Vito Barresi
Cambio Quotidiano Social
Il punto che adesso, rispetto allla tradizione delle lotte dei lavoratori, contraddistingue quanto avvenuto a Piacenza, dove davanti ai cancelli di un grande spedizioniere internazionale, GLS Italia, General Logistics Systems Italy S.p.A., una di quelle gigantesche catene della mobilità e dei trasporti, la macchina su cui si svolge senza sosta il moto perpetuo delle merci, attività elevata a simbolo ormai classico della nuova economia internazionale dei mercati globali, è stato travolto un sindacalista di base, iscritto e dirigente del sindacato Usb, sta certamente nei tempi così diversi dal passato, che forse in pochi immaginavano tornassero di così scottante attualità e contraddittorietà. Di per sé un operaio che muore mentre manifesta, o comunque, sta esercitando il proprio diritto alla libertà sindacale, è uno scandalo che difficilmente può e deve passare sotto silenzio. Ancor di più adesso che viviamo nell’epoca in cui declamiamo le lodi di una presunta, e tutta da verificare, Golden Age, età dell’oro, nuova epoca del Job Acts. I freni del corriere espresso che non si è fermato davanti al corpo del lavoratore egiziano, in un certo senso sono indicatori di una situazione sofferente, obiettivamente nascosta o marginalizzata, che ci aiutano a comprendere meglio la nuda verità dei fatti e dei rapporti di classe, si proprio così, i rapporti tra classi sociali oggettivamente e soggettivamente opposte tra loro, per come oggi si presentano nel nostro Paese. Essi evidenziano e segnano conflitti e tensioni nel mondo del lavoro, sopite, molto spesso represse da una aguzza e attenta gendarmeria della casta sindacalistica e ancor di più neopadronale. Fatti come questo non vanno sottovalutati proprio perchè non solo attivano il sentimento della solidarietà, ma in quanto sono il sintomo di un conflitto sociale fin troppo sopito, deviato, snaturato e distorto. La morte di questo lavoratore dovrebbe contribuire a disincantare immediatamente non solo gli addetti alle relazioni sindacli di piccole e grandi imprese, la corporazione ormai immensa della burocrazia giuslavorista, ma anche la gran parte della pubblica opinione che crede ancora che il sindacalismo più sorgivo e spontaneo, quello che nasce dai problemi concreti, dagli accordi non rispettati, dai soprusi e dalle angherie, sia soltanto quello da cui stare alla larga, magari perché contaminato da frange estremistiche, se non addirittura terroristiche. La magia occultatrice messa in atto dall’ideologia mercantilista e riformatrice, di cui il Presidente del Consiglio e segretario del PD Matteo Renzi è diventato il gonfaloniere, insieme al suo organo ‘ufficiale’ di Partito, che a ben guardare non è neanche più l’Unità del dimenticato Antonio Gramsci, si svela improvvisamente per quello che è, semplicemente e cioè, una colossale menzogna politica ai danni non di una ma di tutte le organizzazioni sindacali. Una beffa che ci ricaccia indietro all’era primordiale del primo movimento operaio, allorquando i martiri del progresso, dell’eguaglianza e della dignità si contavano a centinaia. Purtroppo con il passare dei secoli, ben presto dimenticati.
Tutti nel mondo operaio e sempre più precario della Piacenza sindacale conoscevano di persona, di vista o per sentito dire, l’egiziano Abd Elsalam Ahmed Eldanf, finito in una notte di lotta e di battaglie civili, 'on the road', sotto le ruote di un camion che lo ha colpito mortalmente, mentre partecipava a un picchettaggio. Aveva 53 anni e se ne andato via senza salutare i compagni, senza dare neanche un bacio, un addio, una carezza neanche a uno dei suoi cinque figli.
Lui non era un precario ma uno di quelli che ci metteva se stesso nella nuova prassi di fare sindacato di base dopo la scomparsa delle industrie, la chiusura degli stabilimenti, la fuga dei capitali nelle banche globali del capitalismo finanziario. Una scelta, un impegno, una milizia tutta vissuta all’interno di uno sconosciuto nuovo sindacalismo operaio la cui realtà, cultura e storia, è stata ed è, per non dire quasi totalmente, in gran parte oscurata alla vista, alla conoscenza e alla sensibilità degli italiani.
