CAMBIO | Belgio vampirizzato da Hollande nel cerchio chiuso di terrorismo e assedio militare

Su un punto certamente non si discute: non l’Europa genericamente intesa ma l’Unione Europea come soggetto preciso e stagliato, personalità giuridica ben definita con la propria identità presente, passata e futura, nei termini umani e concreti dei cittadini inermi e indifesi e della cittadinanza comune e riconosciuta come tale per diritti doveri, deve difendersi dalla subdola strategia della tensione messa in campo nei più importanti scenari urbani da un nuovo terrorismo euro-islamico, inedito e originale nel suo modello criminale, ideologico e violento. Su tutti gli altri punti, invece, occorre mettersi d’accordo e in fretta non con le decisioni dei vertici e degli statisti ma chiamando la democrazia europea, il popolo europeo nel suo insieme, non già gli apparati politici degli stati nazionali e dei popoli parastatalizzati, alla diretta partecipazione per decidere liberamente sulle scelte che riguardano programmi, uomini, modi e luoghi, linee e strategie per combattere questo oscuro, mortale e sconosciuto nemico interno che rischia davvero di cancellare la fisionomia stessa della moderna e contemporanea civiltà europea. Proprio perché questo nuovo terrorismo euro-islamico, di pretta marca e chiara impronta sub culturale francofona, è un virus coltivato e allevato nelle banlieu della segregazione razziale e della discriminazione antropologica e religiosa della Francia e del Belgio, e dunque, non un prodotto o un frutto avvelenato della società aperta di respiro europeista, si vuole qui auspicare che le scelte del nostro governo, quelle del segretario generale del Partito Democratico, Matteo Renzi, saranno certamente orientate al sostegno di una politica di tolleranza e di fermezza, una svolta che rimarchi un passaggio d’epoca, autorevolmente segnato dalla ripulsa del terrorismo ma anche dalla immediata presa di distanza da ogni fatuo e urtante protagonismo ed egotismo di statisti in passerella che trovano oggi la loro vedette più illustre nel capo dello stato francese, il 'socialista' (o sedicente tale) Francois Hollande, responsabile politico sommo di quanto è accaduto lungo l’asse di fuoco, il cerchio di stragi ed eccidi disegnato con l’orrore tra Parigi e Bruxelles. Da novembre Bruxelles é nelle mani delle congiunte polizie francese e belga nonché ampiamente presidiata dall'esercito e dalle teste di cuoio.


_vitobarresi@CamBioQuotidianoSocial


Appare a dir poco molto strano che tutto questo sia avvenuto con estrema facilità, con quasi piena libertà di movimento da parte di oscure sigle terroristiche, prendendo di mira i due luoghi che sono evidentemente i più esposti... quelli che andavano maggiormente controllati con ogni sistema di sorveglianza... ma le telecamere a circuito chiuso servono per fare la drammatizzazione sui Tg di regime oppure erano solo alla caccia di Salam invece di pensare prima di tutto alla sicurezza dei cittadini europei?

Ove mai con la ragione critica della dialettica e del contrasto si vorrà fare un discernimento approfondito su quanto sta avvenendo in Belgio, un territorio vampirizzato da Hollande e dall’espanzionismo antiterroristico francese, limitato e condizionato nella sua stessa sovranità anche per via delle sue intrinseche debolezze politiche istituzionali, uno stato spaccato al proprio interno da contrasti separatisti che rischiano di ridurlo a una mera finzione geografica sulla incredibile, non si potrà che partire dalla incontrollata e antidemocratica militarizzazione di Bruxelles, città aperta, di fatto sotto la regola speciale di capitale dell’Unione, che si è vista assediata dalle truppe e dalle teste di cuoio di un vero e proprio golpe militare, una capitale sfigurata non solo dalla brutale deflagrazione delle bombe ma anche da un lungo, rigido e snervante stato d’assedio che dura ininterrottamente da molti mesi.

Il rappresentante permanente della Francia all’Onu, François Delattre, ha dichiarato che Parigi sta lavorando a un progetto autonomo di documento il cui testo, secondo il diplomatico francese, sarà “breve, incisivo e focalizzato sulla lotta contro il Daesh (abbreviazione araba di Isis).

Anche per questo la discutibile manovra antiterroristica di Hollande mira a spalmare sull’Unione Europea un problema di terrorismo interno che riguarda prima di ogni altro la visione molto appannata della grandeur francese nel mondo globale. Di certo il punto che occorre al più presto discutere in Europa è proprio quello relativo al progetto che Hollande intende proporre in forma di risoluzione al Consiglio di Sicurezza dell’Onu sul tema del coordinamento degli sforzi nella lotta contro il terrorismo e Isis.


BELGIUM SUCKED BY HOLLANDE HELL IN THE GRIP OF TERRORISM AND MILITARY COUP - On one point certainly can not argue: not Europe generally understood but the EU as a specific subject and silhouetted, well-defined legal entity with its own identity present, past and future, human and concrete terms of the unarmed and defenseless citizens and common citizenship and recognized as such for rights obligations, must defend themselves from the devious strategy of putting tension on the pitch in larger urban scenarios by a new euro-Islamic terrorism, unpublished and original in its criminal model, ideological and violent. On all other points, however, must come to an agreement and not in a hurry with the decisions of leaders and statesmen but calling European democracy, the European people as a whole, not the political apparatuses of the national states and peoples parastatalizzati , the direct participation to decide freely on the choices regarding programs, men, ways and places, lines, and strategies to combat this dark, deadly, unknown enemy that really threatens to erase the very physiognomy of modern and contemporary European civilization. Precisely because this new euro-Islamic terrorism, Pretta brand and clear imprint cultural sub-speaking, is a virus grown and raised in the suburbs of racial segregation and of anthropological and religious discrimination in France and Belgium, and, therefore, not a product or poisoned fruit of the open society of pro-European breath, you want here hope that the choices of our government, those of the general secretary of the Democratic Party, Matteo Renzi, will certainly be oriented towards supporting a tolerance and firm policy, a turning point that marks a vintage passage, authoritatively marked by the rejection of terrorism but also from the immediate distancing from any fatuous and impacting leadership and egotism of statesmen on the catwalk today find their most famous lookouts in the French head of state, the Socialist Francois Hollande, head political chief to what has happened on the fire board, the circle of killings and massacres drawn with horror between Paris and Brussels. November Brussels is in the hands of joint French and Belgian police and extensively manned by the army and SWAT. _vitobarresi @ CamBioQuotidianoSocial