A meno di novità delle ultime ore anche dopo il triangolare in terra sarda il Crotone resta ancora alla ricerca di uno sponsor che non c’è. Più o meno lo stato laconico dell’offerta e della domanda è certificato dal sito della società Vrenna dove appare un banner che reclama a intermittenza un ‘diventa sponsor, pubblicizza la tua attività allo stadio durante le partite del Crotone che per la prima volta nella sua storia disputa il campionato di Serie A. Oltre ad essere visibile agli spettatori presenti alle partite che i rossoblù giocheranno in casa, farai conoscere la tua attività anche a livello nazionale grazie alla presenza delle telecamere di Sky che trasmettono le gare del campionato. Contattaci subito.” Per quanto la linea sia attiva non vi sarebbero al momento chiamate significative in proposito tanto che gli stessi loghi che nel passato hanno contraddistinto i rossublù sono adesso ancora in stand-by. I marchi che si affollano attorno alla prossima avventura del Crotone sono comunque tanti molti dei quali a raggio di mercato locale, regionale e ovviamente anche nazionale e internazionale.
Ci sono quelli in house del cerchio magico che sta dentro la V&V, la holding di famiglia dei Vrenna Brothers vale a dire Salvaguardia Ambientale, la Spa capofila prossima a festeggiare i trentanni di attività, costituita nel 1987 e attiva nel settore della Raccolta, Trasporto e Conferimento allo smaltimento/Recupero dei rifiuti e nel settore Bonifiche ambientali, seguita da Sovreco, fondata 25 anni fa nel 1990, specializzata nella realizzazione e gestione di impianti per lo smaltimento di rifiuti e nella produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili (biogas,fotovoltaico,eolico), società proprietaria di due discariche nel Comune di Crotone, una per rifiuti speciali non pericolosi e una per rifiuti speciali pericolosi, la Mida e infine l’ultima nata nel 2008, la Miga Srl operante nel settore industriale e dei servizi per il recupero e lo smaltimento dei rifiuti non pericolosi, localizzata in provincia di Cosenza.
Accanto ai ‘gioielli’ di famiglia poi si annoverano altre aziende e tra queste la Metal Carpenterie, tra i più importanti appaltatori dell’Eni, ditta che ha fatto parlare molto recentemente anche per la ‘discesa in campo’ del fondatore e manager nella competizione politica elettorale e che adesso siede nel nuovo consiglio comunale di Crotone che ha rinnovato il proprio accordo per la retromaglia degli squali, conquistando una posizione di eccellente visibilità. E, infine, la BPER la potente banca popolare dell’Emilia Romagna con sede centrale a Modena nel cui consiglio d’Amministrazione siede il crotonese Giampaolo Lucifero, figlio di Francesco Lucifero barone di Aprigliano già presidente e padre storico della Banca cooperativa di Crotone incorporata dal colosso emiliano.
Per il momento il Crotone calcio non ha stemmi di grande rilievo mediatico e di marketing sulla propria maglia. D’altra parte non ci vuole neanche il consulto di esperti speciali e famosi luminari delle promozioni in economia calcistica e dello sport per comprendere che la maglia della neo promossa non ha poi, non diciamo una trascendente, ma neanche trascinante attratività. La città è quella che è per come è stata ridotta dai vari amministratori e dall’ultimo decennio di retrograda e inefficiente amministrazione dell’ex sindaco Vallone. Da venti e più anni segna con il suo mesto primato di fanalino di coda dell’economia nazionale un declino inarrestabile. Fabbriche chiuse, politica inquisita e condannata, contratti industriali falliti, aziende bruciate con il fuoco, assalto ai pozzi in mare e occupazione della centrale gas, fallimento di nuove fabbriche di racchette, fallimento della società aeroportuale, fallimento delle società di servizi comunali, chiusura della Provincia contenzioso e liti giudiziarie a non finire. Crotone appare tra gli investitori e gli imprenditrori d’Italia come un terreno minato dove occorre tanto coraggio per avventurasi. Così che la Cenerella della Magna Grecia viene anche definita il capoluogo più povero d’Italia.
Nonostante il cielo è sempre più blu solo nelle canzoni di Rino Gaetano tutto questo sembra una romanza cantata soltanto per le scampagnate visto che il turismo con un mare sempre pieno di merda non decolla e chi entra in torpedone nel centro cittadino avverte l’olezzo di fiumi puzzolenti, come l’Esaro raccontato sul Venerdì di Repubblica dal giornalista e narratore inglese Tim Parks orripilato da tanto solare e abbagliante abbandono. Insomma tanti svantaggi associabili alle immagini negative latenti e secondarie che certo non costituiscono argomenti di persuasione e di immagine per gli sponsor. Come è già accaduto per altre blasonate della Serie A e tra queste la Fiorentina, il Genoa, la Lazio, il Palermo, la Roma e la Sampdoria anche il Crotone potrebbe debuttare in campionato come un undici no logo.
Per l’aritmetica dello sponsor di maglia che si presenta di petto, di spalla, fronte retro ecc. l’ammontare del tesoretto promozionale sarebbe all’incirca pari a una torta di di 91 milioni di euro da spartire a fette, quasi tutte ingurgitate da Juventus e Milan, una con Fiat Jeep e l’altra con Emirates. La Zebra torinese incasserebbe anche quest’anno quasi 17 milioni, pari e patti come i cinesi di Berlusconi. Seguono l’Inter con Pirelli, il Napoli con Acqua Lete e Pasta Garofano, il Sassuolo con Mapei.
Quale sarà la maglia ufficiale del Crotone? Avrà qualche logo istituzionale tipo Regione o Comune? Il mercato pubblicitario del calcio sta attraversando da anni una crisi profonda dovuta alla caduta dei supporti tabellari, alla ristrutturazione dei media con il crollo degli ascolti televisivi delle tv locali, regionali e nazionali, alla crescita abnorme e talvolta sospetta di giganti mediali, all’incremento enorme di utenti e lettori unici enorme delle testate web, ovviamente non i blog o finti tali ma i veri e propri quotidiani online che operano nei territori.
Trovare un contratto per il Crotone Calcio non sarà facile. La società sconta tutti gli svantaggi di posizione che derivano dalla marginalità economica del crotonese e della Calabria. Anche se le opportunità non mancherebbero se qualcuno veramente cominciasse a credere che bisogna investire in maniera integrata e integrale nell’immagine comunitaria. Cambiando la sfavorevole posizione di partenza in un plus. Anzi in un ‘plus ultras’.