Vito Barresi
Cambio Quotidiano Online
E’ lecito che con ‘discreto’ dispendio di risorse pubbliche, non solo per le regole della trasparenza e della par condicio, che pure qualcuno dovrebbe quantificare, il Presidente della Regione Calabria, ragioniere Mario Oliverio, partecipi come egli scrive, informa e diffonde a mezzo stampa, pubblicamente (se si, se ne prenda almeno nota nella tanto solerte e attiva Procura della Repubblica di Catanzaro, recentemente rinvigorita dall’innesto superiore del dott.Nicola Gratteri), in qualità di dirigente di partito e di ispiratore e fondatore ‘a giugno, della costituzione dei Comitati per il Sì in tutta la regione’, a un impegnativo tour di manifestazioni a favore di una sola parte di due schieramenti che si oppongono e confliggono democraticamente?
E’ formalmente corretto, normativamente legittimo, eticamente sostenibile che per raggiungere una tra le tante e ultime sedi dove si svolgono le conferenze propagandistiche di “Basta un Sì”, a caso quella promossa dal Circolo cittadino del Pd di Siderno, “presso un noto albergo cittadino affollato da sindaci, amministratori locali, rappresentanti delle forze sindacali, sociali e culturali e cittadini.”, egli Ragioniere Presidente si sia colà recato non con mezzi propri o appartenenti all’organizzazione politica di suo riferimento, bensì tramite supporti e strutture appartenenti al patrimonio dello stato?
Con testuali parole il nostro Illustre Ragioniere Oliverio afferma in proposito di averlo ‘fatto perché ritengo che stare dalla parte del cambiamento, oggi, significa lavorare per accrescere il peso specifico e il ruolo politico del Mezzogiorno e della Calabria nel Paese. Starci da protagonista per contribuire a scrivere una pagina di rinnovamento della vita del Paese, di proiezione del Paese nel futuro, significa dare un contributo al nostro territorio. Per queste ragioni, e non per altro sono impegnato in questa campagna elettorale e per questa ragione sto girando la regione chiedendo a tutti di dare un contributo perché il 5 dicembre prossimo potremo dire, come calabresi: “c’eravamo anche noi” nell’affermazione di questo passaggio importante e decisivo per cambiare l’Italia e servire la nostra terra”.
Tutto vero, incontrovertibile, persino appassionante, cappello, ma che valori supremi ha questo Presidente. Parole di un uomo che ha dedicato una vita, la sua ovviamente, per la Costituzione della Repubblica e che ora, dall’alto del suo plutocratico reddito, persino meschino se si parametra con altri, di ex gerarca comunista vuole immediatamente rottamarla, niente poco di meno che per il bene di tutti i calabresi.
Ma chi paga direbbe il nobile De Curtis? Chi sborsa la benzina per andare, non per funzione e ufficio pubblico, a Siderno, a Locri, a Platì, ecc. ecc.? Chi eroga lo stipendio all’autista, chi salda la salata bolletta del telefonino e del tablet, insomma qual è, in regime di par condicio, la differenza tra il Gran. Comm. Uff. Ragionier Oliverio Gerardo Mario impegnato per il SI e quella 'merdacchia' di un qualunque cittadino che risponde all’anagrafe degli inferiori con il nome di ragioniere Fantozzi Ugo, domiciliato a San Giovanni in Fiore, alla testa della fazione che propugna il NO al referendum?
Ma dai che balle vai scrivendo...Il punto però resta. Ed è la distinzione che nel mondo d’oggi si vorrebbe fare molto meno grossolana tra pubblico e privato, tra stato e partiti, tra organi di governo e campagne elettorali.
Ancor più la domanda sulle spese elettorali in regalia, erogate senza controllo e a pie di lista da cassa pubblica, tramite l’usufrutto di vari servizi e benefit, che poi non sono bruscolini (per esempio a caso l’addetto che organizza e registra l’agenda degli appuntamenti elettorali di Oliverio è un dipendente pubblico o un funzionario del PD?) prende corpo e senso se solo si osa supporre che il benemerito patrocinatore del SI Mario Oliverio potrebbe essere seccamente sconfitto dal fronte del NO.
Perché mai, allora, se non vi è finalità generale e beneficio collettivo da una campagna referendaria come quella in corso, affrettarsi a dire testualmente che ‘altro che scambio di favori a buon rendere con Renzi. Renzi sarà giudicato dagli elettori quando ci saranno le elezioni politiche. L’ho fatto perché ritengo che stare dalla parte del cambiamento, oggi, significa lavorare per accrescere il peso specifico e il ruolo politico del Mezzogiorno e della Calabria nel Paese. Starci da protagonista per contribuire a scrivere una pagina di rinnovamento della vita del Paese, di proiezione del Paese nel futuro, significa dare un contributo al nostro territorio.”
Ma per far questo non farebbe prima, meglio e più bella figura, se scendesse con la sua scarpina delicata dall’auto blu per salire sulla sua utilitaria, la Trabant che tiene in giardino come cimelio d’epoca, di orgoglioso e anziano membro del PCI, proprio lui che ‘si è cresciuto’ alla scuola quadri di Paolo Cinanni e Fausto Gullo?
Non dovrebbe impegnarsi volontariamente, massimo con il rimborso spese da parte del Comitato per il Si , la cui sede e cassa dovrebbe essere nota a tutti? Perché utilizzare servizi, mezzi, soldi, personale pubblico, magari il suo autista voterebbe pure No, così smaccatamente e arrogantemente? Domande disinvolte, dette così, sperando che qualche magistrato a Catanzaro non faccia come il giudice a Berlino. Pronti, per partire, a sirene spiegate…i parties, le cene, i pranzi,, i cocktail e le presentazioni per sostenere il Si, non sono ancora finite? Chiamate Pantalone, tanto paga lui…