Calabria come Libia al rogo i capannoni industriali. Fuochi d’agosto sul Pon Sicurezza



Vito Barresi
Cambio Quotidiano Social



Altro che luce, trasparenza e legalità nei territori abbandonati dell’economia del Sud. Ovunque la cronaca è sempre più distante dalle solite solenni parole che recitano in copia per la stampa la litania politichese e burocratese del "riteniamo ci siano tutti i presupposti per confermare nella pratica il valore di un progetto che può essere replicato ed addirittura elevato a sistema nazionale." Solo riunioni a cascate, per convogliare in progetti quasi mai verificati nelle loro effettive ricadute, finanziamenti a fiume, gestiti da vari enti statali, regionali e comunali con i soliti rappresentati di ordinanza cioè prefetti, questori, comandanti forze dell'ordine, presidenti e vice presidenti della Regione Calabria, presidenti Unioncamere Calabria, Camere Commercio e direttori generali. Il Pon Sicurezza 2016, probabilmente come tanti altri precedenti ben investiti dalle somme dei Fondi Europei, potrebbe essere alla fine uno degli ennesimi fallimenti in tema di lotta alla ‘ndrangheta e alla criminalità organizzata che forniscono una pessima immagine dello Stato e delle istituzioni, oltre che uno scadentissimo servizio, a tutti i cittadini. Pon Sicurezza ovvero tutto fumo e niente arrosto? A poco più di un anno e mezzo della venuta in Calabria del vice ministro dell’Interno Filippo Bubbico, un personaggio chiave della cabina di comando renziana nel Sud, che con parole trionfalistiche ebbe a presentare il progetto “Illegal Network Security Intelligence and Detecting Resources”, finanziato dal PON Sicurezza con oltre 1,2 milioni di euro, rientrante nell’Obiettivo Operativo 2.7, per “potenziare la dotazione tecnologica della pubblica amministrazione”, al fine di migliorarne la trasparenza e l’efficienza, una delle iniziative di spicco per arginare il crimine e tutelare le imprese, non passa notte che tra i capannoni delle zone industriali calabresi non si viva con la paura di un incendio doloso e di vaste proporzioni.



E poi dicono che c’è la Libia, che da qui si vede bene il Golfo di Sirte e il quartier generale del terrorismo di stampo Isis. In Calabria il fallimento della prevenzione e della repressione del crimine è costantemente segnalato dal bollettino di fuoco diramato con puntale periodicità dai comandi dei Vigili del Fuoco.


Ferragosto alla brace tra i capannoni dell’area industriale a Crotone, già bacino di industrializzazione fallita. Ovunque c’è odore di bruciato. Soltanto qualche notte addietro due squadre di vigili del fuoco dotati di tre automezzi, si sono precipitati presso il Parco commerciale “I Fiori”, per un incendio sviluppatosi in un locale adibito a deposito. L’acre odore del fumo ha impressionato i commercianti della zona e i clienti che sostavano nei vari negozi si sono dati alla fuga. Il rapido arrivo dei pompieri ha evitato che l’incendio si allargasse ai depositi limitrofi, molto più ampi e soltanto divisi da una porta. L’ipotesi è che quanto accaduto non sia opera della natura ma dell’artificio doloso come già si è pensato per l’incendio scoppiato verso le 22,30 in località Passovecchio, quando le fiamme, sviluppatesi dopo un botto impressionante hanno carbonizzato un’azienda di materiale elettrico.


