Crotone Napoli 1-2. Crotone senza marcature non dribbla la sconfitta

23 ottobre 2016, 17:03 Trasferta Libera

Vito Barresi | Trasferta Libera


C’è qualcuno che sa leggere questa catastrofica sequenza di risultati negativi? Si, risponde la Curva Sud, con il grido unisono: “Nicolaaa… Nicolaaa… Si sente?” Ouverture casalinga per un Crotone che non dribbla la sconfitta e perde ancora con il Napoli conquistando il titolo di squadra gomma piuma della Serie A. Pubblico vivace, emotivamente teso per il debutto dei propri beniamini, con evidente delusione e contestazioni conclusive.

La Serie A si va sempre di più profilando come un cimento impari, molto complesso, anche se a guardar bene non è un torneo olimpionico ma una 'fiction' abbastanza alla portata anche di piccolissimi e più modesti club. Rispetto a questo dato di fatto i vertici della società crotonese, in testa Raffaele Vrenna, dovrebbero cominciare a riflettere seriamente, almeno per salvare sulla linea estrema la dignità dei colori e della maglia.

Con il Napoli di Sarri ha preso il via il festival dei grandi campioni che sgambano sul prato verde della città calabra dove la tifoseria vive ormai sull’orlo di uno psicodramma calcistico.

Una vera e propria tragedia magno-greca, attorno al tema principale della nuova scuola pitagorica: qual’è realmente la vera mission, la filosofia del Crotone Calcio? Inquadrare il campionato alla rovescia, capovolgendo le formule e gli schemi, oppure cercare di mettere più concretamente nel cesto altrui qualche piantina per scuotere l’albero dei punti?


Crotone tatticamente innocuo gioca come alla battaglia navale su un foglio a quadretti dove Callejon al 18’ affonda a passo d’uomo la prima nave nel porto franco di Cordaz. La scena si ripete con Maksimovic al 34' che sfrutta un’altro piccolo ma fatale errore dei difensori di casa e affonda ancora nella porta di Cordaz.

La domanda adesso è questa: ma perché è così facile fare goal a questo Crotone? La risposta è semplice: accade questo perché la filosofia calcistica di Nicola non prevede marcature ad uomo, non da carico ai difensori della sua squadra di stare alle costole dell’avversario, asfissiarli, contenerli, fermarli fin che è possibile. Una squadra così si vede solo nei campionati brasiliani ma non in quello italiano rigorosamente formato dai più grandi professori mondiali del catenaccio.

Certo si può dire un gran bene delle intenzioni di Nicola ma il rischio che esse siano esorbitanti rispetto alla storia più recente del Crotone Calcio adesso è ben evidente, anche dentro il recinto delle mura amiche. Comunque col batti e ribatti i padroni di casa riescono anche ad accorciare le distanze con Rosi.

Ma purtroppo è il 90’, a tempo scaduto, 89' per il tabellino, non si cantano messe neanche per chiedere un miracolo d’intercessione a San Gennaro.