IL VANGELO SEGRETO DI MARCO PANNELLA NELLA LETTERA A FRANCESCO

20 maggio 2016, 19:07 100inWeb | di Vito Barresi

Vito Barresi
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Ancora una volta come era nei sinottici quadri che raccontano del suo stoico quanto proverbiale ‘caratteraccio’ di ribelle e libertario, per la sua uscita dal mondo, per dirla con Elemire Zolla grande appassionato dei mistici d’ogni tempo, Pannella aveva scelto di leggere, scrivere e recitare il suo apocrifo Vangelo di Marco.


E lo fece inviando, allegoricamente “pro manibus’, una lettera toccante, una posta senza protocollo, aperta e viva, a tratti persino lirica, ricca di un lucido sentimento e di una debordante commozione autentica, a Francesco di Roma. In quella missiva, che si volle opportunamente caricare del senso e della portata di un sofferto quando reale confronto tra due uomini solo apparentemente distanti e diversi nella prassi e nell’intuizione del sacro moderno e antico, s'intese parlare di giustizia, in quanto perfetta espressione della legge positiva e del diritto naturale.

E Pannella scrisse così quello che potrebbe essere ricordato non solo come un piccolo testamento politico a futura memoria, ma qualcosa di più spirituale, se si vuole religioso ma non canonico, l'espressione di un certo gnosticismo del capo carismatico, che venne inteso non come una dottrina ma nella specie di una prassi quotidiana, prima ancora che politica di più segreta salvezza personale, di gruppo e collettiva, coltivata attraverso la conoscenza della realtà, l’affermazione del carattere sacrale del diritto o dei diritti civili e non solo, inteso come il primato assoluto e biblico delle Tavole della Legge, le pratiche della disobbedienza contro le autorità illegittime, l’impegno per gli ultimi e i derelitti specie se incarcerati e condannati, i digiuni rituali, cioè l'insieme delle forme mistiche dell'ascetismo, tutti tratti ben sintetizzati in questa lettera, in questo Vangelo segreto di Marco, scritto da lui anticlericale e antipapalino, più o meno sempre dalla parte di Giordano Bruno e della Breccia di Porta Pia.

Magari anche convinto e divertito di scandalizzare sia i mangiapreti che i clerico fascisti, per dare un contributo ancora più avanzato al dibattito carente e asfittico nella res publica nazionale, europea e mondiale, sul sempre difficile e paludato confronto tra religione e stato, fede e ateismo, ragione e neocreazionismo, esternandosi pure dalle truculente battaglie sulle unioni civili e la procreazione alle coppie gay che in quei giorni incendiavano gli alti scranni del Parlamento e le sottomesse piazze delle plebi democratiche.

Un testo tutto ultroneo, spavaldamente avulso da quello scontro in fondo fatuo e fittizio, che struttura questioni nuove e diverse, i nuovi termini di un confronto sofferto, doloroso, oscuro, violentissimo che pervade il mondo di oggi tra quanti hanno la fede e quanti invece ne sono privati per scelta o per naturale inclinazione all'agnosticismo.

La Lettera di Marco apre uno spiraglio di comprensione che va oltre l'industrializzazione del 'new age'. Proponendo di allargare gli orizzonti della troppo francesizzante dialettica tra oriente ed occidente. Stilando un promemoria ad uso di chi crede e chi è escluso, tra i fedeli e i gentili, a cui da ora si potrà fare riferimento come fonte e testo fondamentale per mutare nel profondo i termini di compatibilità reali tra credenti e non credenti, laici, cristiani, seguaci di altre confessioni religiose.

Anelando a un superamento, all'avvento di una Terza Età dello Spirito, Marco Pannella intese usare la frase latina ‘spes contra spem’, scritta da Paolo di Tarso nella Lettera ai Romani, per esprimere ai propri seguaci quanto incrollabile fosse la fede del profeta Abramo “qui contra spem in spem credidit, ut fieret pater multarum gentium, secundum quod dictum est ei: Sic erit semen tuum”.

