mente solo adesso) che da qualche anno, rispetto alla pasta al forno sono cambiato, non sono più lo stesso di una volta. Sarà l'età o questa inconscia álea del futuro, ma adesso senza indugio, quasi d'istinto, miro subito alle polpette, le bracco, le inseguo, le scovo, e d'un fiato, senza pulirle, me le mangio a volo (altro che bordo piatto...). Poi con calma, respiro..., e quello che viene viene. Buon pranzo.