Vito Barresi | Trasferta Libera | CN24
Dal palleggio al passeggio la linea è breve. Quasi come quella dalle Alpi alle Piramidi. Come si fa diventare un bravo allenatore giocando la palla in un nuovo stadio dell’estremo Sud? Non solo in campo, non solo in panchina, non solo negli spogliatoi, non solo alle conferenze stampa, ma anche semplicemente a fare quattro passi tra la gente in giro per la città che tifa per i colori del cuore. Davide Nicola non fa il divo in passerella passeggiando a piedi sulla via principale di Crotone, in un bel pomeriggio d’autunno, in una pausa del campionato che spegne le luci degli stadi per riaccendere la candelina profumata di vita normale come quella di un mediano. Complice il calendario della Nazionale, mai dire mai a un selfie tra i tifosi, cercare on the road il tempo perduto e non quello scaduto, per tirare un sospiro di sollievo, trovare un attimo per riprendere fiato da qui al prossimo fischio d’inizio, aprire un varco per riordinare le idee fuori stadio, studiare con calma una partita a scacchi, per riprendere in mano il modulo svanito, fare un respiro di socialità senza esercizi di riscaldamento, per buttare via nel profondo del proprio cestino tutti i matcht che un poco hanno deluso… D’altra parte come non cantare con i numeri della tabellina pitagorica. 4-3-4 oppure 883?... “ E' la dura legge del gol, gli altri segneranno però che spettacolo, quando giochiamo noi non molliamo mai, Loro stanno chiusi ma cosa importa chi vincerà, perché in fondo lo squadrone siamo noi, lo squadrone siamo noi…”
Davide è di pianta buona, geografia con le radici, il Piemonte dei Valdesi e del Valdismo. La sua città è Luserna San Giovanni, che detto in cortese piemontese si pronuncia Luserna e San Gioann, mentre nella madrigale lingua occitana, consimile a quella che da noi si parla a Guardia Piemontese, quasi canta un Luzerna e San Jan, un comune che conta 7.700 abitanti e fa parte della città metropolitana di Torino, in Val Pellice. Se questa è la cartina topografica, diverso è il racconto del luogo, patria storica e ideale dei Valdesi italiani che, nella vicina Torre Pellice celebrano ogni anno il Sinodo delle loro Chiese. A metà del 500 i valdesi erano nel pieno della trasformazione che li portò, nel giro di mezzo secolo, da movimento clandestino a chiesa riformata. Erano tempi di gran cambiamento, la guerra rimescolava assetti politici e spartizioni religiose, la predicazione riformata mieteva successi in tutti i territori del re di Francia, Piemonte compreso (che restò francese fino al 1559). Le Valli valdesi fungevano da roccaforte riformata da cui partivano i predicatori diretti ai numerosi gruppi di fedeli sparsi nella pianura e nella quale ci si poteva rifugiare per sfuggire all'arresto o all'esilio.
Ma chi ha inventato le fotoricordo e come sono arrivate fin qui sulla Riva Sud di uno splendido, azzurro e lontano Mediterraneo calcistico? Davide Nicola si guarda intorno attento, incuriosito, quasi scosso dai rumori mediterranei di un mondo tanto diverso dal suo ma pure adesso fortemente collegato alla rete globale dello spettacolo, alla grande catena mondiale del calcio, lo spettacolo planetario che muove interessi e passioni, mobilitando milioni di tifosi, esperti, capitalisti, investitori, tecnici, pubblicitari, giornalisti, editori, televisioni, insomma lo star-system dei media e dei grandi network.
Di piemontesi in Calabria c’è ne sono stati un volume enciclopedico. Nicola è il più recente tra loro giunto nella capitale della Magna Grecia. Per uno di quei semplici segreti del calcio sognato, incontrando il Mister, il trainer, l’allenatore degli Squali, a zonzo sul Corso viene di riflesso il pensiero laterale, l'angolo inverso. Sarà che siamo in terra di Pitagora, tra gioco astratto e percezione sensibile entro spazi geometrici a portata di mano, ma le sette partite, una pareggiata e sei perse, sembrano solo gocce d’acqua marina passate su uno schermo. Se li guardi da vicino vedi qualcosa che sfugge a prima vista: un diamante incastonato di futuro che tra virtuosismi e simmetrie confermerà, senza dubbio, che il Crotone resterà in Serie A.
Davide Nicola, the coach of the Waldensian valleys strolling through the streets of Crotone - The dribble to walk the line is short. How do you become a good coach playing the ball in a new stage in the Far South? Not only on the field, not only on the bench, not only in the locker room, not only at press conferences, but also simply for a walk among the people in the city Gioro cheering for the colors of the heart. Davide Nicola does the star on the catwalk walking on foot on the main street of Crotone, in a beautiful autumn afternoon, in a championship that break off the stadium lights to turn on the scented candle normal life like that of a median. Aided by the calendar of the national team, never say never to a selfie from the fans, look on the road the lost time and no past due to breathe a sigh of relief, finding a moment to catch his breath from here to the next kick-off , open a gate to regroup outside the stadium, quietly studying a chess game, to resume the vanished form in hand, take a breath without sociability warm-up exercises, to throw away in the depths of their trash all matcht that a little disappointed ... on the other hand as not sing with the numbers of the Pythagorean multiplication table. 4-3-4 or 883? ... "It 's the harsh law of the goals, but the other will mark that show, when we play we will never give up, They're closed but what does it matter who wins, because basically the squadron's us, the squadron's us ... " - Vito Barresi Daily Social Change