Da tifoso diffidato a consigliere comunale di maggioranza, eletto nelle liste che fanno capo all’alleanza campanilista Sculco-Pugliese. Questa la parabola virtuosa che ha fatto del neo consigliere Pisano Pagliaroli, l’uomo del giorno del palazzo di Città, l’ascesa alla ribalta di un personaggio chiave per capire quanto conta il calcio nella città di Pitagora sia ai piani alti del pallone, laddove è incontrastato il dominio dei fratelli Vrenna, sempre in vista tribuna vip e, di rimpetto o di rimbalzo, nei sottostanti spalti popolari e coreografici dove tutti aspettano il ritorno in gradinata del “sindaco” della Curva Sud. Nel campionato delle cose nuove e strane (chiaramente positive) che sta per iniziare a Crotone, Pisano Pagliaroli con la sua stazza e il suo peso politico calcistico nella tifoseria locale, ci sta tutto. Altro che soft power. Il suo è potere vero, duro come il cemento dei lunghi sedili scabri, all’ombra del glorioso Gladio di Pasquale e Forza Nuova. Un potere di rappresentanza e d'influenza da non prendere sotto gamba, conquistato ad alta voce con la pioggia, il vento, il sole, il freddo, l’entusiasmo e l’amarezza, inneggiando fino all’ultimo istante nelle partite in casa e in quelle sempre pericolose disputate in trasferta. Onore ai guerrieri della Curva Sud, i gladiatori dei tornelli rossoblù, quelli che lo hanno votato e quelli che non lo hanno suffragato del loro consenso. Sta di fatto che adesso per Pisano si pone un dilemma e non di poco conto: gli tocca per rispetto la tribuna oppure dovrà tornare al suo posto d’ordinanza? Gli ultras a Crotone tutto sono tranne che una congrega di perditempo. E per questo, raccontano alcuni suoi fedelissimi, Pagliaroli in questi giorni sarebbe molto combattuto tra la sciarpa da combattimento e la fascia perbenista del consigliere comunale delegato al supremo sostegno alla squadra del cuore al ballo delle debuttanti nel gran gala dell’euro calcio, con un big mondiale, l’iberico Atletico Madrid. Noblesse oblige, o se vi pare meglio terra terra, la 'figheria vuole sacrifici', come scrisse un mattino l’anonimo crotonese sul muro del Comune. Se è cosa buona e giusta saper spendere bene il primo minuto di celebrità, dalle parti del consigliere aleggia una certa 'suspence' sul possibile look d’esordio. Essendo ormai Pagliaroli in formato ‘double-face’ di lui che cosa preferite il lato A istituzionale di serioso consigliere del Municipio, o quello orgoglioso e identitario, il suo schietto e spontaneo lato B, 'movimentista' e militante?
Per quanto investito della nuova e pregnante responsabilità di carica, eletto in una lista dal levantino e bizzarro nome di ‘Araba Fenice’, la gioia del momento non cancella il ricordo di giorni amari e momenti tristi. Quelli che lui stesso, narratore in erba racconta in prima persona su una pagina del suo diario. Tutta una storia di vita, uno spaccato sociologico alla Bukowski dell’estremo sud che sfanga la dura vita del tifoso crotonese. Fraseggi e sentimenti che meritano, più che mai, l’omaggio letterario e culturale, dopo quello ricevuto dagli acuti selezionatori politici che lo hanno inoltrato nella carreggiata della vita pubblica locale:
“ieri mi è arrivata la notifica della diffida. Per la legge italiana sono una persona pericolosa perché ad Ascoli, dalle ore 12:45 alle ore 15 del 24 di ottobre, volevo fare un biglietto per assistere alla partita, con soldi e tessera del tifoso alle mani, come ho fatto in tutti gli stadi d'Italia. Mi potrei incazzare perché perderò un'ipotetica Serie A, dopo aver assistito a trasferte dove ci trovavamo in 5 in Serie C. Mi potrei incazzare perché, secondo me, è una porcata senza senso, ma non è nemmeno questo. Mi potrei imbestialire perché dopo aver fatto tanti sacrifici nella mia vita, aver rispettato anche le pietre a terra vengo trattato come un delinquente qualunque. Ma non è nemmeno questo. Allora mi rendo conto che ciò che provo è il rammarico, amarezza, delusione di aver portato in curva un ambiente per la tradizione violento, un’immagine pulita. Anche se era difficile abbiamo dimostrato negli anni come il mondo ultras non è ciò che descrivono. Io e i miei fratelli della sud abbiamo dimostrato quanto può essere bello onorare la propria città, sempre fatto come diceva un mio caro amico alla luce del sole. Ecco per questo sono stato punito perché ho amato troppo questo mondo e questi colori, ecco per cosa sono stato diffidato. E’ una azione extra calcistica colpendo, non solo Pisano Pagliaroli, ma tutta la curva stessa...Mi potete vietare 90 minuti ma non potrete mai proibirmi di amare una città, di onorare una maglia, di venerare i nostri colori, di essere fiero della mia storia.... non mollerò mai. Giudicatemi voi se sono una persona pericolosa...”
Altro chè… come la moglie di Cesare, Calpurnia, Pisano è, nonostante la brutta disavventura del diffidato, non una brava ma una bravissima persona. Uno di quelli che anche adesso che non sta più sotto porta, che non si aggrappa alla rete per gridare contro gli avversari, vuole continuare a dare più che mai il meglio di sé stesso. Certo non potrà più urlare, non è più acconcio d’arringare il popolo del tifo, fare lo speaker di parole che vanno oltre.In veste di consigliere comunale, tutto abito camicia e cravatta, si è fatto portavoce della tifoseria organizzata e degli appassionati di calcio con questa proposta: “Giocare anche a porte chiuse, ma a Crotone e non a Pescara”. Adesso la sua voce è pacata, slow, abbassa il megafono e alza il microfono, un sussurro alla corte di Ughetto, Flora, Enzino e Serafino.
Diciamo la verità ma Pagliaroli era meglio in piazza o a porte chiuse?