La maggioranza di questo Paese non conosce, invece, se non nei resoconti sprezzanti e stigmatizzanti di una cronaca giornalistica spesso falsa, subdola e ingiuriosa, quanta passione, quanta sofferenza, quanta tenacia e quanto coraggio ci voglia oggi per un lavoratore ai tempi del Job Acts, nel mettersi contro il cartello e il monopolio di 'imprese-sindacati-partiti', la cabina di regia che indirizza,comanda e orchestra con i media una continua e costante campagna di criminalizzazione degli scioperi, dei diritti, delle libertà extra-triplice, per denegare e delegittimare ogni altra iniziativa spontanea e organizzativa che cresce fuori dal selciato vellutato del consociativismo, del collaborazionismo e della cogestione della casta sindacale, divenuta un immenso impero finanziario del welfare con interessi nella finanza, nelle banche e nei fondi sovrani.
Più semplicemente, magari come ai tempi antichi degli IWW americani, l’operaio egiziano rimasto schiacciato dal mezzo guidato da un altro lavoratore, anch’esso ignaro dei suoi veri diritti e tutele, attingeva il suo agire sociale da un vissuto e da una prassi di libertà e iniziativa sui diritti inalienabili dei lavoratori, che in una realtà come quella italiana, si sono sempre più affievoliti per colpa di una omologazione mercantilistica e una mutazione ideologica della vecchia sinistra, la stessa che dirama dal Pci e giunge fino al PD, i cui dirigenti del passato e dell’attualità sono tutti colpevoli di aver tollerato, se non favorito o promosso, lo smantellamento di un solido impianto laburista, che andava dallo Statuto dei Lavoratori a ogni forma di tutela, mutualismo e assistenza sociale verso la parte più debole e soccombente rispetto al patronato.
Parlando con un cronista dell’agenzia di stampa LaPresse, Riccardo Germani, rappresentante sindacale di Usb in Lombardia ha ricostruito l’accaduto, affermando che "il conducente del camion che ha investito e ucciso il nostro lavoratore è stato incitato a forzare il picchetto da un preposto dell'azienda. Gli urlavano di partire, senza pietà, e lui ha schiacciato l'acceleratore investendolo e ammazzandolo.”
Secondo i dirigenti dell’Unione Sindacale quanto avvenuto “è la tragica conferma della insostenibile condizione che i lavoratori della logistica stanno vivendo da troppo tempo: violenza, ricatti, minacce, assenza di diritti e di stabilità sono la norma inaccettabile in questo settore - dichiarano i sindacalisti Usb - Il picchetto era stato organizzato per discutere del mancato rispetto degli accordi sottoscritti sulle assunzioni dei precari a tempo determinato".
Workers of Abdesselem life. The tragic end of trade union rights to the Job Acts times - The point now than in the past, characterized what happened in Piacenza, where at the gates of a major international forwarder, GLS Italy, General Logistics Systems Germany AG, one of those gigantic chains of mobility and transport, the machine on which it is carries on and on the perpetual movement of goods, high activity to become a classic symbol of the new international economy of global markets, was overwhelmed a basic union, writing and Usb union leader, is certainly in times so different from the past, perhaps in few imagined would return so topical and contradictory. Itself is a worker who dies while manifesting and exercising his right to freedom of association is a scandal that hardly can and must pass over in silence. Even more so now that we live in an age cuo we declaimed the praises of an alleged and to be verified golden age, golden age, new age of Job Acts. The courier brakes that did not stop in front of the body of the Egyptian worker, in a sense help us to better understand the naked truth of the facts and of class relations in our country. A disenchanted much of the opinion that begs believed that syndicalism more elemental is only one from which stay away because contaminated by extremist fringes or even terrorist. The magic mercantilist ideology and reform that the President of the Council and Secretary of the Democratic Party Matteo Renzi for years is continuing, together with his 'official organ' Party, which on closer inspection is no longer even the unit of forgotten Antonio Gramsci , suddenly reveals for what, just that is a colossal lie. A hoax that there pulling them back primordial era of the first labor movement, when the martyrs of progress, equality and dignity could be counted in hundreds. Unfortunately, with the passage of the forgotten centuries earlier. Vito Barresi Daily Social Change