di Rodolfo Bava | Calabria Domani
La politica delle parole.
AEROPORTO
Riunioni a destra ed a manca per la questione della riapertura dell’aeroporto di Crotone; viaggi a Dublino da parte del Presidente della Giunta Regionale on. Oliverio presso la Compagnia aerea Ryanair; assicurazioni su assicurazioni tipo “Non vogliamo rinunciare ai tre scali”; proposte su proposte, tipo “Società unica per gestire i tre aeroporti” e via di seguito. Con un solo risultato: dall’aeroporto di Crotone non si vola. Da mesi, oramai.
Ebbene, a dare il “via” dovrebbe decidere l’Enac. Ed, allora, anziché continuare nell’andazzo di sempre perché non affrontare con decisione la predetta Società al fine di indurla ad autorizzare la riapertura?
Basta con le parole!
PORTI
Certo, al plurale: porti. Non disponiamo, nella nostra città, di un solo porto, bensì di tre: uno commerciale industriale, l’altro turistico. Ed il terzo, riservato ai pescherecci. Grazie alla sua posizione geografica quello commerciale-industriale potrebbe rappresentare un’importantissima infrastruttura per le merci provenienti dall’Oriente.
Anni addietro avevamo proposto di offrirlo a qualche azienda del ramo cinese, dato che, all’epoca, i cinesi andavano all’affannosa ricerca di porti da acquisire nell’ambito del Mare Mediterraneo. Però, le proposte di un giornalista di periferia cadono sempre nel vuoto.
Avevamo anche proposto, per quanto riguarda il porto turistico, un collegamento con la Grecia. L’utenza poteva provenire dalla Calabria, dalla Lucania e dalla Sicilia. Ma, ancora una volta, un niente di fatto.
Sembra però che, oggi giorno, l’argomento del porto turistico sia sotto la lente d’ingrandimento della Camera di Commercio di Crotone e quello del porto commerciale-industriale sotto osservazione da parte del sindaco Ugo Pugliese, il quale sostiene che l’Autorità Portuale dovrebbe superare i buoni propositi e provvedere a vivacizzare questa importante infrastruttura, indispensabile per lo sviluppo di Crotone.
Ancora parole?
NORD E SUD
Da oltre 150 anni, di tanto in tanto, ora qualche giornalista, poi qualche governante e successivamente qualche politico o, addirittura “storico”, eccoli pronti ad intervenire sullo storico divario tra Nord e Sud. Da dover ridurre. Da dovere abbattere!
Recentemente anche la Chiesa si è scomodata sull’argomento nel corso di una riunione, a Napoli, dei Vescovi del Sud, in occasione del “Convegno sul lavoro ed il futuro dei giovani del Sud”.
Ma la sorpresa maggiore è rappresentata dall’intervento epistolare del Capo dello Stato, Mattarella, il quale sostiene: “Ridurre le distanze tra Nord e Sud e far crescere le occasioni di impiego per le nuove generazioni costituisce una necessità vitale per la nostra Italia”. E, subito dopo: “Non ci sarà un miglioramento della qualità della vita di tutti se i giovani non saranno inseriti nel circuito della responsabilità, dei diritti, delle opportunità”.
Parole “sante” quelle del Presidente Mattarella. Ma, soltanto parole. Oggi, come ieri. Tanto da farci ricordare la canzone di Mina: “Parole, parole, parole”!