Una malattia da bambini? I pericoli della rosolia in gravidanza

27 febbraio 2017, 09:00 Sorgente Salute

A cura dell’Ufficio stampa Sorgente Genetica

La rosolia è una delle cosiddette malattie dell’infanzia, ovvero una malattia infettiva che di solito si contrae da bambino. Come anche la varicella e il morbillo, capita però che il virus colpisca quando si è già adulti. Qualora la rosolia sia contratta nel corso di una gravidanza, può ostacolare il corretto sviluppo del feto.

È importante effettuare dei controlli prima della gravidanza e sottoporsi ad esami di screening prenatale come il test DNA fetale, per accertarsi che il feto stia bene e non siano presenti anomalie cromosomiche.

La causa della rosolia è il Rubivirus, un virus che si trasmette per via aerea. Per contagiare un’altra persona basta uno starnuto, un colpo di tosse o anche le goccioline di saliva che si emettono parlando. La rosolia ha un’incubazione di circa 2-3 settimane¹, passate le quali si manifesta con le tipiche macchie rosacee sulla pelle, simili a quelle del morbillo o della scarlattina. L’esantema compare all’inizio su viso e collo, si allarga poi al resto del corpo e dura tra i 5 e i 10 giorni. Talvolta l’eruzione cutanea è accompagnata da mal di testa, febbre, ingrossamento dei linfonodi e raffreddore. Nel 50% dei casi la malattia passa inosservata, in quanto i sintomi non sono evidenti².

Se contratta in gravidanza, la rosolia può provocare gravi problemi nello sviluppo del feto. Il feto sviluppa infatti la sindrome da rosolia congenita, con danni particolarmente gravi se la malattia viene contratta nelle prime 12 settimane di gestazione³. In questi casi la rosolia può provocare morte intra-uterina, aborto spontaneo o malformazioni e difetti congeniti nel feto. Il 62% dei bambini colpiti da sindrome da rosolia congenita ha sviluppato anomalie congenite. Il 47% dei bambini è nato sordo, il 42% ha rivelato lesioni cardiache, il 42% ha sviluppato difetti della vista, il 14% è nato microcefalo⁴.

Manca una terapia efficace contro la rosolia in gravidanza, per cui la strategia migliore è quindi vaccinarsi e prevenire. Chi desidera un bambino dovrebbe verificare prima di concepire se è o no immune al virus. A questo scopo esiste un esame del sangue chiamato Rubeotest, da effettuare periodicamente anche in gravidanza. È inoltre importante effettuare controlli periodici, screening prenatali come il test DNA fetale per verificare lo stato di salute del feto.

Per ulteriori informazioni sui test di screening prenatale non invasivi, visitare il sito www.testprenataleaurora.it

Fonti:

  1. The New Harvard Guide to Women's Health - Di Karen J. Carlson,Stephanie A. Eisenstat,Terra Diane
  2. Ziporyn
  3. epicentro.iss.it
  4. CDC – Centers for Disease Control and Prevention
  5. Encyclopedia of Thoracic Surgery / Handbuch Der Thoraxchirurgie: Band / Volume 2: Spezieller Teil 1 /
  6. Special, Parte 1 - Ernst Derra, Springer Science & Business Media, 06 dic 2012