LE PAROLE SONO IMPORTANTI

VENTURINO LAZZARO
L'Elzeviro della Domenica


Cari amici, buona domenica. Da un paio di giorni il tempo è incerto, il vento disordinato e cangiante, e il mio galletto gira, e gira… “Le parole sono importanti”, dicevamo l’altra sera, citando Moretti. O meglio, parlavamo di nomi, ma la cosa non cambia. Anzi, per i nomi, forse, la cosa è ancòra più vera. Se avessi avuto un nome diverso, di certo non saprei nulla del mio omonimo nonno, che ho incrociato solo per poco, da piccolo. E invece questo nome bizzarro mi ha incuriosito, e chissà che alcune delle cose che faccio, che dico e che sono, non le debba a quel nome e a quel nonno. Che senso avrebbe chiamare un figlio “Gabriele” o “Futuro”, se dietro a quei nomi non ci fosse lo sforzo di portare in avanti a rimorchio (e scagliare in avanti con forza) un bagaglio di cose bellissime, di cose buone, o forse incerte, inconsuete a volte, ma sempre importanti. Senza memoria non c’è gusto neanche a inventare modi e cose diverse, più nuove, mai fatte, o fatte in modo diverso. Senza memoria non esiste la storia, e neanche il gusto di farla deviare, di farla migliore. Ricordo (felice di farlo) i giorni buoni, le buone persone, gli esempi più freschi, più sani, e ricordo le cose peggiori, sbagliate, i cattivi maestri, i giorni più neri. Tutto fa brodo. Chissà i miei figli che cosa ricordano (o ricorderanno), cosa resterà impresso nella loro memoria. Forse non quello che immagino, o quello che avrei sperato. Forse dettagli per me marginali, banali (ma forse rivelatori). Chissà. Io, per me, ricordo parole precise, e discorsi di altri, che sognavo e che avrei voluto, al momento giusto, ripetere. Ricordo mille dettagli, a volte marginali, banali (ma forse rivelatori) di facce, di mani, di spalle a cui avrei voluto essere uguale, o almeno a cui assomigliare. Si, davvero tutto serve, tutto fa brodo. Per esempio, ricordo benissimo come fanno la pasta (tagliatelle o spaghetti) a Londra. Mi fa sentire un gran cuoco. Buon pranzo.