Vito Barresi | Trasferta Libera
Roma ‘play ball’ con due golletti facili facili, conditi con rigore sbadatamente sbagliato da Salah. Una ricettina di cucina romana, giusto per un pranzo leggero e rapido consumato in quel di Crotone, con chiarissimo spirito sportivo, viaggiando in torpedone verso il sud, senza il solito gran gourmet Francesco Totti. Continua così, senza cenno di alcun riscatto neanche morale e psicologico, la disastrosa discesa del Crotone verso la retrocessione che rimedia un’ulteriore sconfitta in casa con la Roma di Spalletti. Trasfigurata la salvezza come una chimera, una sorta di miraggio nel deserto del gioco e dei risultati, l’obiettivo dell’allenatore Nicola adesso sarebbe quello di dare dignità al Crotone Calcio, un mito per i fedelissimi e non solo, di fatto indossando la maglia ufficiale degli eterni sconfitti, la squadra materasso di questo campionato tutto giocato in ‘trasferta libera’. Di queste versioni Nicola ne ha fornito finora almeno una mezza dozzina. Sia lui che Raffaele Vrenna evidentemente credono ancora che gli ultimi saranno i primi? O continuano a recitare la propria parte convinti magari di conquistare la prossima immaginaria copertina di Sport Illustrato.
Perché, in fondo, se questo Crotone non riesce neanche più a fare squadra, se non da cenno di resipiscenza neanche nell’arco di qualche fase della partita, tutto sommato una ragione c’è. Le cose fin qui sono andate come le ha volute Raffaele Vrenna e fratelli anche perché lui per primo sapeva che il Crotone forse non ha mai avuto la benché minima possibilità di farcela. Il fallimento di questa avventura in Serie A è sul filo della prima visibilità al prossimo orizzonte. Troppo complessa la Serie A per la squadra crotonese?
Troppo indispensabile avere una lunga esperienza per affrontare un simile torneo? Non che le altre di A abbiano fatto vedere al pubblico chissà quale gesto ipertecnico. Neanche Higuan si è sprecato, persino Totti ha fatto filone. Piccoli indizi che pure ci fanno sorridere se si pensa che la platea neanche qualche decennio addietro si godeva lo spettacolo del calcio guardando le squadrette giocare sulla spiaggia in riva al mare.
Poetico certamente, una pagina da romanzo sfigato. Anche se qui si parla ancora che un bel po' di gente del luogo avrebbe saltato il pranzo e la cena per comprare il biglietto della partita con la Juventus. E che per l’inflazione in zona retrocessione il biglietto in curva costava 5 euri in più rispetto ai botteghini romani. Calcio e povertà. Un binomio da saga popolare… ma poi il Brasile in classifica quanto è lontano…