Cioè che “Egli ebbe fede sperando contro ogni speranza e così divenne padre di molti popoli, come gli era stato detto: Così sarà la tua discendenza.” Un messaggio alto, per la politica in corso quasi ultraterreno, che resterà nella storia del Paese, della società internazionale contemporanea, di un’Europa che si stenta a riconoscere e ad accettare per com’è andata a sbattere attualmente.

Con il solo fine di testimoniare, nella luce ultima della verità, la vicinanza totale, militante e permanente, la solidarietà politica, morale e civile, al Pontefice romano impegnato con ogni sua energia nella grande battaglia per la giustizia e l’accoglienza, contro ogni discriminazione geografica, razziale culturale e religiosa ai danni di un’immensa moltitudine di uomini, donne e bambini, la fiumana di una nuova umanità, le legioni e i manipoli di una gigantesca classe operaia senza lavoro ma al lavoro sulla catena di montaggio del riscatto contro la disuguaglianza, per la fratellanza e la libertà nelle case e nelle strade delle città e delle civilizzazioni future.

L’alta suggestione politica di questo testo è talmente forte, nella misura in cui esso viene messo nella prospettiva del divenire, proiettata in avanti nei prossimi cinquanta/cento anni.

L’articolazione del fraseggio e l’esplicazione del ragionamento sulle inconciliabili fazioni e sui conflitti e le contraddizioni, porta dentro a uno scenario di ineluttabile mutamento, la cui imminenza è scandita e scandagliata dall’urgenza non di un fasullo quanto strumentale scontro di civiltà, dalla battaglia stupida e truccata tra le fedi e le religioni, ma all'esigenza assoluta di dialogo tra chi crede e chi non ha mai creduto, tra chi sente la spiritualità come un'offerta vitale e costruttiva, un’opportunità, e chi detesta e rifiuta la religione, magari nel lacerante strazio della propria solitudine, nell’urlo rimbombante del nulla e del nichilismo.

In questo senso Pannella ha inferto un colpo durissimo a tutta una lunga tradizione laicista, anticlericale e anti papalina. Nella speranza contro ogni speranza che uscendo da questo blocco mentale sarà possibile chiudere le antiche porte per aprire con coraggio nuovi portoni.


Caro Papa Francesco,

Ti scrivo dalla mia stanza all’ultimo piano – vicino al cielo- per dirti che in realtà ti stavo vicino a Lesbo quando abbracciavi la carne martoriata di quelle donne, di quei bambini e di quegli uomini che nessuno vuole accogliere in Europa. Questo è il Vangelo che io amo e che voglio continuare a vivere accanto agli ultimi, quelli che tutti scartano.

Questa passione è il vento dello ‘Spirito’ che smuove il mondo. Lo vedo dalla mia piccola finestra con le piante impazzite che si muovono a questo vento e i gabbiani che lo accompagnano.

In questo tempo non posso più uscire, ma ti sto accanto in tutte le uscite che fai tu. Un pensiero fisso mi accompagna ancora oggi: ‘Spes contra Spem’.

Caro Papa Francesco sono più avanti di te negli anni, ma credo che anche tu ti trovi a dover vivere “spes contra spem”.

TI VOGLIO BENE DAVVERO TUO MARCO

PS.: Ho preso in mano la croce che portava Mons. Romero, e non riesco a staccarmene.


