La Russia di Putin a Bologna è sempre più Trendy


Pierpaolo Barresi
Cambio Quotidiano Social


Mosca è sempre più trendy vista da Bologna. Anche sotto le due Torri, come scriveva Cechov, ‘ogni uccellino ha il suo timbro di voce’. E qui la ‘madre’ che nessuno più chiama socialista, è ancora un sogno realista del progresso, un desiderio inconscio che nessuna psicoanalisi collettiva è riuscita fino a oggi a rimuovere. In questa importante città europea, dove abita Romano Prodi, il politico più vicino a Putin, di un simile sentimento di simpatia russofona, te ne accorgi al tatto e al pizzico della nota. Quando si parla di truppe italiane inviate sul lungo e insensato fronte anti russo della Nato, oppure di un ritorno alla guerra fredda, se dici Russia al Mercato delle Erbe e di Mezzo o sui mezzi di trasporto, insomma in quei posti dove si possono raccogliere plateali sfoghi e piccole confessioni della vita quotidiana, scatta un riflesso condizionato, un sussulto che avverti nel cuore del popolo, la linea di una soglia d’attenzione particolare. E anche se tutte le storie e le microstorie della nuova Russia restano piuttosto sconosciute al grande pubblico, anche a causa della colossale e invadente demonizzazione di ogni fattispecie del genere russo, voluta, stampata, divulgata e messa in onda dal sistema dei media globali, può accadere che tanti giovani vadano insieme in un’aula di Scienze Politiche, proprio in quella dedicata al martire dell’alternanza democratica, il professor Roberto Ruffilli, iniquamente ucciso dalla Brigate Rosse, per raccogliere analisi e riflessioni della locale tink-tank di Limes, riunita per ascoltare il guru della rivista, il capo carismatico e fondatore di una prestigiosa istituzione di studi internazionali, Lucio Caracciolo, pronto a esporre la propria analisi sullo stato dell’arte tra i due blocchi dell’est e dell’ovest, insieme al console russo a Bologna Igor Pellicciari e al generale, già rappresentante dell’Italia nella Nato Giuseppe Cucchi.


Le cose sono profondamente cambiato nel volgere di pochi decenni. Quinquennio per quinquennio sulla scena bellica del mondo mai avresti immaginato di vedere i caccia bombardieri russi attaccare in diretta una città, un convoglio di terroristi, una regione a rischio della terra. Mai e poi mai, soprattutto dopo un lungo e incontrastato dominio dei cieli e dei bombardamenti da parte dell’onnipotenza a stelle e strisce, in Vietnam, in Cambogia, in Iraq, in Iran, ovunque nelle mappe stellari del pianeta. Certo, si dirà pure che, se è per questo, adesso gli americani sparano con i droni e i russi sono ancora in volo con i Su-35. Ma a questo punto lo scenario di una guerra possibile Nato Vs Russia ci sta, dentro allo sviluppo prossimo della storia universale. Troppi stereotipi sulla Russia. Manca la simmetria, Usa e Russia non si capiscono. Non c’è dialogo. La necessità di intendersi. Perché se oggi non stiamo vivendo una nuova guerra fredda ma possiamo trovarci come già annunciato in piena cyber war, con tutti i popoli del mondo che già avvertono la sensasione di un effetto filo elettrico. C’è tensione e non giova a nessuno. Siamo in una fase incerta, prebellica? Partiamo allora dal 2008, la data dell’intrusione degli Usa negli affari e nel seminato nell’ex Urss. Arriviamo così al 2013, l’annus horribilis per l’Occidente, con la guerra che torna, inizia e finisce in Europa. Un’ Europa che ha più che mai bisogno di una leadership. Si prenda ad esempio l’art. 5 del Trattato, ogni Paese agisce in autonomia

Ecco, in sintesi, tutti sappiamo che noi europei non facciamo la storia, ma la subiamo. L’Unione Europea ha molte colpe. Nessun passo è stato mai fatto verso la Russia. Invece bisogna fare come a Berlino dopo la caduta del Muro e l’unificazione di una metropoli cosmopolita fino ad allora spezzata. I tedeschi voltarono la testa verso Est. Addirittura un loro capo di stato divenne il presidente di Gazprom. La distanza aerea tra la capitale della Germania e Mosca era di poco più di un ora e mezza. Nella città ideologicamente meticcia, mezza occidentale e mezza orientale, mezza al buio e mezza in piena luce, si stampavano oltre dieci quotidiani in lingua russa. Poi tutto è svanito. La Merkel ha riportato i russi e la guerra proprio alle porte di Berlino, con il conflitto nella vicinissima e confinante Ucraina. Un duro monito da parte di Putin ai tedeschi, dopo quanto era accaduto con i bombardamenti a tappeto da parte della Nato, che distrussero Belgrado, ricacciandola indietro di oltre trent’anni.

