C’è un angolo a Bologna dove il ritmo della città che corre ti ferma e ti rallenta come a un semaforo rosso di memorie e ricordi. A quel civico di via Guerrazzi, seguendo in discesa il corso che si slarga al Portico dei Servi, ci vuol niente a entrare in una porta su strada che se giri lo sguardo intuisci subito di essere già dentro un’altra dimensione. Un racconto che al bar vicino con l’insegna al neon colorato che fa Bologna d’antan, un reliquario dei piccoli grandi affetti felsinei, ti sembra pure d’ascoltare i versi e la voce di Pafff…bum, un tuffo in fondo al cuore dell’Italia bella, crudele, felice e vincente degli anni 50-60.
di Vito Barresi
Dove se non altrove, se non qui, in questa città simbolo nel tempo e nel luogo del paesaggio di una vita che non c’è più, ad assaporare il pane col lievito madre e la farina che nessuno sapeva ancora chiamare biologica, in mezzo a quel poderoso esercito di riserva dove si gridava lavoro, lavoro e si correva a piedi lungo sentieri e carrarecce verso la più vicina stazioncina a luce fioca, la locomotiva degli anarchici orgogliosi vestiti di nero in fondo uguali e opposti ai parrini, i treni e le valige di cartone, il sorriso e la speranza di migliaia d’arrivi nelle sale d’aspetto di una grande stazione moderna.
Solo qualche solenne minuto di silenzio cala in te stesso a restare incantati di rabbia e di nostalgia davanti al film di un passato che risuona come nenia zigana e rom all’organetto del cantautore rock che ripete in coro “il passato di tanti anni fa alla fine del quarantanove è il massacro del feudo Fragalà sulle terre del Barone Breviglieri Tre braccianti stroncati col fuoco di moschetto in difesa della proprietà. Sono fatti di ieri…”
Nella Vetrina Figurativa c’è la mostra dei grandi quadri di Nzermu S.J.
Non è un allestimento commerciale eseguito per denaro ma adesso quelle tele, quelle pennellate che grondano di eroici suoni di tromba, zeppe e intrise di toni e sfumature dell’epopea delle lotte contadine, le bandiere rosse della libertà e del lavoro, il primo maggio dei braccianti di Melissa e Avola, dei mezzadri di Reggio Emilia e della colonia parziale di colline toscane, i latifondi calabresi e le campagne siciliane, sono anche in vendita.
Padre Anselmo il gesuita che a Bologna un pò tutti conoscono per quella sua figura minuta e ieratica con il basco in testa si vede ormai poco in giro come mi sussurra sottovoce il pizzicagnolo amico dei bei formaggi di toma presidiati da slowfood giusto accanto all'ingresso di Rete Loyola. Venne in Emilia Romagna negli anni 60 quando era notevole il movimento migratorio dalla Calabria e per raggiungere lo Stato Italiano impiegò circa due giorni.
Comprendere i movimenti che premono sui sestanti politici, culturali e religiosi delle società globali, capire il ritmo interiore di energie che stanno sconvolgendo l’Europa, restare attenti alle permanenze e alle variazioni che concorrono a illustrare un nuovo ‘inventario del mondo’, significa per Padre Anselmo continuare a partecipare e scrivere su questa vera e propria ‘Rivoluzione dei Clandestini’ che è il fenomeno dei Migranti.
Una spinta incoercibile che stravolge le geografie degli Stati Nazione più che la globalizzazione del libero mercato e che preme sull’acceleratore di una grande trasformazione epocale, vista all’orizzonte in Noi e i Clandestini, una lettera narrata a un suo vecchio amico artista in cui il gesuita bolognese tratteggia ‘l’attuale movimento migratorio’ come ‘un evento drammatico. Solenne. Imprevedibile qualche decennio fa. E’ un esodo incontenibile, irreversibile, di portata biblica.
E’ un vento che si manifesta alla mia visuale di ex politico e sindacalista (convertito su una stradicciola sulla ‘via di Damasco’) al di fuori di qualunque sistema o ordine politico e sociale. Oserei dire, imprudentemente con te che non sei credente, che è un evento al di sopra della Storia, anzi nella Natura, cioè sopra la Natura, appartiene al Soprannaturale.” Un fatto sui cui credenti e non credenti dovrebbero meditarci a lungo. E al più presto.
La biografia di Padre Anselmo è uno scrigno d’esperienze di vita, d’incontri, momenti di straordinaia forza e suggestione spirituale.
Oggi più che mai la sua militanza di fede e amore si specchia e prende un senso guardando a ciò che sta succedendo alle frontiere della Mittleuropa, la marca territoriale che fu stemma culturale di una civiltà raffinata e decadente, la stessa che rischia di finire nell’inglorioso e greve dettaglio della caccia ai profughi come fosse una battuta alla volpe, con i cani che annusano e abbaiano all’odore della miseria e della povertà, rovistando nei vagoni dei treni ad alta velocità in transito, perquisendo al millimetro i giganteschi pancali dei Tir di passaggio lungo i trafori, in uno spietato reward che i frontalieri non hanno mai fatto neanche contro i trafficanti di droga e di tabacco.
