L’apparenza inganna! Non stiamo parlando della commedia, con protagonista Gérard Depardieu, ma di ciò che sembra se si guarda al risultato della partita Crotone-Torino, finita dopo 93 minuti sul 2-0 per i piemontesi.
di Cinzia Romano | Trasferta Libera |
L’occhio cade subito sul minuto di realizzazione del primo dei due gol di Belotti, 80’, che porta inevitabilmente a esclamare: “Ecco il solito copione, i soliti 10 minuti di scelleratezza del Crotone!”. Ebbene, stavolta gli errori non sono stati commessi dai giocatori, ma prima, dal guardalinee Del Giovane che non vede un netto fuorigioco, evidente anche a chi è seduto in tribuna e poi, dall’arbitro Celi che sul colpo di testa di Falcinelli vede solo un calcio d’angolo e non un fallo in piena area di rigore.
Dal momento che non si vuole credere nella loro malafede, ci si consola pensando che entrambe, probabilmente, avevano bevuto una tisana rilassante invece del solito tè caldo prima di scendere in campo, perché questi episodi non sono stati gli unici errori commessi.
In precedenza il guardalinee aveva mostrato la sua poca reattività su un altro fuori gioco segnalato solo dopo la parata di Cordaz su tiro di Martinez, mentre un Celi poco mobile, in un paio di occasioni si “incatricchia” con i giocatori cadendo anche a terra. Alla scarsa forma atletica l’arbitro barese compensa con una vista da falco, assegnando un calcio d’angolo dopo una punizione battuta da Ljajic per un tocco difficilmente visibile anche da tre replay.
Concentrarci su questi episodi però è molto riduttivo perché il Crotone fino a pochi secondi prima del “canto del gallo”, era riuscito ad imbrigliare la squadra con il migliore attacco della serie A, costringendo Mihajlovic a cambiare modulo per ben tre volte, pur di cercare una trama di gioco degna di nota.
Ai pitagorici questa volta si può solo rimproverare di aver sprecato troppo in una partita che sembrava perfetta, anche quando Ceccherini e Mesbah leggono in modo impeccabile l’evoluzione dell’azione e la posizione di Belotti rispetto ai propri compagni nei pressi della palla.
A questo punto si può pensare che, seppur rammaricati, arrabbiati, delusi dal risultato e dagli episodi che puniscono oltremisura il Crotone, il pubblico abbia apprezzato la prestazione. E anche qui c’è il colpo di scena: la curva sud applaude i giocatori, ma continua a non gradire mister Nicola e invita caldamente il presidente Vrenna all’acquisto di giocatori.
E qui la domanda nasce spontanea: perché gli ultrà applaudono i calciatori, ai quali si riconosce il merito di aver giocato bene, combattuto e onorato la maglia, ma contestano il mister, colui il quale ha lavorato su questi giovani, li ha fatti crescere e li ha portati finalmente alla consapevolezza di poter competere con chiunque in questa categoria, ampiamente dimostrato sul campo?
Allo stesso tempo chiedono alla proprietà di spendere per portare a casa rinforzi, sicuramente utilissimi a questa squadra, ma che al momento sarebbero solo un peso economico infruttuoso, perché vorrebbe dire acquistare giocatori svincolati da aggiungere solo per quantità ad una rosa sicuramente molto più preparata atleticamente rispetto agli eventuali innesti.
È facile inneggiare una squadra quando si vince, il difficile è stare vicino quando le cose non vanno nel verso giusto. In attesa di una tifoseria all’altezza della serie A, aspettiamo la prossima gara di campionato, che sarà di nuovo giocata tra le mura “amiche” dell’Ezio Scida, dedicando ai giocatori, a mister Nicola e alla società la canzone Pietre di Antoine: “Tu sei buono e ti tirano le pietre, sei cattivo e ti tirano le pietre, qualunque cosa fai, dovunque te ne vai, tu sempre pietre in faccia prenderai. Se lavori ti tirano le pietre, non fai niente e ti tirano le pietre…”