THE SECRET GOSPEL OF MARK PANNELLA IN THE LETTER TO FRANCESCO - Once again, as it was in the synoptic paintings that tell of his stoic as the proverbial 'bad temper' of rebellious and libertarian, for his exit from the world, to quote Elemire great Zolla passionate mystics of all time, Pannella had chosen to read, write and recite his apocryphal Gospel of Mark. And he did it by sending, allegorically "pro manibus', a touching letter, a mail without protocol, open and alive, sometimes even lyrical, rich in a glossy feeling and an overflowing authentic emotion, to Francis of Rome. In that letter, which would appropriately charge the meaning and scope of a suffered when real confrontation between two men seemingly distant and different in practice and in the intuition of the modern and ancient sacred, was heard to speak of justice, as perfect expression of positive law and natural law. And Pannella wrote so what could be remembered not only as a small political testament for future memory, but something more spiritual, if you want a religious but non-canonical, the expression of a certain Gnosticism Panella, who was seen not as a doctrine, but in this case a civil practice before personal salvation policy, group and collective through knowledge of reality, the affirmation of the sacred character of the law or of civil rights and not only the practices of disubbididienza against illegitimate authority, the commitment for the last and the forsaken especially if imprisoned and sentenced, ritual fasting, that is, the set of mystical forms of asceticism, well sintentizzatri in this letter, in this his secret Gospel of Mark, written by him and anticlerical antipapalino, more or less always on the side of Giordano Bruno and the breach of Porta Pia. Maybe convinced and entertained to scandalize both eater that clerical fascists, to give a more advanced contribution to the debate and deficient asphyxiated in the res publica national, European and global, the more difficult and pompous comparison between religion and state, faith and atheism, reason and neocreazionismo, esternandosi well by gruesome battles on civil unions to gay couples and procreation that in those days burned the high benches of Parliament and submitted squares of democratic populace. A text all beside the point, defiantly divorced from that encounter at the bottom fatuous and fictitious, that structures new and different issues, the new terms of a suffering, painful confrontation, dark, violent that pervades the world today between those who have faith and how many they are deprived by choice or natural inclination to agnosticism. The Letter of Marcus opened a chink of understanding that goes beyond the industrialization of the 'new age'. Proposing to broaden the horizons of too Frenchified dialectic between East and West. Drawing up a memorandum for use by those who believe and those who are excluded, between the faithful and gentle, who can you now see as the source and fundamental text for changing deep in terms of real compatibility between believers and non-believers, lay people, Christians , followers of other faiths. Longing for transcending it, the advent of a Third Age of the Spirit, Marco Pannella intended to use the Latin 'sentence Spes contra Spem', written by Paul of Tarsus in his Letter to the Romans, to express his followers what was unshakable faith of the Prophet Abraham "here contra spem in spem credidit, ut pater fieret multarum Gentium, secundum quod dictum est ei: Sic erit semen tuum". Namely, that "he believed, hoping against hope he would become the father of many nations, as he had been spoken, So shall thy seed be." A senior post, for politics being almost otherworldly, which will remain in the history of the country, of contemporary international society, of a Europe that is hard to recognize and accept for what happened to slam currently. With the sole purpose of witnessing, in the last light of truth, total nearness, militant and permanent, political solidarity, moral and civil, to the Roman Pontiff busy with all his energy in the great battle for justice and the reception, against all geographical, racial and religious culture against an immense multitude of men, women and children, the stream of a new humanity, the legions and handpieces a gigantic working class out of work but to work on the assembly line against ransom inequality, for brotherhood and freedom in the homes and in the streets of cities and future civilizations. The high policy suggestion of this is so strong, to the extent that it is put in the perspective of becoming, projected forward over the next fifty / one hundred years. The structure of the phrasing and the explanation of the reasoning on irreconcilable factions and conflicts and contradictions, brings in one of inevitable change scenario, whose imminence is marked by the urgency and plumbed not a fake as instrumental clash of civilizations, the stupid battle and made up between faiths and religions, but absolute need for dialogue between those who believe and those who have never believed, among those who feel the spirituality as an offer vital and constructive, opportunity, and those who hate and rejects religion, perhaps in the searing agony of his own solitude, nell'urlo rumbling of nothingness and nihilism. In this sense Pannella has dealt a severe blow to a whole long tradition secular, anti-clerical and anti skullcap. Hoping against hope that coming out of this mental block will be possible to close the old gates to open new doors with courage - Vito Barresi Cambio Quotidiano Social Online