A chi tocca lasciare tra Vrenna e Nicola? Dopo il Cagliari l’ora delle scelte

26 febbraio 2017, 19:09 Trasferta Libera

Vito Barresi | Trasferta Libera


Finisce a carnevale il ballo in maschera del Crotone Calcio di Raffaele Vrenna? Lasciatemi ancora qualche punto, sebbene interrogativo, da aggiungere al sommario di una partita che conferma, in questo ritorno jonico, la stessa andatura che fu già nell’isola dei sardi. Ribattuti e quasi fritti come squali al sapor di pescespada, questa volta in casa, dove i punti pesano il triplo, due a uno a favore del Cagliari, che torna al Sant’Elia ricompattato e gagliardo, pronto a battersi con più sicurezza e margini a favore, prima che scatti l’esasperante tranello delle ultime fatidiche giornate di campionato. Per i tifosi crotonesi siamo quasi al melodramma. Non fosse altro perché le parole hanno comunque un senso anche in un calcio, dove non c’è mai tempo per sprecare punti. Divertirsi è un’altra cosa. Sia per i padroni del vapore che per i marinai che stanno a pagamento sugli spalti della nave. Sensazione unica e speciale, vissuta in quest’anno debuttante, passione schietta, soltanto venato da quel pizzico di nostalgia che ti prende al cuore, a guardare il volto di tanti giovani ultras e poi di questi ragazzi in campo, giocatori lanciati in pista un pò alla garibaldina, nell'impossibile spedizione della massima categoria, campionato segnato com’è stato da quel tanto di malinconia, che si avverte dopo la passerella finale dei rossoblù, stanchi ma belli in rassegna davanti ai tifosi della Curva Sud. Soprattutto quando si tratta di calciatori così teneramente insicuri, comunque certi che alla fine dell’incontro, anche se l’unico risultato possibile è sempre la sconfitta, troveranno in gradinata pieno feeling e immensa simpatia.


Un saluto senza coriandoli e strisce di entusiasmo. Quasi una plateale seduta pubblica dell’assemblea pitagorica che con un rito da psicoanalisi collettiva cerca di rimuovere questo ennesimo colpo all’equilibrio di una squadra oramai in evidente caduta libera. Crotone smarrito, orfano sia di strategia aziendale che di guida sicura e condivisa in termini più meramente calcistici. Sempre più in giù in classifica, magari anche questa volta dopo un lungo flashback di tante sconfitte, sentiremo la cronaca in sintesi di una classifica imperdonabile, fatta di tanti incontri sbagliati, infinite occasioni mancate. Non per tirarla contro Davide Nicola ma ascolteremo in sala stampa il solito mantra del ‘si, va be' ma c’era da spostare una macchina, la corazzata dei sardi…’.

E questo nonostante il Cagliari, con tutto il garbato rispetto che si porta a una compagine ben strutturata, in questa stagione tutto ha mostrato tranne di essere un’invincibile armata dei mari del sud. Ma se non è un’ensamble che tira il fiato da fuori squadra, almeno di certo si potrà dire in evidenza che dall’allenatore al presidente, nessuno di loro ci sta a farsi buttare fuori serie dalla A.

Dopo il goal di Stojan al 10° del primo tempo, i cagliaritani non perdono la quadra anzi riprendono con disinvoltura il pareggio segnato da Joao Pedro che lascia scivolare un negligente Cordaz su un campo di lumache. Poi Marco Borriello entra e resetta il team isolano con buon uso di un sinistro che stende la difesa crotoniate.

Se lo scetticismo fa parte del bagaglio intellettuale del giornalista, non va confuso con la negazione dell’evidenza, si faccia quanto meno 'a questo punto', un unico punto.

Ci sarà il conclusivo e plateale divorzio alla fine della brutta partita con il Cagliari tra Nicola e Vrenna? Oppure bisogna aspettare le paratattiche monopolistiche della proprietà calcistico pitagorica? Almeno quando si vede un sogno svanire allora tutto può prende il tono e il colore dello sceneggiato.

Vrenna abbia il coraggio di assumersi le responsabilità. O lui o Nicola devono lasciare. Tutto il resto sono chiacchiere di Carnevale. Per quanto dolci comunque friabili, in ogni caso inutili a corroborare il clima, specie per Nicola. Alle cui spalle incombe l’ombra lesta dello scaltro Ivan.