Garantire la sicurezza e la piena libertà di movimento ai 321 baby velisti che sono venuti in Calabria, a Crotone, da ben 14 nazioni europee ed extra, per partecipare felici e soddisfatti alla seconda edizione della “Crotone International Carnival Race 2017, riservata ai giovani (12-15 anni) della classe Optimist. Questo l’obiettivo pienamente raggiunto dalla Questura di Crotone e dai suoi uffici della Digos nel corso di un Carnevale entusiasmate non solo per lo sport velico ma anche e soprattutto per interi ‘pezzi’ della città pitagorica, dai giovani studenti alle associazioni di categoria e culturali, da gli artisti di strada ai musicisti, che hanno fatto da coro e da accoglienza alla manifestazione promossa e organizzata dal Club Velico Crotone, con il CONI, Federazione Italiana Vela e Associazione italiana classe Optimist. Una settimana di vela, cultura, spettacolo, gioventù internazionale e sport che ha proiettato Crotone sul palcoscenico internazionale, in modo abbastanza simile a quel modello adriatico dell’intrattenimento, dello spettacolo e dello sport che dal Carnevale di Venezia giunge fino alla assoluta originalità e specificità sportiva della Barcolana di Trieste.
Così come è stato per Venezia, che è tornata come ogni anno sotto i riflettori dei media mondiali non solo per il fascino delle maschere e dell’abbacinante scenario monumentale e artistico ma anche per via delle precise e speciali misure di sicurezze adottate dal Ministero degli Interni, impegnato intelligentementee operosamente nella prevenzione antiterroristica, anche a Crotone sono state messe in atto misure e protocolli di sicurezza idonei alla tutela dei tanti ospiti di nazionalità straniera tra i quali anche tantissimi velisti provenienti da Israele, la Turchia e altri paesi più degli altri attezionati su simili problematiche. Comitive che hanno potuto tranquillamente accedere in ogni luogo della città, dal centro storico ai musei e ai negozi sempre discretamente accompagnati, in ogni ora del giorno dai funzionari della Digos, e da altri agenti e dirigenti della Polizia di Stato. Seguendo le indicazioni e le direttive impartite dal Prefetto Vincenzo De Vivo, dal questore Claudio Sanfilippo e dal responsabile dell’Ufficio Digos Francesco Meduri, in coordinamento con i Carabinieri, la Capitaneria e la Guardia di Finanza, nel corso della manifestazione sono stati presidiati i principali punti di accesso alla città con l’attivazione di controlli a campione e la predisposizione del transennamento dell’intera Piazza del Porto Vecchio, con varchi di accesso vigilati dalle Forze dell’Ordine per gli opportuni controlli di sicurezza, con il supporto della Polizia Locale del Comune di Crotone.
In buona sostanza si è trattato anche di una riconferma del ruolo e della posizione strategica, sul piano della sicurezza globale, di una città come Crotone che di per sè è già vocazionalmente a carattere internazionale, per la presenza sul territorio di tante realtà agenti nel riquadro primario del Mediterraneo, quale centro di riferimento e di gravitazione dei flussi migratori Nord-Sud ed Est-Ovest, delle risorse energetiche petro-metanifere e delle principali infrastrutture e reti di collegamento, dello sport a dimensione nazionale ed europea, nonchè in quello della dislocazione militare e di difesa europea in sede di portualità e hub sub dominante nel più ampio areale del Golfo di Taranto.
Fattori questi che fanno spiccare maggiormente la qualità del personale Digos crotonese impegnato nei servizi di sicurezza e di controllo, specie se si evidenzia che la loro metodica operativa, è stata opportunamente 'mimetizza' nel clima della festa comunitaria e tradizionale del Carnevale, insieme a quello della competizione e della fratellanza sportiva.
Si perché in fondo, in questa città dove sempre il mare è più blu, funzionari e agenti della Polizia hanno fatto propria la bella immagine dello scrittore Raffaele La Capria, indimenticabile vincitore del Premio Crotone 2001, con il suo straordinario saggio di critica intitolato non a caso, ‘Lo Stile dell’Anatra’. Che cos’è lo stile dell’anatra lo lasciamo dire all’illustre letterato stesso: ‘uno scrittore deve scrivere in modo molto semplice, ma non deve mai far apparire la fatica, perché per scrivere semplice ci vuole molta fatica, come l’anatra che sembra che scivoli sull’acqua e invece sott’acqua fa fatica con le sue zampette. Il problema di uno scrittore è di non far vedere la fatica’.