Venturino Lazzaro
Cambio Quotidiano Social
Cari amici, buona domenica. Piove. È proprio chiuso, stamattina, ma sono sveglio lo stesso da parecchio. Mi ha svegliato la radio dimenticata accesa ieri sera. Mi ha ricordato quando, delle volte, mi svegliavo la domenica mattina alla ripresa delle trasmissioni, con l'auricolare che avevo messo (di nascosto) andando a dormire. Chissà perchè poi, sempre di nascosto. Tanti ricordi, tra i più nitidi e importanti, sono di cose fatte sempre di nascosto. Ripenso alle salàte da scuola (di nascosto ovviamente), e la mattina "perversa" trascorsa in villa o al biliardo.
Mi ricordo quando, di nascosto, andavo al mare, ancòra prima che chiudessero le scuole. O quando, di nascosto, mi fidanzavo ufficialmente. Di nascosto fumavo, giocavo a carte, e anche a pallone, e, sempre di nascosto, andavo di pomeriggio in discoteca. Truccavo la vespa di nascosto e, di nascosto, progettavo viaggi per la stagione successiva. Di rado, ogni tanto, confessavo qualche "eccesso", ma era un sacrificio necessario per tenerne nascosto qualcun'altro, Ricordo una moto acquistata di nascosto (era strausàta) e i pomeriggi passati, di nascosto, al cinema.
Si passava la vita facendo cose di nascosto, ma ognuno (anche uno solo) di quelli che "sapevano", era un amico, un complice, un sodàle. Adesso, come dopo un "contrordine" totale, fare una cosa pare abbia senso solo se a saperlo è il mondo intero. Ma ho come l'impressione (forse il timore) che il non aver segreti (e quindi compari, sodàli, complici) contribuisca a un senso di maggiore solitudine, una sorta di paradossale isolamento. E poi non mi convince che una cosa esiste (come pare) solo se l'hanno vista tutti.
Quel sapore di buono, di sanizzo, di speciale (che piace tanto a mia moglie), la pizza lo prende solo se la stendi (di nascosto) sulla sugna (invece che sull'olio). Basterebbe dirlo in giro, e sarei costretto a mangiarmela da solo. Buon appetito.