Vito Barresi
Cambio Quotidiano Social
Prima che Fabiano uscisse dal mondo, ho posto a me stesso e ai miei amici in pagina social alcune domande raccolte in una frase simile a quelle da libro delle interrogazioni, alla Jabes: e se per un attimo fossimo stati tutti accanto a Fabo per chiedergli di vivere? Lo avevano già fatto anche altri tra cui dj Aniceto, "per favore vivi", Matteo Nassigh, 19 anni, disabile gravissimo dalla nascita, su Avvenire: 'non chiedere di morire, noi non possiamo correre ma siamo pensiero, e il pensiero migliora il mondo'. La notte di Fabiano Antoniani cominciò il 13 giugno 2014. Un tremendo incidente d'auto spezzava la vita normale di 'dj Fabo'. Rivolgendosi a Mattarella con un video di due minuti aveva detto di non essere depresso: 'in questi anni ho provato a curarmi, anche sperimentando nuove terapie. Purtroppo senza risultati. Da allora mi sento in gabbia. Non sono depresso ma non vedo più e non mi muovo più'. Leggo le ultime parole di Fabo, riportate da Marco Cappato, a cui va riconosciuto l'onore del coraggio politico ma anche le responsabilità giudiziarie che ne conseguiranno, e resto profondamente impressionato dall'inno alla vita che esse contengono...l'invito ai giovani ad allacciare le cinture, alla sicurezza intesa come mezzo di tutela della propria umanità...pensieri che rimettono in gioco molte certezze dei sostenitori del suicidio svizzero : 'Non prendetemi per scemo ma devo chiedervi un favore: mettete sempre le cinture. Non potete farmi un favore più grande". Riporto per i lettori il verbale della discussione avvenuta tra me e alcuni amici che ringrazio per le loro considerazioni.
Alessandra C. Con quale diritto? Poi ci sostituiamo a lui nel suo letto e lui va a fare due passi al posto nostro?
Sandro T.. Sarebbe una gratuita crudeltà
Anna R.. OGNUNO DEVE ESSERE LIBERO DI DECIDERE
Anna Rita F.G. #liberifinoallafine
Mario T.P. Credo sia giusto che la decisione sia solo sua
Caterina T. È' un diritto personalissimo, intimissimo. Ascoltandolo credo che neppure lui capisca quanto ancora abbia da dare ai suoi cari ed alla società ma allo stesso tempo quando parla di quel nero in cui è' piombato (oltre che della disabilità parla della totale cecità), io capisco ciò che vuol dire (in quel nero ci sono piombata io da un solo occhio per tre interminabili mesi). Ti senti soffocare e quando già sei immobilizzato e Nn puoi toccare gli altri e di loro oltre la voce nn ti arrivano le immagini come Nn ti arrivano i colori della vita beh...davvero è' come essere chiuso dentro una bara. Poi quanto durerebbe il nostro essergli accanto per stimolarlo a vivere? E perché dovremmo arrogarci questo diritto (nn ci saranno riusciti i suoi cari) ed imporgli la nostra volontà di estranei con mobilità ed occhi e con la nostra vita che nn assomiglia al suo sarcofago? Tutti dovremmo sentire una responsabilità sulla vita degli altri ma ci sono soglie che nn mi sento di oltrepassare.
Caterina T.. Capisco però quel che vuoi dire. Ed anche io mi sento profondamente triste ed impotente
Alba P. No
Antonella S.Soltanto lui può decidere.
Serafino D.M. assolutamente no..non è vita quella..rispettiamo la sua decisuione
Graziella J.Non me la sento
Rossella G. Vivere per cosa? quali obiettivi può porsi, quali desideri realizzare, nelle sue condizioni? Ha tutto il diritto di scegliere, se non sente proibizioni di tipo religioso che condizionino la sua decisione.
Mimma I.N.Benpensante?
Ileana I. Un attimo? Lui nella sua condizione ci vive 24 ore al giorno. 1600 minuti al giorno. 96000 attimi al giorno. Si pregano i buontemponi di non scrivere sciocchezze.
Laura F. Libero arbitrio
Milva C. No
Vito B. Vorrei rispondere a Laura e Milva...ho posto la domanda perché siamo in un epoca della storia in cui si parla di allungamento della vita e di robotica... Quindi si parla di vita sia umana che artificiale...mi chiedo allora quale significato assume oggi il termine eutanasia...a parte quello svizzero o radicale...
Milva C.Continuo a pensare che è una scelta SUA.
Laura F. Non ho capito il nesso con l'allungamento della vita
Nadia D.E' così' difficile pensare di chiedere a Fobo di cambiare scelta. Pur credendo fermamente nella vita e nella speranza, in questo caso, al posto suo io farei la stessa cosa.
Margherita C.No
Franco T. Io ho sempre pensato che. .... la mia sofferenza in caso estremo ,simile o similare , che farei la stessa richiesta. Sono convinto che la mia sofferenza non è un bene ereditario per chi mi vuole bene.
Non è egoismo, ma se la malattia è lunga..... è voler bene gli altri.... io passo la mano per far vivere bene chi mi è vicino.
Mimma I.N. Mia sorellina ha avuto due anni di agonia.Chi ha vissuto queste tragedie sta in silenzio. ...
Laura F. Franco T. evidentemente sono quegli altri, quelli che ti ricattano con il loro amore, che non vogliono il tuo bene.
Toniella D.R. Ha bisogno solo di rispetto
Laura F.Ha bisogno di essere sé stesso. IO, ho bisogno di poter decidere CHI voglio essere.
