Intervista di Giuseppe Romano
Il calciomercato di serie A ha tenuto a battesimo l’ad Gianni Vrenna, il ds Beppe Ursino, i giovanissimi Raffaele Vrenna e Graziano Ursino, rispettivamente nei ruoli di Club Manager e Responsabile Scouting, impegnati a strutturare il nuovo Crotone per il campionato 2016/2017 nella massima serie. Il progetto era ridurre il gap tecnico dei pitagorici nel salto di categoria.
A conclusione delle operazioni di mercato, abbiamo sentito l’amministratore delegato, Gianni Vrenna.
Dopo tanti anni di cadetteria, quale è stato l’impatto al calciomercato di serie A?
“Un debutto totalmente diverso da tutti gli altri anni perché mi sono trovato a discutere con società, amministratori e direttori sportivi importanti. A dire il vero non me lo aspettavo pensavo fosse più facile invece è stato molto più difficile”.
Juric ha sempre sostenuto che la serie A appartiene ad un altro pianeta rispetto alla serie B, cosa c’è di vero?
“La serie A è tutto un altro mondo rispetto alle altre categorie, sia per qualità di giocatori, sia sotto tantissimi altri aspetti legati a ciò che gira attorno”.
Vi siete misurati con società che possono permettersi di spendere 20/30 milioni di euro per un solo giocatore quando; con queste cifre il Crotone è riuscito a mettere insieme più campionati.
“È un po’ diverso. Conoscevano già queste Società, con le quali abbiamo anche avuto rapporti di mercato nel passato. Solo che nella serie inferiore ti offrono giocatori da valorizzare. Questa volta ci siamo confrontati sullo stesso piano, con l’esigenza di allestire una squadra del valore di mercato e tecnico più elevato, giocatori già formati, della stessa categoria. Quindi, l’approccio è diverso: non cerchi più il giovane della primavera da far crescere, ma giocatori che hanno esperienze di serie A e con parametri d’ingaggio e di mercato più alti. Complesse anche la trattative con i procuratori nel risolvere l’esigenza di gestire una squadra equilibrata, senza sconfinare troppo dai propri bilanci”.
Un confronto non alla pari con “portafogli” di diversa disponibilità e la necessità di allestire una squadra che garantisca continuità non solo tecnica e di categoria, ma anche guardandosi dietro e considerando il fallimento di alcune società, anche blasonate.
“Assolutamente, si! Certamente non abbiamo fatto la stessa pianificazione finanziaria della serie B, perché in A ci sono maggiori risorse. Si è operato guardandoci alle spalle, considerando i rischi che la massima serie comporta. Ci siamo prefissati un budget più alto rispetto agli anni passati e cercando di rispettarlo, anche se, in realtà, è stato sforato, ma non ha importanza. Non si sono fatte mai pazzie e non ne sono state fatte nemmeno ora, perché vogliamo salvaguardare questo patrimonio calcistico che non appartiene solo a noi, ma a tutto il territorio e in particolar modo alla città di Crotone”.
Con quale spirito e aspettative si è affrontata questa campagna acquisti?
“Rispetto allo scorso campionato, abbiamo triplicato le risorse da investire, senza farci coinvolgere dalla emotività del momento e dagli stimoli che l’ambiente stesso produce. Abbiamo mantenuto la nostra identità e la logica operativa, con un programma di ben figurare in campionato”.
Avete aspettato fino alla chiusura, per concludere le vostre operazioni, alla maniera dei grandi club.
“La storia del calciomercato ha insegnato che le trattative si chiudono nelle ultime ore. Questo è valso per tutte le società, è stato così anche nei precedenti campionati ad esempio, quando negli ultimi giorni abbiamo portato a casa Ciano, Florenzi, Bernardeschi, Sansone… Anche in questa fase, la maggior parte delle operazioni di mercato sono state chiuse al fotofinish. Avviene questo perché trovi le squadre che hanno esubero di organici; calciatori che vogliono giocare e trovano poco spazio nelle squadre di appartenenza; giocatori che rescindono i contratti e si svincolano come, nel nostro caso, il terzino sinistro Mesbah.”
È andato tutto secondo le vostre aspettative o pensavate di fare qualcosa in più?
“Siamo andati per due giocatori e ne abbiamo portato a casa cinque, di capacità tecniche interessanti come il rumeno Cojocaru, portiere classe 95; abbiamo riportato a Crotone Crisetig, a due minuti dalla chiusura e, per i due attaccanti Falcinelli e Trotta, siamo stati impegnati nella difficile trattativa col Sassuolo, che ha richiesto tanto tempo, ma alla fine siamo riusciti a battere la concorrenza del Palermo e dell’Atalanta”
Il livello tecnico, secondo lei, di quanto è stato elevato all’interno della rosa che ha vinto il campionato di B?
“Posso garantire che è migliorato di tanto, tanto, tanto. Soprattutto perché sono entrati giocatori di esperienza e giovani che hanno militato nel campionato di serie A con società di grande importanza. Parliamo di Falcinelli, Trotta, Crisetig, Mesbah, gente di alto tasso tecnico. Dovevamo farlo per forza. Si è trattato di un atto dovuto verso la città e tutti quelli che ci hanno seguito”.
Siete andati oltre l’aspettativa di disputare un campionato dignitoso.
“Ritengo che si è allestita una squadra che può dire la sua, sicuramente con una salvezza tranquilla e che possa farci fare bella figura in campionato, perché, oltre agli ultimi arrivati, abbiamo preso Tonev, Simy, Dussenne. Siamo ambiziosi come sempre e vorremo dare continuità a quello che stiamo facendo. Per il futuro abbiamo lavorato e ci impegneremo in modo che il calcio a Crotone non finisca.”