Cari amici, buona domenica. Ormai è quasi tutto in fiore, fuori, e l’aria è profumata. In Europa, più su, invece fioriscono muri, recinti, contrafforti. Come se certe cose, come la primavera, si potesse contenerle. L’Europa sembra diventata un paese di santi, poeti e muratori. Quasi che governare sia l’arte di arginare, limitare, contenere. Potrebbe essere un’idea quella di un muro sul Corso, per contenere il traffico, o un muro davanti al CUP dell’Ospedale per limitare l’assalto dei pazienti (troppo numerosi). E penserei a un muretto in corridoio, per impedire ai miei figli l’accesso al bagno (che tengono occupato h24). Sembra un secolo da quando il crollo, anzi l’abbattimento di un muro, alcuni anni fa, sembrava avere aperto porte che parevano blindate, aveva reso lisce strade che erano sterrate, piene di ostacoli, sbarrate. L’idea di Europa che cresceva era un’idea di forza, di solidità, di intelligenza, che adesso c’è chi pensa di recuperare col cemento (ancòra). E invece (sembra un paradosso) ogni singolo mattone su quei muri aumenta la sua fragilità e l’idea di inconsistenza che dà al mondo. Per edificare un esempio forte di unità, di salute e di bellezza non servono mattoni, né cemento, ma adesso tornerebbe utile un piccone (altro paradosso). Oggi avevo pensato a tagliatelle, bolognese, cotolette, ma è troppo luminoso fuori, e sicuro finisce a pane e soppressata nel giardino. Con un po' di vino. Buon pranzo.