di Vito Barresi | Trasferta Libera
Decibel di tifo che spaccano a mille quando dal dischetto piomba in rete una palla calciata da un Mazinger di nome Marcello Trotta. Urlo da stadio quando al 97’ Falcinelli fa volare il Crotone in rete e scuote finalmente l’ultimo posto in classifica, con prima partita vinta in Serie A e primi tre punti messi in serbatoio.
Tutto è cominciato con gli attimi da 45’ più un minuto di recupero quelli che hanno fatto tondo come una sfera un primo tempo giocato alla grande dal Crotone ma che rischiava di restare senza un concreto costrutto sullo score. Veloce come un lampo la battuta di Trotta non dava scampo al Chievo. Una compagine tosta e orgogliosa capace di resistere intonsa e vergine fino a quando l’arbitro Pairetto di Torino assegna un rigore proprio davanti ai propri occhi ai padroni di casa. Esattamente al 47’, palla sul gesso con inquadratura molto british, silenzio, scatto, stacco, bersaglio in rete, che manda lo stadio in olimpica e straordinaria coreografia acustica e di corsa il portiere Sorrentino negli spogliatoi. Crotone che corona un gagliardo primo tempo sia di ragione che di passione.
Anche nel secondo tempo il Chievo ha continuato a far brillare le belle intenzioni in serbo, con la sua tecnica del cannoneggiamento, la strutturazione di una partita in cui pure saltava la logica di una difesa dinamica tra il centro campo e lo svincolo del contropiede sempre in canna di Floro Flores, presto sostituito al 71’ del secondo tempo.
La Squadra veronese sebbene ben piazzata in ogni area del rettangolo, lesta a chiudersi a tenaglia di fronte agli inserimenti rapidi e corsari del Crotone, seguendo l’istruzione da panchina di farlo correre per stroncarlo al primo sbaglio, veniva letteralmente frastornata e psicologicamente intimorita dal fiato degli ultras, veri protagonisti dell’incontro.
Oltre 90 minuti di incitamento live, di quelli che difficilmente se ne vedono negli stati della massima serie calcistica nazionale. Dal piccolo palcoscenico dell’Ezio Scida di Crotone è andato in onda in rete 'champions' un vero e proprio spettacolo di sport ed entusiasmo che offre un'immagine vera, né dà il senso della differenza sociale e sportiva che si può mettere in gioco come arma pitagorica nel campionato dei grandi club.
La lettura della vittoria sul Chievo, è sì tecnico-tattica, ma soprattutto sta nella comprensione di un’inedita interazione, molto ‘social’ che si è aperta e realizzata dopo il pareggio sotto la pioggia con la Fiorentina tra l’allenatore Davide Nicola e la tifoseria rossoblù. Il feedback lanciato nella gara con il Napoli, 'Nicola... Si Sente?', dai gradoni sotto il Gladio, una volta stabilito ha funzionato.
Nel corso della settimana il colloquio e la comunicazione intercorsa tra il mister e i tifosi ha preso il tono di un vero e proprio crescendo rossiniano, durato fino a pochi minuti l’inizio della gara. Così connessi panchina, tribune e curve, quando Pairetto ha fischiato, tutti hanno cominciato a cantare, realizzando una concerto fatto di condivisione tra gli ordini a bordo campo e gli applausi dagli spalti. La squadra ha suonato la marcia ininterrottamente per tutti i novanta minuti.
Questo si voleva anche se come da copione nella fascia oraria dell’80’ il Crotone come al solito è caduto prigioniero dell’incantesimo della stanchezza. Ha cominciato a sbagliare rischiando grosso. Comunque una partita maschia quanto correttissima. A parte lo sketct davvero imprevisto tra Falcinelli e Trotta su chi battere il rigore che certamente sarà pellicola da cult e frame da Mai dire goal. Lo rivedremo sui media, se ne sentirà discutere nelle riviste televisive.
Ma anche questo fa clima, ambiente, nuovo carattere, curiosità, diversità che personalizza. Tutto per il verso giusto. Nicola va davanti ai microfoni di fine partita sapendo questa volta di non essere accusato di aver sbagliato le sostituzioni degli ultimi dieci minuti. Domenica di tagliente tramontana mediterranea che finisce in gloria rossoblù al 94’.