Il repertorio è ormai enciclopedico. Si indaga ancora per capire le cause che hanno scatenato l’inferno in un una azienda di rifiuti urbani a Torre Melissa, sempre nella stessa provincia di Crotone. Fiamme nella notte e sirene nell’aria, arrivano i nostri, due squadre dei vigili del fuoco con vari automezzi. 
Cinque compattatori e due autovetture sono state bruciate.
 C’è chi non scorda il 20 novembre di un anno fa. Erano pressappoco le 22.00, quando due squadre dei vigili del fuoco, con due automezzi, intervennero sempre nella stessa località al Passovecchio per un altro incendio di un capannone di rifiuti industriali e speciali smaltimento e trattamento. Un incendio di vaste proporzioni a un capannone abbandonato situato lungo la SS 106 in località Zigari.
 Sul posto accorrevano i vigili del fuoco del comando provinciale nel mentre, come al solito, gli agenti della Polizia di Stato avviavano le indagini per capire l'origine dell’incendio da cui si era sprigionata una colonna di fumo
 che bloccò il traffico sulla ex SS 107.


Si legge sui siti, purtroppo vistosamente non aggiornati, che il PON Sicurezza dovrebbe essere diretto a potenziare la dotazione tecnologica della pubblica sicurezza, con finanziamenti di milioni di euro. Progetti sedicenti e autoproclamati efficacissimi.

Del vice ministro dell’Interno Filippo Bubbico non si conosce il pensiero preciso su questi fuochi ininterrotti che affligono le aree ex industriali in Calabria. Anche perché sul fenomeno non si registra alcuna interpellanza parlamentare né di destra, né di centro, né di sinistra. Né tanto meno dei parlamentari del Movimento Cinque Stelle. Il vice ministro lasciò Crotone a conclusione degli impegnativi e proficui lavori del workshop “Intelligence e contrasto alla criminalità organizzata” tenutosi presso la Sala Pitagora della Camera di commercio. I Responsabili dell’Obiettivo Operativo 2.7 del PON Sicurezza salutarono i convenuti, accomiatandosi con l’augurio che tutto fosse “suscettibile di ulteriori sviluppi testimoniando quanto sia importante credere davvero nelle cose e non fermarsi all'ordinaria amministrazione". Perché quella offerta dal PON Sicurezza era un'opportunità eccezionale anche per risolvere il problema che le Pubbliche amministrazioni hanno con l'innovazione tecnologica: uno strumento fondamentale ma per il quale spesso i fondi non bastano. Intanto sopra le tante aree industriali della Calabria, intonse, sacralizzate dalle inaugurazioni ufficiali e poi subito abbandonate al loro destino, munite di cartelli monitori giganteschi che mai videro industrie, ciminiere e manifatture, passano le notti stellate.

Ricordare Cesare Pavese non avrebbe proprio senso. Letteratura non spazzatura. Altri in Calabria erano i tempi della “Luna e i Falò”.


Calabria at the stake industrial warehouses. Fireworks on August Pon Security - Other than light, transparency and legality in the territories abandoned the economy of the South. Wherever the news is increasingly distant from the usual solemn words that read copy for printing the litany of political jargon and gobbledygook "we believe there is every reason to confirm the the practical value of a project that can be replicated and even elevated to the national system. Only meetings waterfalls, to convey almost never occurred in projects in their real achievements, funding to the river, managed by various government agencies, regional and municipal with usually represented by an order that is different prefects, presidents and vice presidents of the Region Calabria, presidents Unioncamere Calabria, Chambers of Commerce and general managers. the Pon Security 2016, probably like many other previous well sums invested by the European Funds, could be one of the end nth failures relating to preventing the 'Ndrangheta and organized crime, which provide a bad image of the state and institutions, as well as a great disservice to all the citizens. Pon Security that is all smoke and no fire? A little more than half a year of arrival in Calabria of Deputy Interior Minister Felipe Bubbico, a key figure of the renziana cockpit in the South, who with triumphant words had to present the project "Illegal Network Security and Intelligence Detecting Resources" , funded by the PON Security with more than 1.2 million euro, falling Operational Objective 2.7, to "strengthen the technological equipment of public administration", in order to improve transparency and efficiency, one of the leading initiatives to stem crime and protect businesses, does not pass that night among the sheds of the Calabrian industrial zones do not live in fear of arson and severe. Vito Barresi - Daily Social Change