Alla sua veneranda età Padre Anselmo, il pittore dei poveri cristi, non smette giorno di pregare e scrivere i suoi libelli a favore della libertà e per il riconoscimento umano della cittadinanza universale agli uomini e alle donne, ai vecchi e ai bambini di un nuovo immenso proletariato in marcia nella nuova storia.
Lo fa sapendo che sono ormai in tanti coloro che continuano a credere ottusamente che ‘il clandestino è lo stereotipo d’incivile, sporco, delinquente, stupratore, ladro, ubriacone, infido… "
Ponendosi coraggiosamente sul limes, lo stesso confine difficile che già sotto Marco Aurelio era divietato a Marcomanni, Quadi e Iazigi, impediti con l’urto degli scudi romani di avvicinarsi al Danubio, di saltare dentro quel ‘vuoto sanitario’ istituito tra l’Impero e il barbaricum.
Anzi sa bene che ‘il nostro problema, quello vero, quello più profondo, di noi cristiani, non è la difficoltà di poter allargare le braccia agli immigrati. Il problema vero è il disprezzo: è il Razzismo. E’ il male del nostro cuore. Un male fermo, stabile, che ci perseguita fin dai tempi del nostro fratello Caino. Il problema vero è la totale mancanza di Pietà, pietà autentica, non pietismo ‘cattolico’ verso chi abbandona tutto (com’èstato per i nostri emigranti) e con moglie e bambini perde la vita. Nessuno vuole lasciare la propria casa per andare a morire. E mi si ripercuote dentro ancora intenso, intensissimo, quel Terrun…torna al tuo paese di quando io emigrai nel Nord Italia.”
May Day in via Guerrazzi front of Refugees Clandestine Father Nzermu S.J. - There is a corner in Bologna, where the rhythm of the city that runs stops you and slows you down as a red light to memories and mementos. At that number of via Guerrazzi, following downhill course that widens the Portico dei Servi, we want nothing to get in a door on the road and if you turn the gaze immediately intuit to be already in another dimension. A story at the bar near the colorful neon sign that makes Bologna of yesteryear, a reliquary of great little affected Bolognese, it seems even to hear the verses and the voice of Paff ... bum, a dip at the bottom of the heart Italy's beautiful, cruel, happy and successful years 50-60. Where if nowhere else, if not here, in this symbolic city in the time and place of a living landscape that is no more, to taste the bread with yeast and flour that no one could still call biological, amid that powerful reserve army where he screamed work, work and ran on foot along paths and cart tracks to the nearest small station in the dim light, the locomotive proud of anarchists dressed in black at the bottom equal and opposite to parrini, trains and suitcases cardboard, smile and hope to thousands of arrivals in the waiting rooms of a large modern station. Only some solemn minute of silence falls in yourself to be enchanted with anger and longing before the movie of a past that resonates like dirge Gypsy and Roma all'organetto rock singer in chorus that repeats "the past so many years ago at the end the forty-nine is the massacre of Fragalà fief on the Barone Breviglieri lands Three laborers struck down with musket fire in defense of property. They are made of yesterday ... "In Showcase Figurative there is an exhibition for sale of large paintings of Nzermu S.J. It is not a commercial construction performed for money but now those canvases, the brush strokes that are full of heroic trumpet sounds, wedges and drenched in tones and shades of the epic of the peasant struggles, the red flags of freedom and labor, 1 May of laborers Melissa and Avola, the sharecroppers of Reggio Emilia and the partial settlement of the Tuscan hills, the Calabrian estates and Sicilian campaigns, are also for sale. Father Anselmo, the Jesuit who in Bologna for a while everyone knows that her petite figure and hieratic with beret rarely seen anymore around came in Emilia Romagna in the 60s when it was remarkable migratory movement from Calabria and to reach the Italian State It took about two days. Understand the movements that press on sextants political, cultural and religious global society, understand the inner rhythm of energy that are shaking Europe, remain attentive to the permanence and variations that combine to illustrate a new 'inventory of the world', it means to Father Anselmo continue to participate and write to this real 'revolution of Illegals' which is the phenomenon of migrants. A boost irrepressible that distorts the geography of the United Nation more that the globalization of the free market and which presses on the accelerator of a great epoch-making transformation, horizon view We and Stowaways, narrated a letter to an old friend in which the artist Bologna Jesuit outlines' the current migratory movement 'as' a dramatic event. Solemn. Unpredictable few decades ago. And 'an uncontrollable exodus, irreversible, of biblical proportions. It 'a wind that occurs to my visual and former politician and trade unionist (converted on a little road on the' road to Damascus') outside of any system or political and social order. I dare say, imprudently with you that you are not a believer, that is an event beyond the history, indeed in Nature, which is above nature, belongs to the Supernatural. "One fact on which believers and nonbelievers should meditate as soon as possibile. VITO BARRESI Cambio Quotidiano Social Online