CAMBIO | Sandrino Principe padre nobile del PD arrestato per ‘ndrangheta

Aveva sognato fin da piccolo Pane e Lavoro, Democrazia e Progresso conditi di gloriose bandiere rosse con falce martello libro aperto e sole nascente ma poi tutto è finito questa mattina quando dai principi della libertà, dell’uguaglianza e della fraternità è passato improvvisamente a quelli dell’implacabile legge in azione. Di fatto, anche se non ancora ‘completamente’ di diritto, disonorato e disonorevole Sandro Principe, un passato di tutto rispetto istituzionale, Sottosegretario di Stato al Lavoro, Assessore e Consigliere Regionale della Calabria, Consigliere regionale della Calabria, Sindaco e Consigliere Comunale di Rende, simbolo storico e immagine pulita del Partito Democratico, detto Sandrino da amici e compagni, adesso è per magistrati e Carabinieri soltanto un esponente eccellente della cosca di ‘ndrangheta “Lanzino-Ruà”, insieme ad altri suoi sodali politici e non solo tra i quali Umberto Bernaudo ex Sindaco di Rende ed ex Consigliere Provinciale e Pietro Ruffolo ex Consigliere Provinciale di Cosenza ed ex assessore Comunale di Rende. Dirigente della prima ora del Partito Democratico dopo decenni di militanza nel PSI, la carriera politica e ideale di Sandrino, figlio erede di Cecchino il capostipite, il ‘duce’ buono di una famiglia politica locale in perenne antagonismo con quella dei Mancini dominatori del vicino capoluogo di Cosenza, è finita d’improvviso con la notifica di un’arresto domiciliare che lo lascia tra i rimorsi e ricordi di momenti e battaglie per lui e i suoi compagni unici e indimenticabili. Politico municipale prima, nazionale e regionale poi, Sandrino aveva deposto gli allori del simbolo falce e martello e libro che furono degli anni ruggenti del socialismo rendese. Un socialismo municipale che, almeno per quel che riguarda la sua 'bella' immagine di città moderna e razionale tanto doveva a quel vero e proprio 'Le Corbusier delle tangenti', il famoso architetto di Mani Pulite Silvano Larini, titolare del conto corrente Ubs 633369 in Svizzera, detto "conto protezione", che con le sue chiamate in correità (confermate da Licio Gelli) provocò le dimissioni da ministro di Claudio Martelli, progettista e firmatario proprio del Piano Regolatore della cittadina calabrese, dove venne collocato il primo campus della storia universitaria nazionale, nella frazione di Arcavacata. Una città macchiata, una provincia sotto accusa, un Partito Democratico a Cosenza sempre più torbido ed opaco che assomma ai precedenti penali del suo leader 'morale' Nicola Adamo anche questa ennesima vergogna politica sostanziata dall'arresto del suo più illustre iscritto e grande vecchio. Un colpo in faccia che intacca l'immagine 'perbenista' e intonsa del Pd calabrese e dell’allora Presidente della Provincia di Cosenza, oggi Presidente della Regione Calabria Mario Oliverio. Dramma collettivo per la comunità rendese che ieri era un fiore all'occhiello e oggi nient'altro che un fiore appassito, omologato alla scena sociale e amorale di una Calabria, regione sventrata dall'orda mafiosa, l'ordine nascosto di un sottosuolo in cui si muovono teste d'uovo e manovali, il sottosuolo da cui sgorga il fango che ha macchiato di sporco e corruzione i colletti bianchi della politica.



_vitobarresi@CambioQuotidianoSocial


Storia di un comune che fu socialista. No, no di certo quella scritta per Sesto Fiorentino dal grande storico Ernesto Ragionieri, ma la più vile cronaca nera che non c'entra niente con la gloria, l'onore, il rispetto gli ideali del passato. Sandro Principe, Umberto Bernaudo, Pietro Ruffolo, sono i nomi e i fatti che sgomentano la pacifica e laboriosa collettività rendese. Dove si vive di stipendi pubblici, stato, parastato, università. Ingerenza clientelare nella gestione di una società di servizi del Comune di Rende con un boss della 'ndrangheta. Fatti consumati durante la campagna elettorale per il rinnovo del Consiglio provinciale di Cosenza nel 2009 quando Bernaudo e Ruffolo vennero eletti anche coi voti ottenuti, se l’accusa verrà confermata, dalla mafia. Per loro la notizia non è stato un fulmine a ciel sereno, già accusati, in passato, come ex sindaco ed ex assessore di Rende, per concorso esterno in associazione mafiosa, corruzione e voto di scambio.

