ELIO TOAFF E LA CALABRIA. Quando il rabbino parlò della Cabala Ebraica nel Sud Italia.

27 maggio 2016, 16:30 100inWeb | di Vito Barresi

VITO BARRESI
Cambio Quotidiano Social Online



Sguardo arguto, occhi mobili, sorriso dolcemente pronunciato, quasi sottaciuto. Era un autentico toscano, ma un toscano diverso. Veniva da Livorno, città d’arte, di mercanti, di sinagoghe, di memorie. Elio Toaff, a quel tempo era il rabbino capo della più importante comunità ebraica d’Italia, quella di Roma, venne in Calabria nel lontano 1986 per partecipare a un convegno dedicato alla storia degli ebrei in quella regione. Parlò di tradizione e di esoterismo. Affascinò, con un intervento colto e approfondito, il pubblico presente che lo seguì come incantato, ammutolito. Poi ci collocammo in una piccola stanza attigua alla sala della conferenza per un’intervista. Si poteva fantasticare abbastanza trovandosi di fronte a un uomo della memoria storica nazionale ed europea, rappresentazione viso a viso di una cultura millenaria, l’espressione di una permanenza spirituale stratificata e nascosta, attuale ed ancestrale. Risalire in qualche modo a qualche arcano, ai misteri e ai segreti di altre umanità passate, passando attraverso la legge mosaica, al “ De Arte Cabalistica”, alla 'gematria', agli alfabeti celesti e allo Zohar. Oppure ricostruire ambienti di vita quotidiana, la civiltà materiale che attesta la presenza ebraica nella piccola e grande storia del nostro Paese e delle sue regioni. Insomma entrare in una di quelle case di paese che odoravano di camomilla e di Torah, di petrolio, coloniali e silenzio. Lo ricordo molto bene quel momento quando lo intervistai. Lo ricordo nitidamente perché ebbi modo di avvicinare un protagonista della vita spirituale italiana, evidentemente munito della proverbiale pazienza di Giobbe, se poi come avvenne aveva aspettato con tenacia il solenne momento in cui spalancò le porte della Sinagoga di Roma a Giovanni Paolo II e ‘insieme entrammo nel Tempio. Passai in mezzo al pubblico silenzioso, in piedi, come in sogno, il papa al mio fianco, dietro cardinali, prelati e rabbini: un corteo insolito, e certamente unico nella lunga storia della Sinagoga. Salimmo sulla Tevà e ci volgemmo verso il pubblico. E allora scoppiò l'applauso. Un applauso lunghissimo e liberatorio, non solo per me ma per tutto il pubblico, che finalmente capì fino in fondo l'importanza di quel momento... L'applauso scoppiò irrefrenabile quando il Papa disse: "Siete i nostri fratelli prediletti e, in un certo modo, si potrebbe dire, i nostri fratelli maggiori". Riapro con rinnovato interesse una vecchia pagina che conservavo insieme alla lettera autografa con cui mi ringraziò e su cui trascrissi le sue parole che rileggo con attenzione: “sono venuto a Catanzaro per partecipare a questo convegno del Centro Gangale perché credo che riscoprire la storia del nucleo ebraico, attualmente esistente in Italia, sia un fattore importante. Noi abbiamo una tradizione che conta circa duemila anni di storia ininterrotta in Italia. Ricostruire la storia degli Ebrei, scoprire e studiare i vari centri regionali in cui si è sviluppata la presenza ed il pensiero della civiltà ebraica è una cosa importante e doverosa non solo per chi vuole studiare l’ebraismo ma anche per completare la storia d’Italia, considerando che le due culture si sono vicendevolmente influenzate.”


Toaff venne in Calabria non solo per dire qualcosa di nuovo sull’argomento, interrogando a tal proposito fonti anche inedite della letteratura ebraica, ma anche per ascoltare gli studiosi che erano intervenuti, per sentire da loro quale era stato il contributo degli ebrei alle varie singole storie dell’Italia meridionale e della Calabria in particolare.“ Ho incentrato la mia relazione, intitolata ‘L’importanza della Calabria nella Cabala Ebraica, su una documentazione inaccessibile al grande pubblico. L’Italia meridionale è cerniera di comunicazione fra Europa, Nord Africa e Oriente e riveste una grande importanza per la formazione del pensiero ebraico.”

