Serie A. Vrenna a carte scoperte: “con me o no il Crotone ci sarà”

3 marzo 2017, 15:06 Trasferta Libera

Al là del sogno resta l’amarezza di un campionato carico d’imprevisti di intensità superiore ad ogni aspettativa. Una classifica che continua a tenere in agitazione un’intera città, anche se i colori delle maglie indossate dai calciatori non sono ancora scolorite del tutto, ma solo intrise di sudore.


di Giuseppe Romano | Trasferta Libera

Nessun preannuncio di bandiera bianca. Nonostante qualche record negativo a livello europeo, non manca Il generoso applauso di chi tifa col cuore in gola: omaggio della città ai suoi beniamini, ad una Serie A a rischio assoluto. Pioggia di critiche, spesso aspre, velenose, a cancellare gli apprezzamenti di allenatori esperti, di grandi club, timorosi di affrontare il Crotone.

Capro espiatorio di una classifica che ha intonato l’esonero del mister, di un calciomercato che non ha soddisfatto nessuno, e di una Serie A retta solo dalla “matematica”, è il presidente Raffaele Vrenna, che ha accettato il confronto con la stampa.

Lei si è sempre definito il primo tifoso del Crotone. Quanto condivide e quanto le fa male o l’amareggiano le critiche che le vengono rivolte.

“Al di là dell’amarezza, che ci può stare, e capisco anche le critiche, perché è giusto che i tifosi possano disapprovare. In questo caso, è la classifica che conta. Sicuramente si son fatti degli errori da parte della società sulla condizione del mercato. Però, non è da condannare l’errore commesso nella convinzione genuina di agire in maniera corretta, nel sostanziale rispetto di una buona idea. Il primo tifoso sono io e tutti quelli che amano il Crotone. Condannare Peppe Ursino che ha fatto la squadra, sbagliando qualcosa, mi sembra inopportuno. Interessante è cercare di credere ancora in questa salvezza, anche se le condizioni appaiono impossibili”.

Una Serie A sognata da oltre 20 anni, arriva in un momento inaspettato; anche se lei ci ha sempre creduto ma la realtà la conosciamo tutti. Lei cosa aveva programmato e cosa si aspettava da questo campionato?

Certamente, mi aspettavo qualcosa di più. Alla fine, questo classifica la viviamo con sofferenza. Ma, onestamente, in questo percorso, più che errori di squadra e di strategie, vi sono state delle ingenuità. Vedi Cagliari, Atalanta, Tutte le altre le abbiamo giocate con la giusta intensità. Siamo stati anche sfortunati: restiamo una delle poche squadre che ha perso undici partite con lo scarto di un solo gol. In qualcuna di queste avremmo potuto conquistare i nove punti che ci distaccano dall’Empoli”

Questo è quello che c’è di diverso rispetto a quanto racconta la classifica. Un fatto oggettivo è che questa squadra ha avuto una intensità di gioco continuo anche col le grandi.

Non abbiamo fatto brutta figura con le grandi: Inter, Fiorentina, Napoli, Milan, Atalanta. Si sta pagando anche lo scotto dell’ingenuità dei ragazzi. Continuo a dire che il mister non si tocca e non ci sono stati salvataggi forzati all’interno della società. Ho sostenuto il tecnico dall’inizio e rimarrà con noi anche per il prossimo campionato, se raggiunge la salvezza. Le colpe non si danno solo all’allenatore. Ci sentiamo tutti coinvolti responsabilmente: società, mister e giocatori”.

Lei conferma quanto è stato detto da Spalletti, Gasperini, Rastelli e da commentatori tv, che hanno temuto il Crotone e speso parole di elogio per la squadra allenata da Davide Nicola: “…un Crotone generoso, tante buone prestazioni, grande volume di gioco, ma soltanto nove punti in classifica”

“Devo dire che Nicola sa fare il suo lavoro. Ha dato sempre segnali positivi e continua a tenere viva la squadra, nonostante le difficoltà. Faccio l’appello ai tifosi di stare vicini alla squadra ed al tecnico perché solo uniti si può sperare ancora. La partita col Sassuolo deve segnare la nostra ripartenza. Guardiamo con ottimismo avanti: mancano 12 partite, la matematica ci impone altri venti punti da realizzare e tutto può succedere. L’entusiasmo deve tornare e bisogna concentrarsi per cominciare a conquistare i tre punti”.

