Cari amici, buona domenica. Una pioggia inaspettata manda in fumo una passeggiata da tempo programmata e attesa. E si è rialzato il vento. Ieri ha assistito a un incontro in vista delle nuove (prossime) elezioni cittadine. Grande partecipazione, buoni propositi, entusiasmo, sorrisi, sane intenzioni. Amministrare una città, pur piccola, non credo che sia facile. È necessario darsi delle priorità, degli obiettivi, ma subito dopo viene l'agìre, il provvedère, il fare. Mia madre, per esempio, sapeva quanto le sorti economiche della nostra famiglia dipendessero interamente da una sana gestione dei consumi (oltre che da un'attenta selezione dei bisogni) e per anni (accanto ad altre iniziative) ha svitato, per evitare sprechi, con metodo e rigore, almeno due o tre lampadine del lampadario grande (le riavvitava solo nelle grandi occasioni) (io capivo quanto fosse importante una serata, dalla comparsa della scaletta). Quantificare quel risparmio di energia è difficile, ma non posso (ricordandolo) far altro che rispettare il gesto, contemplarlo e restarne innamorato. Era un metodo, e, dopo la faccia, il metodo è la cosa più importante. Al nostro "lampadario comunale", qualche svitatìna qua e là dovremmo darla, e qualche lampadina andrebbe rimpiazzata. Forse non si rivedrebbe qualche faccia, si otterrebbe un risparmio consistente, potremmo avere buona luce, e anche mia madre sarebbe soddisfatta. Oggi soffritto di baccalà (senza risparmio).