LA VENTUNO. ALGORITMO DELLA REGIONE DEI MIEI SOGNI GIOVANILI


VENTURINO LAZZARO
L’Elzeviro della Domenica
Cambio Quotidiano Social Online



Cari amici, buona domenica. Il cielo è velato, lattigginoso, ed è caduto il vento. Oggi è giorno di elezioni in più regioni, e con qualche differenza, il clima che si respira è dovunque malaticcio. Non so se sia più triste, dappertutto, il malgoverno o il modo (becero e piccino) in cui viene gestito e incanalato il malcontento. Da giovane, quasi per prendere le distanze, avevo teorizzato una forma di extraterritorialità intellettuale, che senza abbandonare il patrio suolo, potesse consentire a chi volesse di demarcare un limite, di non confondersi del tutto. Avevo inventato la 21a Regione (accanto alle 20 riconosciute) che senza confini, senza sede fisica, potesse raccogliere tutti gli insoddisfatti delle Regioni classiche, senza che si muovessero da casa. Una sorta di Regione virtuale (ad iscrizione libera), identificativa di individui, non di terre, che senza gerarchie amministrative, potesse "aleggiare" da Nord a Sud (o viceversa) a sostegno di chiunque avesse bisogno di identità, di supporto, di bellezza e libertà. Sul nome mi ero arrovellato (spaziando da "Arcadia", ad "Altera", a "Vespàlia"), ma poi avevo optato per un registro minimale, e avevo scelto, semplicemente, di chiamarla "Ventunesima", o ancòra meglio "La Ventùno". Ero giovane, ottimista e speranzoso. Pensavo fosse facile prendere il largo da quelli che credevo pochi, stanchi, pupazzi seminatori e raccoglitori d'odio. Invecchiando, sono più realista, metto i piedi a terra, e mi accorgo di stare già pensando a "Mondo2". Oggi riposo, anche coi fornelli, mentre ripenso a ieri sera: una cena d'altri tempi. Una cosa raffinata, misurata e ricca. Dell'altro mondo, appunto. Buon pranzo.