ENI IN CALABRIA. Quando il Procuratore andò all’assalto delle Trivelle e poi l’indagine svanì

VITO BARRESI
Cambio Quotidiano Social Online


Fotoricordo il mare, fotoricordo tanto mare…Non ci vuole Capo Lacinio ma la colonna sonora di Enzo Jannacci per raccontare una storia normale avvenuta nell’ormai lontano settembre del 2011. Quando un bel mattino all’alba si vide spuntare all’orizzonte di un luogo ameno alla bella Italia un ecomostro d’acciaio in formato tatuaggio Eni. Apparve improvvisamente e si mise in posa marina in men che non si dica la piattaforma Gfs Key Manhattan battente bandiera delle isole Vanuatu, accanto alla piattaforma "Hera Lacinia Beaf". L'impianto mobile off shore della società "Transocean" si fermò nel mare di Crotone più di quattro mesi a due miglia circa dalla costa. Come e quando condotte, tubi e trivelle del gigante energetico, attraversano silenziosamente la storia del versante jonico calabrese, come hanno cambiando il volto di questa regione? Quella gigantesca piattaforma, per la prima volta nella storia giudiziaria calabrese su un tema così sensibile per via delle sue connessioni con l’assetto sismico e geologico del territorio, mise in azione la legge. Prima di qualsiasi altra casta della politica regionale, municipale e provinciale, quasi completamente assente di fronte a una presenza produttiva che riguarda tutti per l'incidenza economica e per il suo, non indifferente impatto ambientale e paesaggistico, a bordo di una motovedetta della Guardia Costiera, il Procuratore della Repubblica di Crotone Raffaele Mazzotta, si recò personalmente, nelle acque dove erano ormeggiati i pontili della piattaforma mobile che secondo Eni, supportavano ordinari lavori di manutenzione e la coltivazione di giacimenti da tempo sfruttati dal colosso degli idrocarburi. Giudice preciso e coraggioso, il Procuratore Mazzotta, quando giunse a Crotone si disse impressionato davanti a un territorio violentato. Per questo diede avvio alla prima indagine sulla situazione delle scorie e dei rifiuti nella città industriale, profondamente convinto purtroppo di aver fatto un lavoro limitato a un segmento del problema dell'inquinamento Eni, che non si circoscriveva, soltanto ai 23 siti sequestrati. L'avvio di un'indagine conoscitiva sulle attività metanifere sembrò aprire una nuova scena sul controllo e la corretta gestione delle risorse energetiche e del sottosuolo, magari nella speranza che avrebbe spronato la politica regionale e locale e le amministrazioni del sindaco Vallone, a non subire le decisioni degli altri ma a farsi parte attiva di un nuovo progetto economico e produttivo per la Calabria e il crotonese, che desse senso alla parola a quel tempo di moda, federalismo. Ma fu soltanto un’illusione. Sono passati cinque anni e dei risultati di quell’indagine conoscitiva sulle attività metanifere dell’Eni a Crotone non c’è né traccia né ombra. Di quell’indagine conoscitiva bisognerebbe comunque sapere, poiché si deve una risposta a tanti cittadini del luogo, si richiede il rispetto dell’ambiente e del territorio altrimenti vilipeso e denegato nella sua naturale istanza ed esigenza di giustizia e sicurezza pubblica. Tutto è caduto nel pozzo più profondo del dimenticatoio, della rimozione, della memoria perduta. E’ possibile che il fascicolo sia scomparso? Che in Procura nessuno ne sappia niente? A che punto arrivò quella pratica? Venne o no consegnata la relazione richiesta e commissionata al Procuratore Mazzotta? Perché non pretendere dalla Procura di Crotone che a cinque anni di distanza da quella ‘operazione trivelle’ di Mazzotta, non si tirino le somme e non si faccia chiarezza, eventualmente a tutto vantaggio sia del potente colosso multinazionale che della popolazione locale?


Addirittura vi fu anche chi si spinse a chiedere per quel magistrato la cittadinanza onoraria tessendone le lodi di vero e proprio eroe eponimo: “sarebbe veramente il caso di proporre la cittadinanza onoraria per una personalità così autorevole ed ancora in grado, a Crotone, di stare dalla parte dei più deboli. Le immagini del suo sopralluogo presso la piattaforma dell'ENI, a bordo di una lancia della Guardia Costiera, hanno alimentato in noi la speranza che si ripone verso chi ha il coraggio di opporsi ad un destino già segnato. Da anni ormai i nostri sforzi sono rivolti a dare un senso alla inquietante presenza dell'ENI, oscuro ente che sembra sia in grado di tutto, anche del movimento delle foglie, purché produttive.”

