Crotone-Bologna 0-1 e qualcuno ha già messo la parola fine al campionato dei rossoblù. La maggior parte non crede più nella possibile salvezza dei pitagorici che, non riuscendo a vincere in casa contro gli emiliani, restano imbrigliati nella zona retrocessione con 9 punti di distacco dalla quartultima. Il cammino del Crotone vedrà altre tre partite di fuoco in cui poter veramente sperare di riacciuffare una zona un po’ meno calda della classifica.
di Cinzia Romano | Trasferta Libera
Occorre far punti e per far punti bisogna vincere, perché le prossime avversarie dei ragazzi di Mister Nicola sono le dirette avversarie alla corsa salvezza. In particolar modo contro l’Empoli in casa e contro il Palermo in trasferta.
Il tempo stringe e la scalata alla vetta si fa sempre più complicata, perché ora, oltre alle mille difficoltà già incontrate e alla mancanza delle giuste attrezzature, si aggiunge anche il fattore tempo.
Probabilmente sarà proprio l’impossibilità di poter sbagliare ancora, a decidere le sorti del Crotone. Si è passati dal 3-4-3 dell’anno scorso, da tante vittorie e da un gioco un po’ più spregiudicato ad un 4-4-2 che, agli occhi di molti, sembra un insulto al calcio moderno.
Considerato un modulo catenaccio, qualcuno lo definisce persino un “mettere il pullman davanti alla porta”. Ma bisogna riconoscere che è stata un’ottima scelta e soprattutto ha anche un suo perché. La preferenza del modulo da adottare per disputare una gara, non coincide sempre con la simpatia che un allenatore può avere per un modulo piuttosto che per un altro.
A volte, le caratteristiche tecniche e individuali dei singoli calciatori, fanno la differenza. Bisogna riconoscere che Davide Nicola ha studiato bene i suoi giocatori ed è riuscito ad impostare una squadra su un sistema di gioco che prevede tanta densità per non concedere spazi e superiorità numerica agli avversari.
Osservando i movimenti della squadra sono sempre ordinati e sincronizzati, con determinate distanze da mantenere. Un atteggiamento all’apparenza attendista ma che sfrutta la velocità nei recuperi palla e nelle ripartenze e che per far ciò, ricorre al pressing e ad un baricentro basso, costringendo l’avversario ad allungarsi.
Le azioni, anche quelle che iniziano dal portiere, si sviluppano sempre con giocate poco ragionate e molto veloci (un esempio è il gol di Falcinelli al Sassuolo). Un tipo di gioco che ha come conseguenza una bassissima percentuale di possesso palla, ma in gran parte sfruttato nella metà campo avversaria piuttosto che nella propria.
Forse l’unica soluzione di modulo adottabile, viste le prospettive di una neopromossa e le qualità espresse finora che, tuttavia, ha reso i pitagorici competitivi anche con le grandi. L’esperienza, gli allenamenti, il sacrificio, il duro lavoro quotidiano, hanno sinora portato ad un sogno della durata di 80 minuti a partita.
Un Crotone che deve migliorare le letture di gioco, ossia pensare-agire-giocare velocemente, scegliendo la soluzione giusta tra le 3-4 a disposizione, non sbagliando l’ultimo passaggio in fase costruttiva o ancora meglio evitando errori individuali.
Un 4-4-2 che potrebbe essere reso intrigante, divertente e imprevedibile con l’inventiva e la genialità dei singoli, qualità che non si possono insegnare, aspetti insiti nel Dna di un giocatore.
La pellicola dal titolo “La prima serie A del Crotone” nonostante tutto è pur sempre un bel film, che in tanti non hanno voluto vedere, che in molti hanno semplicemente criticato per gli scontati ma inevitabili errori commessi fuori e dentro il rettangolo di gioco, dovuti all’inesperienza e alla sorpresa di essere catapultati in una realtà che non è mai appartenuta a questa città.
Una conquista che ha colto tutti impreparati, ma soprattutto che ha visto in troppi concentrarsi a conteggiare di quanto le casse dell’FC Crotone si potessero rimpinguare. Peccato per chi si arrende alla prima giornata del girone di ritorno, perché è vero che sarà molto improbabile poter colmare il gap con le altre squadre e che si possano vincere 8 partite, ma finché allenatore, giocatori, società ci crederanno, tutto è ancora possibile.
E se anche così non fosse, questa società ha dimostrato ambizione, serietà e organizzazione, fattori fondamentali per il futuro del calcio a Crotone. Tutti buoni motivi per non arrendersi e ricominciare a lottare dalla prossima gara.
Benché il primo tempo del film visto non sia stato all’altezza delle aspettative, il consiglio è di non lasciare la sala, perché lo spettacolo Serie A è qui e adesso; godete della bellezza collaterale di tutto il secondo tempo appena iniziato, magari non sarà dal finale così scontato come in molti pensano!