A proposito di questi uomini nuovi del Partito Democratico calabrese i magistrati hanno minuziosamente passato allo scanner del codice penale le loro azioni politiche pubbliche, le scelte discrezionali e gli atti che ne conseguivano, desumendo che Principe e Bernaudo controllassero direttamente le attività aziendali dell’impresa ‘Rende Servizi’, ritenuta dagli inquirenti nelle mani della ‘ndrangheta, riuscendo sempre a ottenere i necessari capitali e finanziamenti pubblici necessari alla società in house del Comune, che conta quasi 500 dipendenti.

C'era una volta Rende, tutta la storia di un comune che fu la patria locale di un piccolo laburismo del sud. C'era, cioè, c'è? Tanto che un vecchio compagno socialista, uno di quelli che ancora conserva le antiche tessere con la falce il martello e il libro, mi sussurra sconsolato: nella misura in cui capisci che i valori socialisti sono la solidarietà ed il bene comune, questa telenovela rendese di ‘ndrangheta e corruzione, come altro si potrebbe definire se non miseria di una politica senza valori?



SANDRINO PRINCIPE THE NOBLE FATHER OF THE DEMOCRATIC PARTY ARRESTED FOR ‘NDRANGHETA - He had dreamed since childhood Labour, Democracy and Progress seasoned of glorious red flags with hammer sickle book open and the rising sun, but then it is all over this morning when the principles of liberty, equality and fraternity is passed suddenly to those implacable law in action. In fact, even if not yet 'fully' of law, dishonored and dishonorable, Sandro Principe, a past respectable institution, Undersecretary of State for Labour, Councillor and Regional Councillor of Calabria, the Regional Council of Calabria, the Mayor and City Councillor makes, historic landmark and clean image of the Democratic Party, said Sandrino from friends and companions, now is for only magistrates and Carabinieri an excellent exponent of the clan of the 'Ndrangheta "Lanzino-Ruà", along with his other political cronies and not only among such as Umberto Bernaudo former Mayor of Rende and former Provincial Councillor and Pietro Ruffolo former Cosenza Provincial Councillor and former municipal councilor of Rende. Manager of the first hour of the Democratic Party after decades of militancy in the PSI, politics and ideal career Sandrino, son heir to the founder Sniper, the 'Duce' good of a local political family in perpetual antagonism with that of Mancini rulers of the nearby capital Cosenza, ended suddenly with the notification of home stunting that lets between remorse and memories of moments and battles for him and his unique and unforgettable companions. Municipal political first, then national and regional, Sandrino had laid the laurels of the hammer and sickle symbol and the book that was the roaring of a rendese socialism. A municipal socialism that almento regard the beautiful image of modern and rational city at that time was real Le Corbusier of the bribes, the famous architect Clean Hands Silvano Larini, holder of the current account 633,369 UBS in Switzerland, said "account protection ", which, with its calls for complicity (confirmed by Licio Gelli) provoked the resignation of Minister Claudio Martelli, designer and signatory own Plan elaborated the Calabrian town where it was placed the first campus of the national university history, Arcavacata fraction . A stained city, a province under attack. A shot in the face that somehow affect the image 'politically correct' and untouched of the Democratic Party of Calabria and the then President of the Province of Cosenza and today President of the Region of Calabria Mario Oliverio, a regional leader of the democratic current that is part of the national secretary Pier Luigi Bersani. collective drama for rendese community that yesterday was a showpiece, and now nothing but a withered flower, approved the social scene and amoral of Calabria, the region gutted horde mafia, the hidden order of a basement where move eggheads and laborers, the subsoil from which flows the mud that has stained with dirt and corruption, white-collar workers of the policy. _vitobarresi@CambioQuotidianoSocial