Il Rabbino accennò alla mistica ebraica e all’influenza che su di essa ebbero alcuni pensatori ebrei calabresi. Egli si soffermò in particolare sui ‘sette santuari’. Nella sua ricostruzione storiografica entrò con nettezza e tanto mistero la figura del ‘calabrese’ Abraham Abulafiya, proveniente da Saragozza, giunto in Calabria intorno al 1240, proclamatosi Messia, uomo e pensatore che assunse le caratteristiche e l’importanza di un profeta apocalittico.

Abulafiya viaggiò da Occidente a Oriente, tentando persino di convertire a Roma nel 1281, papa Martino IV al giudaismo. Tentativo che pare fallì solo perché quel papa nel frattempo prima della riconversione incontro la morte. La Calabria chiamava i cabalisti, la Cabala richiama la Calabria. E poi, si può anche aggiungere, nell’economia e nella costruzione della ‘gematria’ non risulterebbe, forse, che i due termini abbiano in comune lo stesso numero di lettere alfabetiche?

Sempre in quel convegno Elio Toaff tratteggio il profilo di ‘Vidal il calabrese’ che espose e commentò il suo insegnamento nei sei volumi dell’Etz Hayum o Otz Chum (L’albero della vita) e di Alonso Nunez, marrano poi riconvertitosi con il nome di Abraham Herrera che pure, si è avanzata ipotesi, potrebbe identificarsi con lo sconosciuto iniziatore alle arti magiche di Tommaso Campanella.

Le tre vie per l’evoluzione dello spirito indicate da Abulafiya si fermarono sullo sfondo. Incalzavano le tematiche coeve agli anni Ottanta dello scorso secolo, come giudicare in sostanza il riemergere dell’ebraisno antico nella cultura occidentale di fine secolo.

Toaff mi disse questo: “non posso affermare che oggi ci sia in Italia una figura di spicco della cultura ebraica. Qualche anno fa viveva ancora Dante Lattes un uomo che ha dato un contributo notevole alla cultura italiana. Una delle caratteristiche dell’ebraismo italiano resta in ogni caso quella di saper attingere, come un tempo, dalla cultura dominante, filtrando sempre i caratteri originali della propria storia e della propria identità. Oggi i problemi sono diversi. Chi ha vedute concordanti su alcuni temi fondamentali della nostra vita non può fare a meno di unirsi, per far trionfare determinati ideali. Ecco il recente incontro delle religioni ad Assisi è un esempio fondamentale. Ci siamo ritrovati tutti su un piano di eguaglianza per pregare e discutere sul grande problema della pace. Il vero problema dei nostri giorni tempi. Ma vi sono altri contributi che l’ebraismo può dare in questa fase dominata dal declino dei valori. Ritengo che sia giunto il momento di cercare delle alleanze per rinvigorire la morale, rinsaldare la famiglia, costruire la pace.”

A quel punto Toaff passò a sostanziare la sua idea di pace: “io credo nella ricerca di una pace giusta per tutti. E quando parlo di pace non parlo di essa solo in senso limitativo, la pace come opposto della guerra ma in quanto armonia, rispetto delle idee altrui, di accoglimento delle religioni su un piano di eguale dignità. E, infine, della pace dell’individuo con se stesso. Nella Scrittura vi sono tante parabole su questo argomento. Pensiamo a quando l’Eterno promise a Noè che non avrebbe più mandato il diluvio. Questa è una testimonianza. L’arcobaleno con i suoi colori rispecchia quella ricerca, quel desiderio profondo di pacificazione.”

Solo pochi mesi prima Toaff era già passato alla storia come il rabbino che aprì il varco alla pacificazione con il cattolicesimo: “E’ stato un incontro di grande intensità. Tutto il mondo né ha parlato. Intorno a quello che può essere considerato l’avvenimento più importante di questo periodo si è registrato un coro unanime di plauso dagli Stati Uniti all’Europa. Persino in Cina e in Giappone ne hanno parlato i giornali. Ecco il Papa, venendo nella Sinagoga di Roma, ha ammesso che più di ‘qualche volta’ anche i cristiani hanno sbagliato. E’ stato un avvenimento importante non solo per l’ebraismo quindi, ma per la Chiesa.”

