MIGRANT$? NOT WELCOME. I fantasmi del razzismo nell’estate della Riva Sud

26 giugno 2016, 20:01 100inWeb | di Vito Barresi

VITO BARRESI
Cambio Quotidiano Social Online


Migrant$...sulla stessa barca? Not welcome...Com'è profondo il mare, com'è profondo il mare... Il tag è apparso sul murales che sta proprio all’angolo del torrionetto di cemento armato che tiene al riparo dal franoso calanco una popolosa scuola elementare e una palestra comunale. Il significato sovrapposto al significante è ovviamente inequivocabile. Se proprio ci tenete a disegnarli sappiate comunque che ai migranti non troppo facilmente diremo quando arrivano siete benvenuti. Insomma caro amico Abdellah, ti scrivo, ti disegno e ti coloro a spray, ti ti ti ti…, una grande cartolina illustrata sul muro che sembra come sulle superfici urbane di una metropoli, e che proprio perché è colorato è qui e di per sé tutta un’altra storia. Migrant$...sulla stessa barca, che non approda nel porto turistico, che si salva nel mare aperto aggrappandosi alle Rescue Zone delle navi solidali e di quelle della Marina Militare e della Guardia di Finanza. Ma poi, poi qualcuno ci ripensa e ci segna e contrassegna un conclusivo spot finale semplicemente con un ‘not welkome’. Non credo che si tratti solo di un’ effimera ed estemporanea espressione di malsopportazione, di disagio socio-antropologico. In ogni caso il ‘manoscritto’ taggato colpisce perché nella ricostruzione del fatto ci sta pure la contrapposizione di due sensibilità, di due voci tra loro divergenti, cioè la manifestazione di un stato di apertura accanto alla denuncia di un disturbo, un reale cinismo più diffuso, il sentimento avvertito confusamente comunque di una minaccia a certo perbenismo e alla quiete della piccola comunità di provincia.


Migrant$ è per tutti i ragazzi crotonesi, evidentemente ad eccezione di qualcuno, un paesaggio divenuto ormai consueto. Il vero teatro della vita quotidiana in una città istituzionale che si ostina non vedere e affrontare il problema, neanche mettendo a disposizione un cesso per i bisogni che si fanno ovunque open air.


Migrant$ è per questo l’immagine di un progetto d’accoglienza diverso, più sensibile e umano, appeso come un quadro di una certa importanza, di dimensioni rilevanti e socializzanti, appeso come un 6x6 dipinto sul cemento armato, sotto una scuola che forse non casualmente s’accosta in parallelo, con il suo nome Antonio Rosmini, quello delle sette piaghe della Chiesa che Francesco vuole in mezzo ai migranti e che ad Isola è il faro spirituale della comunità rosminiana, che fa un tutt’uno con la Misericordia del campo d’accoglienza.


Insomma quel volto che a Crotone è invisibile e talvolta ampiamente negato nel bisogno di voler contribuire e costruire strade nuove di inserimento, oltrepassando la logica rigorosamente prussiana, tedesca, di una concreta e materiale quanto importantissima protezione dei rifugiati o dei tanti senza documenti che attendono all’elemosina e all’accattonaggio per le vie e dentro i parcheggi, sul piazzale dove arriva la tradotta che li fa andare e ritornare dal centro profughi sulla strada Statale 106, conosciuta ormai come Africa Road.


Ascolto spesso lamentazioni non sempre generiche sul fatto che Crotone manchi di senso civico e di partecipazione. Ma poi quando i giovani fanno qualcosa accade anche che vengano abbandonati a se stessi e che i luoghi dove si riuniscono o si ritrovano per incontrarsi, solo per chiacchierare, socializzare e relazionarsi con gli altri, divengano per il resto dei cittadini un problema e per le amministrazioni dei non luoghi in cui non si va neanche a fare un minimo di pulizia o a innaffiare qualche albero. In tutto questo c’è la contraddizione, la frattura generazione, il disinteresse o la negazione del comunicare liberamente?


Può darsi. Tuttavia dobbiamo provare a riflettere oltre ogni schematismo, magari evitando di rivangare un passato per cui questa villetta alla Rosmini dove c’è Migrant$, un tempo fu barattata con la cessione all’industria Pertusola di un parco di straordinario valore immobiliare e di importante valenza urbanistica, oggi in mano a Syndial Eni. Ma allora a che vale accanirsi per sminuire, a non ascoltare e a non voler comprendere il messaggio dei writers? Questo murales è stato realizzato dalle mani dei giovani non per incitare al disordine ma per esprimersi attraverso un intervento narrativo artistico, poetico, e dunque esemplare sul piano civico, con l’intento di trasformare la coscienza di tutti educando i cittadini al rispetto per i diversi e gli stranieri, andando oltre i canoni convenzionali di quelle elite che apprezzano l’arte solo nelle gallerie o nei cataloghi della valutazioni finanziarie.


Vorranno quindi le autorità preposte prendere nota e non volgere lo sguardo altrove perché questo Migrant$ in un certo senso è importante come l’arrivo in Porto delle motovedette di soccorso.


E quindi il nuovo Questore, che ha fatto discorsi di stimolo e rimotivazione, il Prefetto e il nuovo Sindaco solennizzare insieme questa ‘provocazione’ che va naturalmente stigmatizzata ma anche letta e compresa, con una loro presenza certamente non punitiva ma soltanto ‘pulitiva’ e smacchiante, contribuendo così a riavviare il motore di una presa di coscienza più alta a Crotone, quale città avamposto dei flussi migratori, fortezza della coesione solidale e dell’incontro tra mentalità, usi, consuetudini, religioni, sensibilità tra loro così tanto distanti ma improvvisamente ravvicinate dall’esplodere del fenomeno geopolitico del nomadismo e delle immigrazioni?


Personalmente, culturalmente, umanamente sono certo del loro immediato intervento, atteso come indicazione, orientamento, presa di posizione di fronte ad episodi d’involuzione pericolosi e civilmente degradanti.