Cari amici, Buona domenica. Buon Primo Maggio. Non mi aspettavo l’acqua, oggi. Ma c’è quiete fuori, e l’odore del bosso arriva dentro casa. A leggere i giornali, questa settimana pare che non sia successo niente. Ma visto che da un pò le cronache grondano sangue e puzzano di marcio, qualche volta “Niente” suona come un gong di fine ripresa, come una sospensione, come un sollievo temporaneo.“Niente” è una categoria composita, non facile, variegatissima. “Non ho fatto niente” può essere una dichiarazione di innocenza, o il bilancio triste di una vita bigia. “Non ho niente” è un attestato di buona salute, o di indigenza estrema. “Che hai stasera?”“Niente”, è così, a volte, che iniziano dei confronti chiarificatori che ribaltano rapporti e situazioni. “Che abbiamo per cena?” “Niente”, ed è così che certe sere, a fornelli spenti, inizia un’aggressione smodata alla dispensa, tra conserve, sott’oli, boccacci di olive verdi, nere o infornate, pomodori secchi, carciofini, peperoni, cipollette in agro-dolce, tonno sott’olio o al naturale, cetriolini nani, funghi di ogni tipo, marmellate di cipolle, soppressate, pecorini, capicolli che da tempo aspettavano il giorno del giudizio, e provola fresca o affumicata, e fagiolini dimenticati, melanzane ormai tristi e altri sottaceti mai considerati. Dimenticavo i taralli, e la sardella. “Niente” è qualcosa a cui siamo abituati e, dalle nostre parti, è il frutto florido e maturo di ogni piano di sviluppo, di ogni fantasia politica. È tutto ciò che offriamo ai nostri giovani in cerca di un lavoro e di un futuro. Peccato festeggiare il Primo Maggio senza loro. Domani torno al lavoro dopo una breve pausa e oggi mi tengo leggèro. Per primo tagliatelle fresche alla bolognese. Per secondo…niente.