Franco T. LAURA , Se vuoi bene....vuoi il meglio per loro..... immagina un figlio che cura un genitore incurabile per 15 anni. ....che vita è quella del genitore e quella del figlio ? E poi che ricatto ?
Laura F. Scusa Franco, avevo frainteso. Stiamo sostenendo la stessa cosa.
Michele L. Io sono malato di sclerosi multipla, penso che la vita è un dono ma al suo posto vorrei la stessa cosa , la sua che vita è ?
Franco T.Mi dispiace per crudeltà espresse..... personalmente sono determinato
Caterina T. Fabo ha già deciso ed è' già andato via. Alle ore 11 e 40.
Donatella M.L.Vivere come?
Pietro T. Ma anche no ...
Giulietta D.P. Solidarietà ai famigliari, grazie a Cappato e associazione Luca Coscioni,che tanto fanno perché nel nostro futuro ci sia la possibilità di scegliere,
Stefania Domenica l.V. Io credo in Gesù. E ho vissuto la malattia come quando i medici ti dicono non c è soluzione. Invece poi dal cielo scende una particolare benedizione e anche se si soffre e non siamo immuni ne alla malattia ne alla morte , poi arriva la grazia di un cuore sereno nel vivere soffrendo. Nessuno di noi ha diritto di giudicare. Io sono per la difesa Della vita. Fabo ora riposa in pace. Che Gesù lo accolga tra le braccia perché ha tanto sofferto. Ma restiamo uniti a difendere sempre la vita che è il dono più bello che Dio ci ha donato buona serata
Mimma I.N. Buona serata.grazie per la tua storia.credo che se non si passino certe situazioni non si possa sindacare in nessun senso
Stefania Domenica L.V.Non è facile vivere. Malattia o altro Ci indebolisce. Ma la vita è meravigliosa. Il cielo, il calore del sole, Una carezza, la famiglia che soffre e ti sta accanto, La tua guancia bagnata accostata accanto ad un altra guancia bagnata. Si va avanti sempre fino a quando hai l'ultimo respiro da dare a questo mondo. Poi si vola via, a giocare in cielo,sereno con gli angeli per l'eternità. Incontrando chi ti ha amata, creata, voluta io la vedo così
Giulietta D.P.Io non vorrei foste voi a decidere per me! Pensate se voi doveste subire su di voi,quello che vorrei io
Marco G. Quella scelta da Fabo non è eutanasia ma suicidio assistito. Nel suicidio assistito il paziente preme un bottone per somministrarsi il farmaco letale, nell'eutanasia sono i medici a farlo. C'è una bella differenza
Laura F.Grazie per la precisazione
Stefania Domenica L.V.Non siamo nessuno per giudicare. Possiamo solo pregare e rimproverarci del fatto che tanti nella malattia si sentono soli. Fino a premere un bottone. Non mi sento di giudicare chi stremato dal dolore non vuole vivere .Mi addolora il fatto che nessuno gli abbia letto una pagina di Vangelo della passione di Cristo
E questa è colpa di noi cristiani la prima io che potrei fare di più...
Filomena B.C..NO
Sandra V.Forse hai ragione...credo che comunque abbia avuto tanti amici...cari... che hanno cercato di fargli cambiare idea. Anch'io sono cattolica. Ma rispetto la decisione di Fabo...a denti stretti...con le lacrime ...sapere che sia dovuto andare senza le persone care verso la morte...mi ha distrutta.
Andreana I. Non ce l'avremo fatta. Perché in un dolore così grande si è soli. Saremo durati poco, un giorno, una settimana, forse un mese, ma che vita era quella sua?
Paola S. Armiamoci e partite....è la stessa cosa! Solo che qui si gioca con la dignità di una persona che soffre ed è senza speranze ! Ricordo mio padre durante i suoi ultimi giorni, senza speranze ma lucido. Passava le giornate a letto, guardando il soffitto. La frase era sempre la stessa: " Se devo andare meglio che vada il più presto possibile" Aspettare di morire...certo a 92 anni hai vissuto la tua vita, hai i tuoi affetti che ti circondano, eppure si sente lo sfinimento, la stanchezza di un'attesa del niente. Ma quando la vita ce l'hai ancora tutta davanti, quando sei una persona attiva, piena di mille interessi e ti ritrovi in un letto , col buio della cecità , senza speranza perchè hai tentato tutto senza risolvere niente. E con un corpo giovane, inerte ma ancora forte, che senso ha aspettare la morte per degli anni? Io ammiro Fabo, ci vuole coraggio anche per decidere di morire col rispetto di quello che si è stati e che mai più si sarà.
Stefania Domenica L. V. Se fossi stata accanto a lui gli avrei sussurrato VIVI Ma non ti giudicherò mai!!!
Patrizia A. Se vivere vuol dire soffrire ogni giorno come ha fatto lui negli ultimi tre anni.... Non è vita. Brutto da dirsi ma meglio morire.
Calogero B. Sono per la vita quale dono inestimabile del Creatore, ma quando la qualità della vita sfocia nella continua sofferenza della malattia, senza regressione, allora è morale mettere al primo posto la dignità della persona, aiutarlo a vivere se lo desidera e nel caso contrario aiutarlo ad un trapasso dignitoso. Ricordiamoci che due grandi papi sono intervenuti sulla tematica: Pio XII e San Giovanni Paolo II. Il primo era convinto che bisognava somministrare dei farmaci lenitivi nella sofferenza anche se acceleravano il processo di morte e il secondo era per il non accanimento terapeutico!