Non siamo soltanto noi a ritenere che le Province, in Italia, siano non soltanto importanti ma necessarie. Esperti internazionali - belgi, tedeschi, francesi e spagnoli - ritengono, assieme all’ex Presidente dell’Upi Antonio Saitta che “i cittadini hanno la necessità di una governance europea multilivello e che sia diretta espressione della comunità”. Infatti, attraverso le Province vengono svolti servizi e funzioni indispensabili per i cittadini e per la comunità italiana.
di Rodolfo Bava | Calabria Domani
“Le province - sostiene il prof. Guido Meloni, Docente di Istituzioni Pubbliche – rappresentano l’1,35 per cento della spesa pubblica complessiva. In termini assoluti, questa spesa è rappresentata per undici miliardi di euro dal costo delle funzioni (strade, scuole, difesa del suolo, ambiente, calamità, beni culturali, risorse idriche, formazione, assetto del territorio etc.) che, se tolte alle province, qualche altro Ente dovrà pur svolgere e, quindi, senza un reale beneficio a livello di spesa pubblica. Il costo degli organi politici per il complesso delle province italiane è di centoundici milioni. Una domanda sorge spontanea: vale la pena eliminare un grado di democrazia? Per giunta rischiando di creare un caos amministrativo”.
Infatti, il caos amministrativo è in atto. Ma la Corte dei Conti ha, addirittura, bocciato per la seconda volta la riforma relativa all’eliminazione delle Province, sostenendo che non vi sarebbe nessun risparmio ma, addirittura, un aumento dei costi. Ecco il link per poter leggere il testo: http://www.leggioggi.it/wp-content/uploads/2014/01/Province-audizione_16_01_2014.pdf
Quanto non veritiero, quindi, il gran battage pubblicitario sulle eventuali economie derivanti dalla soppressione delle province.
Ebbene, per oltre 150 anni, gli enti intermedi hanno svolto un ruolo essenziale, essendo state delle Istituzioni vicine ai cittadini. Certo, qualcuno obietterà che le province erano diventate degli “impiegatifici” per gli “amici degli amici”. Quindi, era soltanto necessario razionalizzarle e non già abolirle.
Con l’eliminazione, vi saranno diseconomie nei confronti dei cittadini. Si verificheranno, addirittura, dei danni. Infatti, ci si domanda: si sarebbero potute salvare delle vite umane se un potente automezzo spalaneve, non efficiente, in una provincia degli Abruzzi, nei giorni scorsi, avesse potuto operare?
Eliminando anche le Prefetture dalle province, si eliminerebbero delle insostituibili Istituzioni. A chi, un domani, dovranno rivolgersi i Sindaci, i Sindacati, le varie Associazioni, i semplici cittadini al fine di poter contattare il Governo Centrale ed i vari Ministeri?
Quali economie si verrebbero a realizzare essendo costretti i suddetti soggetti a recarsi a Roma anziché nel proprio Centro o nelle immediate vicinanze per potere illustrare delle pecche o dei disagi?
Ma verrebbero meno anche i Comandi Provinciali dei Tutori dell’Ordine (Questura, Comando dei Carabinieri, Comando della Guardia di Finanza). Nonché una miriade di Comandi Provinciali (Catasto, Ufficio delle Entrate etc. etc.). Ebbene, quanta benzina si verrebbe a consumare, nel giro di un solo giorno, per le migliaia di persone che sarebbero costrette a raggiungere un’altra località? Quanto inquinamento verremmo ad immettere nell’atmosfera tutt’altro che pulita, allo stato attuale? Ma, soprattutto, si potrebbero verificare anche degli incidenti stradali mortali, a causa di questo frenetico carosello giornaliero.
E quanti impiegati – sballottati a destra ed a manca – eviteranno, un domani, di essere presenti ogni giorno sul posto di lavoro, al fine di evitare gli immancabili disagi, arrecando così un danno all’Amministrazione Pubblica? E quante volte i Tutori dell’Ordine – già carenti attualmente – dovrebbero raggiungere le sedi delle province soppresse in ogni occasione di criminalità o per altre vicende, pesando pesantemente sulle casse del proprio Ministero di appartenenza? Poi, in alcune province, particolarmente inquinate dalla mafia, si verrebbe ad aprire un’ampia finestra per potere permettere di farle prosperare.
Per le suddette motivazioni sarebbe auspicabile che i nostri Governanti indirizzassero la loro attenzione verso altri settori al fine di potere realizzare delle vere, e non presunte, economie.