Serie A. Bomber o non bomber ci ritroveremo a Crotone: dove il “calore” fa la differenza

1 febbraio 2017, 19:06 Trasferta Libera

Rien ne va plus, les jeux sont faits: il mercato riparatore di gennaio è chiuso. Il Crotone cede Cojocaru (P), De Giorgio (A), Fazzi (C), Gnaohré (C), Palladino (A), Salzano (C) e porta a casa due innesti: Kotnik (C), Zavan (D) e Acosty (A).


di Cinzia Romano | Trasferta Libera

Analizzando le tante trattative che sono rimbalzate in quest’ultimo mese, la rinuncia di un elemento come Raffaele Palladino di voler finire in campionato in terra calabra, unita alla delusione di tanti per non aver potuto accogliere nuovamente Ante Budimir in maglia rossoblù, si può dire che ne esce con la consapevolezza di non essere riusciti a ottenere ciò che si voleva.

Anche questa volta paga l’inesperienza, oppure c’è da rimettere in asse un equilibrio mancante che non poteva certamente formarsi al primo anno di serie A?

Quando più di un commentatore Tv, quasi sempre ex giocatore, sottolinea che la piazza di Crotone non è appetibile, ovviamente non si riferisce esclusivamente ad una questione di posizione in classifica, seppur importante. Se proprio bisogna dirla tutta anche la posizione geografica e i pessimi collegamenti hanno il loro peso.

Guardando la serie A ed escludendo Palermo e Cagliari, il Crotone deve percorrere circa 950 km di media a trasferta e la chiusura dell’aeroporto non incoraggia certo chi deve affrontare un campionato intero a volersi trasferire al sud.

Se a queste due problematiche aggiungiamo tanti altri disagi quotidiani da affrontare, come la mancanza di un centro sportivo, allora ecco chiariti i tanti “No” che in molti hanno pronunciato alla richiesta di venire a giocare con il Crotone.

È giunto il momento di sfatare il mito Crotone targato serie B. I pitagorici hanno conquistato sul campo e senza alcun favore una meritatissima Serie A dimostrando, come già successo nella passata stagione per Carpi e Frosinone, che anche le provinciali possono compiere il miracolo calcistico e realizzare un sogno.

Il problema è riuscire a rimanere nel sogno anche una volta svegli. Bisogna mantenere vivo l’entusiasmo e creare i presupposti per far credere a tutti che questa squadra non è competitiva solo per la serie Cadetta, ma che tra le grandi del calcio ci può stare.

In passato sono stati tantissimi i giocatori approdati alla corte dei fratelli Vrenna, spinti della voglia di mettersi in mostra e dal passaparola di chi ci era già passato dalla terra di Pitagora. Una società che ogni anno partiva da basi solide, inserendo giovani promesse del calcio italiano, che nelle società di provenienza non avrebbero trovato mai spazio, e si è costruita una storia. Sono 20 anni che il Crotone ha salutato la serie C2 disputando la Serie B con sole due retrocessioni in C1.

Ciò che ha reso questa piazza un fiore all’occhiello, un trampolino di lancio per molti ragazzi, oggi affermati professionisti del calcio, sono state l’organizzazione e la voglia di far bene ma contornato da una città sempre vicina a questi colori e sempre al fianco dei giocatori, come sottolineava lo stesso Raffaele Palladino in un’intervista dei primi di Ottobre, in cui diceva di credere nella salvezza di questa squadra, di come si sentisse parte di questa città e di quanto fosse affezionato alla gente del posto.

Quest’anno si è tenuto più lontano del solito un gruppo di ragazzi che faceva del calore dei tifosi un’arma in più. Una città che non ha potuto vedere l’impegno profuso quotidianamente, una parola o un selfie all’uscita degli allenamenti, o anche semplicemente un saluto di incoraggiamento.

Probabilmente ci si è calati troppo in fretta in una serie A che non ci appartiene ancora totalmente, anche nella massima serie si deve riuscire a camminare di pari passo tra città, società e squadra. Raggiungere obiettivi importanti vuol dire quasi sempre condivisione di intenti.

Molti di coloro che sono stati considerati “eroi” per la magica avventura dello scorso anno, oggi non indossano più la casacca del Crotone. Ora, però, a continuare a remare ci sono i più tenaci, quelli che ogni settimana lavorano sodo, con i mezzi messi a disposizione e con le loro qualità. Quelli che, nonostante tutto, al sogno ancora ci credono e che ogni giorno fanno il loro dovere di professionisti e si impegnano ogni gara a strappare con le unghie e con i denti tutta la posta in palio.

Alla luce dei tanti rifiuti e dei tanti addii, bisogna riconoscere a vari Cordaz, Festa, Ferrari, Claiton, Martella, Barberis, Capezzi, l’attaccamento verso questa maglia. È doveroso fare un plauso ai vari Rosi, Ceccherini, Mesbha, Rohden, Crisetig, Stoian, Falcinelli, Sampirisi, Nalini, Trotta, Simy, Tonev, che hanno scelto di far parte di questa rosa.

Un gruppo di giocatori che continuerà a scendere in campo con i colori del Crotone dimostrando la voglia di continuare a lottare per qualcosa di impossibile, ma in cui ancora credono, combattendo fino alla fine, contro le dirette avversarie in zona retrocessione e contro le big, per amore dei loro tifosi. Only the brave!