Una Strega di nome Virginia. Giornalisti di regime e Manganelli Mediatici contro la Raggi

Vito Barresi
Cambio Quotidiano Social


Raggi di Stegoneria? Tremate, tremate le Raggi son Tornate… Propaganda politica e persecuzione ideologica nella caccia aperta dal Grande Inquisitore Romano? Sarà una sensazione inesatta, pressappoco quello che si percepisce confusamente, ma il rischio, ossia che prese tutte le dovute precauzioni, in fondo conveniva assegnargli questa parte di eretica, strega, 'benandante', diabolica, posseduta dal demonio e manovrata da poteri occulti. Anzi, bisognava cucirgliela addosso, subito, come una veste, un cencio, un abito da indossare ad un sabba infernale. E fargliela fare, recitare tutta da protagonista, aspettando i momenti di magia più nera, l’evento catastrofico della negazione assoluta, magari aspettando di giovarsi di ogni eventuale vantaggio aggiuntivo che ne potrebbe venire. Avranno previsto questo gli ideatori della campagna di demonizzazione contro la nuova eretica Virginia Raggi, pubblicamente accusata di stregoneria, in un processo mediatico aperto platealmente nel bel mezzo del mese infuocato del Sol Leone?


Come le comparse e gli attori in un tribunale, sul teatro globale della vita romana si è allestita una scena degna di un sequel storico del ‘Malleus Maleficarum’, si è messa in moto un’impressionante e spaventosa macchina del fango e del linciaggio a mezzo stampa, tenacemente e minacciosamente attuato da vere e proprie squadre d’azione di cronisti d’assalto, fortissimamente protetta, voluta e capitanata dal Grande Inquisitore fiorentino.

Una caccia alla strega che ha ormai toccato l’acme dell’inverosimile, presentandosi come una versione inedita e inattesa del sempre più complesso e sofisticato confronto tra governo e opposizione, potere e repressione, fatto di accuse, censure, processi, fascicoli segretati tipo XFile, pentimenti, confessioni e sconfessioni, esecuzioni simulate di peccatrici e peccatori, criminali anti sistema che attentano alla stabilità e alla sicurezza. Una novità non fastidiosa ma bellicosa che difficilmente si trova nella narrazione politica italiana se non in quella democristiana che additavano i comunisti trinariciuti, che similmente alla menzogna contro gli ebrei, avrebbero sacrificato e mangiato i bambini innocenti.

C’è in questo accanimento da parte del Grande Inquisitore Romano, e dei suoi principali sodali, nei confronti della prima cittadina di Roma, una latenza che incute terrore, qualcosa di apparentemente confuso e indecifrabile, una strana deriva all’attacco del politicamente diverso, dell’avversario dipinto come una diavolessa, della donna come soggetto e fonte dell’impreparazione, della strumentalizzazione di terzi, della posseduta, insomma di una minorata, una bambola senza testa, totalmente nelle mani di poteri occulti.

La sempre più cupa ambientazione barocca dello sfondo politico, l’ambiente e il retroterra che a dire del Grande Inquisitore sarebbe dietro e attorno alla figura di Virginia Raggi, con il passare dei giorni e delle settimane, si infittisce in un archivio di dichiarazioni incontrallabili che creano il carattere della personaggio, danno forma alle sue presunte e malefiche intenzioni,diffondendo una sorta di credenza popolare documentata, da una violentissima campagna di stampa sviluppata nel corso dell’estate scorsa.

Le agenzie di stampa, i telegiornali di stato e i giornali strillano i titoli e le dichiarazioni che fanno scalpore, curvandole all’impressione che ci sia del marcio e del delittuoso nascosto dietro l’insidiosissima libertà di parola come quando la Strega ‘vola’ a Palermo per presentarsi davanti allo Stregone Grillo alla kermesse dei Benandanti a 5 Stelle: "Quando abbiamo detto no alle Olimpiadi hanno tremato. Ma se hanno tremato per il no alle Olimpiadi, con il No al referendum vedranno la loro fine".


Agli occhi del pubblico che segue questa rappresentazione teatrale la Strega Virginia ha causato al Paese un danno incalcolabile che porterà disgrazie, fame e miseria alla Nazione. Rileggere in controluce le parole detteate alle agenzie può aiutarci a riflettere: "Il fatto di dire che non si fanno le Olimpiadi per timore della corruzione è una incredibile ammissione di incapacità da parte della dirigenza di quella città. I soldi delle Olimpiadi li puoi mettere nelle periferie di Roma se le fai, se no quei soldi vanno nelle periferie di Parigi e Los Angeles. Mi piange il cuore per i posti di lavoro persi a Roma, per le periferie di Roma".

Siamo di fronte a una tetra rappresentazione di propaganda politica che colpisce e frastorna. Accuse da Medio Evo, pesanti, tanto che Virginia la Strega sembra essere una che fa malefizi, mentre la legislazione del governo è sommamente benefica. Quasi come se il sentimento più profondo dlla storia tornasse in campo ancora una volta sotto le sembianze di un fiorentino inquisitore alla ricerca di un suo Savonarola da bruciare. In chiave moderna e d’attualità l’insostenibile leggerezza di un ritorno in forze di un virulento antifemminismo nella politica di una certo partito?


A named Virginia Witch. Tremble, tremble the Rays are back ... Rays of sorcery? Propaganda ideological and political persecution in the open season by the Grand Inquisitor Romano? It will be an inexact feeling, about what is perceived dimly, but the risk, that it took all the necessary precautions, basically agreed to assign this part of the heretical witch benandanti, evil, demon-possessed and manipulated by occult powers. Indeed, it was necessary ‘cucirgliela’ him, immediately, like a garment, a rag, a dress to wear to a hellish Sabbath. And make him do, recite whole protagonist, waiting for moments of black magic, the catastrophic event of the absolute negation, perhaps waiting to take advantage of every eventale additional benefit that could come. They will have predicted this the creators of the demonization campaign against the new heretic Virginia Rays, publicly accused of witchcraft, in an open media trial blatantly in the midst of the fiery month of ‘Sol Leone’? Vito Barresi Daily Social Change