Domandai al rabbino se quell’incontro avrebbe potuto preludere, spianare la strada con altre fedi orientali: e lui rispose: “noi non abbiamo preclusioni verso nessuno. Ci muoviamo a tutti i livelli senza confondere le discussioni attuali con le dispute teologiche. Cerchiamo di realizzare una maggiore comprensione fra gli uomini.” Poi gli chiesi con quali parole interpretava quegli anni e lui non esitò : “il libro di Isaia è un inno, un richiamo continuo alla pace, al giusto , all’onesto. Nella parabola del lupo e dell’agnello c’è la cronaca dei nostri giorni. Infine il Creato si unirà e l’uomo deve seguire questa strada per non andare incontro alla catastrofe.”

Non aveva dubbi il rabbino di Roma. Per lui chi studia la religione ritrova armonia e concordia. Gli ebrei nel mondo sono ancora una volta chiamati alla testimonianza. Difendere i diritti umani gli sembrava il compito più urgente, perché solo esercitando le regole della propria religione significa vivere la libertà.”

Quando inaugurerà una nuova sinagoga in Calabria? “Se ci fossero gli ebrei o ritornassero in questa bella terra dai cedri più puri del pianeta, lo farei con grande gioia ed entusiasmo. Speriamo allora di potere salutare presto questo evento.”


ELIO TOAFF AND CALABRIA. WHEN THE RABBI SPEAK CABALA OF JEWISH IN SOUTHERN ITALY - Look witty, moving eyes, smile softly spoken, almost omitted. It was an authentic Tuscan, but a different Tuscan. It came from Livorno, a city of art, of merchants, synagogues, memories. Elio Toaff, at that time was the chief rabbi of the most important Jewish community in Italy, one in Rome, was in Calabria in 1986 to attend a conference dedicated to the history of the Jews in that region. He spoke of tradition and esotericism. Fascinated, with a cultivated and extensive work, the audience that followed him like spellbound, speechless. Then we first placed in a small room next to the conference room for an interview on the topic. He could fantasize enough when confronted with a man of national and European historical memory, face representation in the face of an ancient culture, the expression of a spiritual stay stratifies and hidden, current and ancestral. Traced in some way to some arcane, the mysteries and secrets of other humanity past, through the Mosaic law, "De Arte Kabbalistic", the gematria, the heavenly alphabets and the Zohar. Or rebuild everyday locations, the material civilization which certifies the Jewish presence in the small and great history of our country and its regions. So get into one of those houses of the village smelling of chamomile and the Bible, petroleum, colonial and silence. I remember very well that moment when I interviewed him. I remember because I was able to bring a protagonist of Italian spiritual life, possessing the proverbial patience of Job if he had waited as happened with tenacity the solemn moment in which threw open the doors of the Synagogue of Rome, John Paul II, and 'together we entered the Temple . I passed in the midst of the silent audience, standing, as in a dream, the pope beside me, behind cardinals, bishops and rabbis: an unusual parade, and certainly unique in the long history of the Synagogue. We climbed on Tevà and we turned it into the audience. And then the applause broke out. A very long and liberating applause, not only for me but for the whole audience, who finally understood the way down the importance of that moment ... The applause broke out unrestrained when the pope said: "You are our dearly beloved brothers and, in a certain way, you could say, our elder brothers. " I keep the page on which I wrote down his words that I read with renewed attention: "I came to Catanzaro to participate in this conference of Vangale Center because I believe that rediscover the history of the Jewish core, currently exists in Italy, is an important factor. We have a tradition that has about two thousand years of uninterrupted history in Italy. Reconstruct the history of the Jews, discover and study the various regional centers where it has developed the presence and the thought of Jewish civilization is an important and necessary thing, not only for those who want to study Judaism but also to complete the history of Italy , whereas the two cultures have influenced each other. " Toaff was in Calabria not only to say something new on the subject, questioning in this regard also indite sources of Hebrew literature, but also to listen to the scholars who had intervened, to hear from them what was the contribution of the Jews to the various individual stories and Calabria in southern Italy in particular. "I have focused my report, entitled 'The importance of Calabria in the Jewish Kabbalah, on an inaccessible to the general public documentation. Southern Italy is the hinge of communication between Europe, North Africa and East and is of great importance for the formation of Jewish thought." VITO BARRESI Social Change Daily Online