Vito Barresi | Trasferta Libera |
Illusione, dolce chimera sei tu… a Sassuolo svanita come in un lampo per un Crotone che resta in fondo. Non in fondo a quello 'blu sempre più blu', ma nella parte più profonda di una classifica a cui resta ancorato fin dal primo turno più come una cozza che non uno squalo. In attesa dell’anno zero e del giorno uno per il risorgimento in Serie A, per il presidente Raffaele Vrenna e il mister Nicola altro non resta di ripassare alla moviola non le immagini di una bella partita finita male ma mettersi a recitare qualche Limerik propiziatorio.
Già diciamolo pure che il Limerick è un po' come un fuorigioco calcistico in poesia. Un divano panca messo negli spogliatoi alla fine della partita per raccogliere a secchiate la delusione e a manciate la disperazione. Che altro si può chiedere se non prenderla con un nonsenso che vuol quanto meno far sorridere dopo che questo Crotone così carino, disinvolto, fru fru, ballerino e fragile va al Mapei Stadium, realizza il goal fulminante sulle ali di un Falcinelli in spolvero, e poi regge, soffre, gira in salita, annaspa, va pancia a terra, resta in trincea valorosamente ma infine cade rovinosamente al tappeto? Eroico, valoroso ma inconcludente? Non proprio a dire il vero, dopo che per ben 83 minuti, dicasi ottantatre minuti scritto in corsivo, a soli 7 dal 90°, era rimasto in meritato vantaggio.
Goal e dopo ancora Goal, con la selva post leghista che fischiava a squarcia lingua contro la squadra dei 'cutresi', e che stentava a credere persino ai propri occhi, dopo quasi novanta minuti di umiliazione e rabbia. Due sberle ad alto voltaggio elettrico che fanno prendere la corrente agli ospiti, mettendo in bambola l’intera squadra pitagorica, lasciandoli col culo sull'erba parmigiano-reggiana, o se si ama dire come gnocchi intortellinati, indorati e fritti.
E’ qui la festa? Così stavano ormai cantando sugli spalti della capitale mondiale della ceramica, la platea (che chiamavano terrona canea) per la prima volta compatta al seguito dei rossoblu, dopo l’esordio di Bologna. Quando improvvisamente un Sassuolo argentino mette la marcia, piglia il posto davanti, si mette una rosa in bocca e fa ballare il tango a Sensi e Iemmello che stordiscono Cordaz col casquet.
La sequenza è stata impressionante quanto la sentenza. Mancavano solo sette minuti per spegnere le luci e gli emiliani agguantano il pareggio con un tiro sbilenco dal limite dell'area. Dopo tre minuti rimarca Iemmello che mette a partita il 15°calcio d'angolo battuto dal Sassuolo.
Se stiamo ai fatti, ai passaggi tattici cruciali, il racconto della partita, a parte l’eroismo infruttuoso del Crotone, si racchiude nei cambi effettuati dai due allenatori. Quello del Sassuolo Di Francesco ha lanciato in corsa disperata Sensi e Iemmelo, che hanno sconquassato la difesa crotoniate.
Nicola, che aveva optato per la difesa a quattro, a centrocampo Capezzi, Tonev che rifiniva il tridente offensivo con Palladino e Falcinelli, incappava, al contrario, in tre clamorosi errori di percorso.
Richiamava Tonev per Rohden al 24' del secondo tempo, Claiton per Dussenne al 29' del secondo tempo, Martella per Mesbah al 32' del secondo tempo. In pratica una vera e propria escalation. Che ha aperto la porta di Cordaz al trionfo del Sassuolo.
Appuntamento per la prima dell’Anno Zero, all’Ezio Scida. Il ciuccio del Napoli contro lo squalo Crotone ultimo della classe. Speriamo che me la cavo...