Ma poi, come mai tutto è finito nel silenzio seguendo la regola opportunistica del ‘zitto tu che sto zitto anch’io? O forse qualcuno ha fatto nel frattempo carrierismo politico nel settore ambientale?

E’ proprio vero, a Crotone il tesoro di Hera non sta nel Museo ma nel sottosuolo. E ci sono quelli che come un tempo facevano i tombaroli con le monete antiche adesso sanno come guadagnarci molto bene con il gas metano, l'energia elettrica, le pale eoliche, le biomasse e con il petrolio.

Per mettere fine alla corruzione, al mercimonio e allo scambio infame che ormai azzanna l'ambiente, minaccia la salute e il territorio, per sconfiggere la cricca anonima che comanda sul gas, l'energia e il petrolio bisogna scoperchiare coperchi e pozzi. Stabilire qual è il valore contenuto nel proprio sottosuolo di Crotone al più presto è una necessità vitale per questa città prima che verrano a dire che è iniziato il naturale declino dei vecchi giacimenti.

I nuovi giacimenti in acque profonde sono il prossimo passo delle attività di sfruttamento. Ecco perché la vera partita si gioca sulla ridefinizione dei cosidetti diritti minerari. Poichè un conto era il valore di questi nuovi pozzi dieci anni fa un altro è stabilire di quante volte nel frattempo si è elevato. Dietro il referendum c’è soprattutto il valore reale e la portata produttiva delle prossime trivellazioni.


ENI GAS&OIL. WHEN THE CHIEF PROSECUTOR ONSLAUGHT OF DRILLS AND SURVEY VANISHED - Fotoricordo the sea, fotoricordo so much sea ... It does not take Cape Lacinio but the soundtrack of Enzo Whittaker for telling a normal story took place back in September of 2011. When one morning at dawn we saw appear on the horizon of a place pleasant to the beautiful Italian a steel eco monster tattoo format Eni. suddenly appeared and sat in the navy installation in less than no time the Gfs Key Platform Manhattan flying the flag of Vanuatu islands, next to the platform "Hera Lacinia Beaf". The mobile plant off shore company "Transocean" stopped in the sea of ​​Crotone more than four months to about two miles from the coast. How and when conducted, pipes and drills of the energy giant, silently through the history of the Ionian coast of Calabria, as are changing the face of this region? That gigantic platform for the first time in the Calabrian judicial history on such a sensitive issue because of its connections with the seismic and geological structure of the area, put into action the law. Before any other caste of regional policy, municipal and provincial, almost completely absent in front of a manufacturing footprint that covers all the economic impact and for his considerable environmental and landscape impact, on board a patrol boat of the Coast Guard , the Public Prosecutor of Crotone Raffaele Mazzotta, personally went, in the waters where they were moored pontoons of the mobile platform according to Eni, supported ordinary maintenance and cultivation of long hydrocarbon deposits exploited by giant. precise and courageous judge, the Prosecutor Mazzota, when he came to Crotone impressed he said in front of a raped territory. For this he started the first survey on the situation of waste and waste in the industrial city, deeply convinced, unfortunately, I did a limited work in a segment of the pollution problem Eni, which was not limited only to the 23 sites seized. The launch of a survey on the activities metanifere seemed to open a new scene on the control and proper management of energy resources and subsoil, spurring the regional and local political and administrative authorities, not to suffer the decisions of others, but to be part active of a new economic and productive project for Calabria and Crotone, that would give meaning to the word at that time fashion, federalism. But it was only an illusion. Five years have passed and the results of that survey on cognitive metanifere Eni's activities in Crotone there is no trace or shadow. Cognitive that investigation should either know, since you have an answer to the many citizens of the place, it requires respect for the environment and land otherwise vilified and disavowed in its natural application and requirement of justice and public safety. Everything has fallen into the deepest pit of oblivion, repression, lost memory. It 'possible that the file is missing? At what point came that practice was or not delivered the realzione the Prosecutor Mazzotta? Why not demand by prosecutors in Crotone and five years away from that 'Operation drills' Mazzotta, not reckoning and not for clarification, possibly to the benefit of both the powerful giant multinational that of the local population? Vito Barresi Social Change Daily Online