Archeologia. L’antica città torna a rivivere tra le vie della moderna Crotone

10 marzo 2011, 18:23 Il Fatto

Benvenuti a Crotone, la città dove si possono fare quattro passi nella storia. Più che un modo di dire è una constatazione. Non di rado, infatti, chi circola nel tessuto urbano crotoniate può imbattersi in reperti archeologici emersi in occasione di lavori di normale manutenzione.

Ciò deriva dall’importanza del sito a livello storico, così spiegata da Simonetta Bonomi Soprintendente Beni archeologici della Calabria:

“È un’area di interesse nazionale anche per l’importanza del sito di Crotone, una delle città della Magna Grecia più importante per la civiltà occidentale. Sarebbe utile che si ricordasse”.

L’originaria fondazione di Kroton avvenne sulla fine dell’VIII secolo a.C. ad opera degli Achei, ad opera di Myskellos di Rhype che avendo interrogato l'oracolo di Apollo a Delfi ebbe l’ordine di fondare una nuova città nel territorio compreso fra Capo Lacinio e Punta Alice.

Con l’accordo siglato tra il sindaco Peppino Vallone, Simonetta Bonomi soprintendente beni archeologici della Calabria e Francesco Prosperetti direttore della Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Calabria, una parte rilevante della città vedrà nuovamente la luce. Una firma che il sindaco della città, non ha timore di definire storica: “È un momento straordinario per la città e l’intero territorio. È la fine di un sogno e l’inizio di un percorso concreto”.

COSA SI SPERA DI TROVARE in seguito agli scavi, lo dice Francesco Prosperetti direttore della Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Calabria: “Non bisogna avere molte aspettative di trovare integre le strutture di questo quartiere di Kroton, che sono state presumibilmente distrutte in antico. Solo le dimensioni delle grandi strade ci può far capire quanto importante fosse Crotone nell’ambito della Magna Grecia. Ce la farà toccare con mano, non solo sentire dalle fonti. Certo, questo non avverrà domani, ma fra qualche anno si toccherà l’importanza della città nell’antichità”. “Non è solo una storia ascoltata ma vista con gli occhi. A Crotone, dunque, la storia non si ascolta solamente ma si può toccare.

LA ZONA ARCHEOLOGICA dell’antica Kroton, estesa circa 80 ettari, è situata nelle adiacenze dell’area industriale dismessa della Pertusola e di Montedison, che hanno lasciato sul terreno 70 anni di inquinamento da metalli pesanti. Adesso si pensa di bonificare l’area con la fitorimediazione, cioè, attraverso piante che assorbono i veleni depositati nel suolo. Una fetta di quest’area, però, avrà un destino diverso. Il perché lo spiega lo stesso Prosperetti: “Sono stati fatti dei saggi limitati che lasciano sperare di trovare strutture importanti. La cosa importante è l’aver fatto capire a chi propone tout court l’attività di bonifica che si svolgono su un bene di particolare interesse in quanto comprensiva del più grande quartiere della città greca era inevitabilmente soggetta a scoperte e ritrovamenti”. E nel dettaglio dei possibili ritrovamenti entra la Bonomi: “Con i fondi a nostra disposizione faremo scavi archeologici per portare alla luce questa porzione di città, che noi speriamo, ne abbiamo gli indizi concreti, un pezzo di strada urbana e un monumento pubblico, che speriamo sia un tempio”. E di che indizi si parli, lo svela la stessa soprintendente Bonomi “Abbiamo già rinvenuto blocchi di fondazione abbastanza imponenti. Forse è un tempio. È la porta Nord della città di Crotone e un edificio significativo. In ogni caso si tratta di un edificio pubblico importante, sito in un punto significativo di accesso alla città”.

A FARCI DA CICERONE in questi quattro passi nella storia e nell’antica Kroton, Arturo Crugliano Pantisano, vicesindaco di Crotone, che ha seguito da vicino la vicenda. “Questa – dice - è l’area che la Soprintendenza ci ha indicato per i primi scavi: sono 3.300 metri quadrati. In quest’area noi leveremo mezzo metro di terreno e a quel punto lavoreranno gli archeologi, perché si ritiene che sotto i nostri piedi ci sia un edificio monumentale. Era la parte più alta dell’antica Kroton quella in cui stiamo adesso”.

TUTTO COMINCIÒ NEGLI ANNI ‘70 con la proposta di ampliamento degli stabilimenti industriali Montedison. Questo portò a realizzare alcune indagini archeologiche svolte dalla “Fondazione Lerici” che hanno evidenziato la presenza di strutture assai importanti dal punto di vista archeologico. E questo connubio tra inquinamento e archeologia è una costante che ha accompagnato l’area in tutti questi anni. “La cosa che mi preme di più – chiosa Prosperetti - non sono tanto i ritrovamenti, che sono pressoché certi, ma il fatto che per la prima volta è stato affrontato il tema della persistenza dei ritrovamenti archeologici all’interno di un’area di bonifica”.

“Nella restante parte - continua Pantisano - adotteremo per la bonifica il sistema deal fito rimediazione, ed alla fine dei quattro anni, verificheremo se la concentrazione di metalli pesanti è scesa al di sotto dei valori che il Ministero dell’Ambiente e l’Ispra ci ha indicato come quelli di riferimento”. “L’obiettivo primario della città è la bonifica ambientale, anche perché siamo preoccupati per la salute nostra e quella dei cittadini e perciò deve essere una priorità in tutti i sensi”.

PER REALIZZARE QUESTO PROGETTO i fondi disponibili sono 7 milioni di euro, a cui vanno aggiunti altri 750 mila euro stanziati da Comune e soprintendenza per fare ulteriori scavi. I lavori partiranno subito e la prima idea progettuale è stata quella della recinzione e messa in sicurezza dell’area. “La recinzione – afferma la Bonomi - è stata un’esigenza di salute pubblica. Un’area così abbandonata usata per pascolo, per far legna, era diventata pericolosa. La recinzione è la prima idea progettuale. Bisogna tutelare sia la salute pubblica che l’area archeologica”.

QUESTO È SOLO IL PRIMO PASSO. L’obiettivo finale è quello di fare di Crotone un polo d’eccellenza, i cui ingredienti sono illustrati dalla soprintendente Bonomi: “il parco di Capocolonna, l’antica Kroton, il museo archeologico nazionale, il castello, che pure è nostro, ed altre aree urbane che hanno bisogno di visibilità. Questo è un progetto che abbiamo in comune con il Comune”.

Arrivederci a Crotone, città dove la storia non si racconta ma si tocca con mano.