L’eco di Crotone-Juventus non si è spento. Ovunque, si parla di questo speciale incontro di calcio, della gente che lo ha vissuto fuori e sugli spalti, dei protagonisti e delle emozioni vissute nei novanta minuti di gara. Il triplice fischio del direttore di gara, Valeri, ha decretato la fine dei novanta minuti, ma non ha cancellato le immagini registrate nella mente dei crotonesi e di quanti, della Calabria, hanno seguito l’evento con trepidazione, orgoglio, gioia, rimpianti, sacrifici e tanta, tanta passione per i colori della propria squadra.
di Giuseppe Romano | Trasferta Libera
È la forza del calcio che richiama, attrae e coinvolge emotivamente. Dimenticate le lunghe file e le infuocate discussioni di campanilismo, l’amarezza della sconfitta per chi ha tifato Crotone e qualche assalto scomposto degli amanti della “signora” Juve, in sedicimila, con orgoglio, possono dire: “c’ero anch’io”.
Arroccati in quelle strutture d’acciaio, che vibravano ad ogni agitazione d’incontenibile entusiasmo o di reazione di disappunto: tutti, oltre le nuvole, a vivere un bel sogno.
Non è stata una partita di grande agonismo o carica di particolari brividi, ma sono stati migliaia i selfie e le scaglie grattate ad un lingotto di felicità. Per i crotonesi rossoblù il sogno è durato un’ora, interrotto dal gol Mandzukic e, ultimo, Higuain a spegnere la speranza di farcela.
La Juve resta oltre l’immaginabile, sale più su. Il Crotone si guarda attorno e trova cose che restano per sempre nella memoria, tra mille, una che abbaglia: la Juve allo Scida, rimodellato per la serie A.
Tra i sedicimila, c’era anche il sindaco, Ugo Pugliese, con la sciarpa rossoblù, che non ha smesso di sperare.
“Ci ho creduto per davvero fino alla fine, anche dopo l’uno a zero. Consapevoli che era un’impresa titanica, il cuore di tutti batteva forte. Ci abbiamo provato. Si sa, la Juventus è quella che è…”
Un avversario appartenente ad un altro pianeta: prima in classifica, valori tecnici elevati e bilanci faraonici.
“Sostanzialmente, parliamo di valori assoluti economici e tecnici di una provinciale, neo promossa, ed una Signora del calcio italiano ed europeo. Il nostro pensiero può essere rivolto alla salvezza, anche se la speranza comincia ad essere appesa ad un filo sottilissimo. Ma, questo filo, lo teniamo teso con i denti fino alla fine. Perché spettacoli di questa dimensione fanno bene alla città, al morale, all’intero territorio e a tutta la Calabria. E qui parla il sindaco, non parla più il tifoso”.
Stadio: l’ampliamento a sedicimila posti non è bastato, ma è stato un vero collaudo col tutto esaurito.
“Si, spalti affollati e tanto, tanto tifo. Una bella coreografia e tanta civiltà. Dico grazie ai ragazzi della curva sud per tutto l’amore che mettono in campo e i cori che apprezzo sempre. Anche dopo la sconfitta, applaudire la propria squadra è una manifestazione responsabile e di cuore. È un segnale positivo per tutti”.
Lei si è assunto delle responsabilità nel dare l’agibilità delle strutture di ampliamento della curva. In tribuna ci sono ancora delle deficienze gravi. Un futuro non facile per questa “incompiuta”.
“Aspettiamo la commissione pubblico spettacolo che dovrà autorizzare sostanzialmente qualche settore. Era previsto il sold out e mi son preso la responsabilità di aprire lo stadio, confortato dall’ausilio dei tecnici che date certezze sulla tenuta statica e sulla sicurezza messa in campo per ogni evento. È una responsabilità che un sindaco deve sapersi prendere. Ed è un piacere averlo fatto e vedere lo stadio pieno”.
Questi ritardi …a Crotone, al di là di chi sia stato o sia il sindaco, ci sono sempre. Quel è il motivo?
“L’ampliamento dello stadio è stato realizzato, come è noto, con tantissime difficoltà: prescrizioni, autorizzazioni prima, permessi dopo. È stato un parto difficile ma, sostanzialmente, dopo cinque mesi, abbiamo una disponibilità di sedicimila posti. Era impensabile a luglio. Ad agosto non c’era nulla e siamo a febbraio con lo stadio pieno. L’autorizzazione per l’agibilità della curva è solo un fatto amministrativo, nulla di preoccupante perché non riguarda la stabilità della struttura. Gravava una prescrizione su una uscita di sicurezza, che andava realizzata in maniera diversa da come era stata progettata. Adesso c’è stata la variante e siamo tranquilli perché non ci sono problemi. La curva era già pronta da tempo, altrimenti non avrei messo a rischio nulla. Dopo la Juve, aspettiamo la Roma, con la speranza di rivedere lo stadio pieno, così come dovrà essere con tutte le altre grandi squadre con le quali lotteremo per salvarci”.