CATANZARO CITTA’ DI GOLFI e OSPEDALI SENZA NOME
di VENTURINO LAZZARO
L'Elzeviro della Domenica
Cari amici, buona domenica. Oggi sembra chiaro, ma c’è l’umidità propria del cambio di stagione, e le articolazioni úrlano. Ho mio figlio in viaggio, alla scoperta della sua prossima sede di studi. Mi “scrive” da Torino, dove ha visitato l’Università, ma è rimasto affascinato da Palazzo Madama, dalla Sìndone e dal Museo Egizio. Ricordo, da ragazzo, le mie incursioni a scopo turistico-culturale nei posti più lontani e più diversi, e il fascino che alcuni di questi hanno esercitato su di me, e forse esercitano tuttora. Di Torino ricordo la mole Antonelliana, il Valentino, e lo stadio. Di Milano (a me più vicina al tempo degli studi) ho in mente il Duomo, ovviamente, il museo Poldi-Pezzòli, tante stradine suggestive, l’ultima cena di Leonardo, e lo stadio. Se penso a Padova ricordo S.Antonio, Via Beato Pellegrino, la cappella degli Scrovegni, e lo stadio. A Bergamo sono legato per alcune osterie della città alta, e per lo stadio. Il “taglio” culturale dei miei viaggi era tale che di Brindisi, Foggia, Avellino, S.Benedetto del Tronto e di Pescara, mi ricordo bene lo stadio. Per non parlare di Roma e dello stadio Olimpico (dove Palanca, in trasferta, spadroneggiava). Qui da noi lo stadio è intitolato a chi ha reso Catanzaro una Città sportivamente dignitosa, in quel momento, al pari (o forse meglio) dello standard nazionale. Oggi, c’è chi vorrebbe cambiare nome all’Ospedale Pugliese. Sarebbe come cambiare nome agli Scrovegni, al Valentino, al Ceravolo, al Petruzzelli. O alla Mole Antonelliana. Tutto si può fare, ma una “tijana” classica, se si chiamasse “teglia”, o “pentola”, sarebbe un’altra cosa, e forse non la mangerei. Oggi tagliatelle ai funghi porcini (secchi), …e qualcos’altro. Buon pranzo.