Bisognerebbe far girare di nuovo le nostre teste e guardare il mondo con gli occhi della Russia. Cosa vuole la Russia? Indebolire l’EU. Putin uomo dell’anno. La Russia è in bilico tra benessere e sicurezza. Nel sistema sociale post comunista ha assunto un ruolo centrale una middle class molto appagata. Forse in questo c’è il segreto di una capitale che vuole distinguersi sempre di più nell’immensità del quadro asiatico e globale puntando alla bellezza e al buon gusto. Sotto le guglie del Cremlino si mangia bene nei ristoranti, talvolta ancor di più nelle case di chi abita lungo la storica via pedonale del centro. Solo per orgoglio patrio si avverte il sentimento anti occidentale tra la gente che vede in Putin più che un potente satrapo, un capo di stato molto determinato. Ma c’è chi accusa e va giù duro: in Russia domina uno spietato regime autoritario, militar-burocratico. Il potere si basa su un patto tra servizi segreti e burocrazia. Chi protesta finisce in prigione.

Ora è la Turchia, un punto interrogativo. La Siria, nel frattempo resta il teatro di guerra dove Usa e Russia si trovano a ridosso. Un bombardamento è sempre un bombardamento. Muoiono i bambini. In Ucraina la Russia si presentò impreparata, con il volto dell’ira per l’ennesimo tradimento subito sui propri valori etnici, linguistici, identitari che spesso sono un tutt’uno con le cose che riguardano influenza, sicurezza, risorse, coesistenza. In Siria tutto il palcoscenico è cambiato e la Russia si è presentata molto ben strutturata. Finisce l’incontro di Limes a Bologna. In strada si salutano gli amici, sfrecciano le biciclette ma non con la stessa attenzione per i pedoni che trovi ad Amsterdam. La Russia è sempre di più un sogno vicino. Si va con tanti voli a Mosca. Anche da Rimini. Si aspetta che finiscano le sanzioni. Sanzioni che evidentemente pesano. Che farà l’Italia? A Bologna arrivano gli Stomp. A Washington aspettano di sapere se arriverà Trump o ritornerà Clinton.


Putin's Russia in Bologna is increasingly Trendy - Moscow is increasingly fashionable view from Bologna. Also under the two towers, as Chekhov wrote, 'every bird has its own tone of voice'. And here the 'mother' that no one calls socialist, is still a realistic dream of progress, an unconscious desire that no collective psychoanalysis has succeeded to date to remove. In this important European city, where he lives Romano Prodi, Prodi, the politician closest to Putin, such a feeling of sympathy the Russian-speaking, you miss the touch and pinch the note. When talking about Italian troops sent on long and senseless anti-Russian front of NATO, or a return to the Cold War, in short, if you say to Russia Herb Market and Middle or on public transport, in short, in those places where you can pick blatant outbursts and small denominations of daily life, take a conditioned reflex, a start that you feel in the heart of the people, the line of a particular attention threshold. And even if all the stories and micro-stories of the new Russia remains fairly unknown to the general public, partly because of the massive and intrusive demonization of each case of the Russian general, ordered, printed, disseminated and broadcast by the global media system, can happen that so many young people go together in a classroom of Political Science, in that very dedicated to democratic alternation martyr, Professor Paul Ruffilli wrongfully killed by the Red Brigades, to gather analysis and reflection of the local tink-tank Limes, reunited to listen to the guru of the magazine, the charismatic leader and founder of a prestigious institution of international studies, Lucio Caracciolo, ready to present its analysis on the state of the two blocks east and west, together with the Russian consul Bologna Igor Pellicciari and the general, former Italian representative in NATO Giuseppe Cucchi. - Pierpaolo Barresi Daily Social Change