FUORI I SECONDI CON LA CULTURA NON SI MANGIA

VENTURINO LAZZARO
Cambio Quotidiano Social Ondine
L’Elzeviro della Domenica


Cari amici, buona domenica. Sembra bello, oggi, speriamo bene. Questa settimana se n'è andato Muhammad Alí, e a me è sembrato strano, quasi impossibile. È stato uno dei miei pochissimi idoli vincenti, praticamente senza avversari, dominante anche in caso di (rarissima) sconfitta. Chissà perchè mi ritrovo da sempre, in ogni competizione, a sostenere l'outsider, la sorpresa (in sostanza, il perdente), ma tifare Alí era (anche per me) quasi scontato, facilissimo. Il tifo (sportivo o no) è una sorta di destino, di vocazione, ma può diventare una iattura, perchè è bello l'impegno, il sudore, la speranza, e alla fine è bello il riconoscimento per una sconfitta onorevole, un'uscita a testa alta, ma il gusto anche sporadico di una vittoria, un sorriso che non sia amaro, un sudore non insapidito dalle lacrime, ogni tanto sarebbe salutare. Ma niente. Mai un campionato, una tappa, una ripresa. Mai un traguardo vergine, un gradino più alto, mai una coppa. Del resto, da secondogenito, l'arrivare dopo, in ritardo, l'ho interiorizzato, e in fondo non mi sembra neanche male. Ma, almeno ogni tanto, il gusto di imporsi, di gridare, sopravanzare, dominare, sbundare, sgominare, in fondo superare, e infine vincere, si vorrebbe assaporarlo, e per quella volta, per tutti gli incalliti "secondi" c'era lui, Alí. Vinceva, stravinceva con la baldanza, l'esultanza e l'irridente eleganza di un simpatico, irresistibile "secondo", arrivato all'improvviso da chissà dove, e mai con l'antipatica arroganza degli eletti, degli eterni "primi della classe". E cosí ogni tanto arrivava una corona mondiale, una medaglia, un ko, e poi (per me) un nuovo lungo purgatorio sportivo, fatto di sconfitte onorevoli, cadute rovinose, forature disarmanti... Ma era bello aspettarlo ancòra, a volte a lungo, per un'altra epica vittoria, a saldo. Oggi andiamo in Sicilia, in gita, per assistere alla rappresentazioni classiche di Siracusa. Si sa, "con la cultura non si mangia" (cit. Ministro dell'Economia), e quindi, per questa volta... colazione al sacco. Buon pranzo.