Lei ha sottolineato che questo esordio in Serie A, carico di fattori non favorevoli: inesperienza, scelte rivelatesi fuori dalle aspettative, un calciomercato non condiviso da tutti, giocatori che non hanno accettato di trasferirsi a Crotone, nonostante le vostre pressioni verso calciatori di rilievo.

“A gennaio non si fa mercato, ci sono troppi condizionamenti. Il vero calciomercato si fa a Giugno. Qualcuno dice che non abbiamo voluto spendere. La realtà e che gli interessati non hanno accettato il trasferimento. Questa la vera difficoltà. Abbiamo commesso degli errori, ora bisogna solo cercare di migliorarsi, anche qualche nostra dichiarazione è stata fatta in buona fede. Il Crotone rappresenta la Calabria e spero che la simpatia continui per questa realtà, in una città carica di mille problemi. Vorrei regalare questo secondo sogno a tutti: restare in serie A”

Cosa risponde a quanti parlano di una retrocessione annunciata, di paracadute, che giustificherebbe le scelte fatte.

“I bilanci sono la massima trasparenza del lavoro svolto. Qualcuno si è dimenticato che, quando siamo stati al limite del fallimento con le nostre aziende, compreso il calcio, abbiamo mantenuto in serie B il Crotone, nel silenzio e con dignità. Avremmo potuto tranquillamente abbandonare. Non lo abbiamo mai fatto. Ci siamo goduta questa promozione in serie A ma non significa che la società non avesse problemi anche economici. Non ci siamo mai tirati indietro, nonostante le spese: sono circa 15milioni di stipendi, ne prenderemo 22milioni. Tutti questi sacrifici sono stati a carico mio e di mio fratello, Gianni. Non vi è stato un terzo o un quarto dirigente che ha pensato a partecipare almeno al 33%. Nell’assoluta trasparenza dico che, anche al di là del ‘paracadute’, rispondiamo a stipendi di serie A. Il guaio è quando si retrocede. Speriamo di no e che la squadra tiri fuori gli attributi come ha fatto in parecchie partite ed avere quel pizzico di fortuna, per uscire da questa situazione, che non fa bene a nessuno”.

Nell’avviare questo campionato ha sognato uno stadio pieno. Invece si registra che il territorio non è presente secondo le aspettative, a parte la partita con la Juventus (16mila spettatori), con tutte le difficoltà oggettive presenti.

“Sembra che tutto gravi sulla struttura. Ma non è così. Lo stadio è stato realizzato in tre settimane, in tempo record, cecando di dare lustro alla città di Crotone con una tribuna, che ha registrato la piena approvazione del Comune, della Regione e di tutti gli Enti, compresa la soprintendenza ai beni culturali e ambientale. Il ritardo e tutti gli inconvenienti tecnici sono da attribuire alla Società che ci ha noleggiato la struttura, e con questa siamo in causa. Da un’analisi serena, posso solo chiedere scusa per gli errori, fatti in buona fede. La gente non è venuta anche per la precarietà della classifica. Dopo venticinque anni di attività, ci può anche stare. Questo non toglie il fatto che il 90% delle squadre promosse dalla B alla serie A, per la prima volta, retrocedono. Noi faremo tesoro anche degli errori, per una maturazione che ci porti di nuovo ad altri successi e se non ci salveremo non sarà la fine del mondo, cercheremo sicuramente di risalire. Metteremo la stessa volontà che, in venticinque anni, ci ha portati dalla prima categoria alla massima serie, a confronto, per la prima volta, di squadre come Roma, Udinese, Lazio, Inter, Napoli. Auguro a tutte le Società calabresi di risalire al più presto e disputare un derby in serie A col Crotone.

Il presidente, Raffaele Vrenna, non dimentica il pubblico, le bandiere e la spinta che arriva dagli spalti a tutta la squadra.

“Faccio un plauso ai tifosi. Riconosco la loro generosità. È un pubblico di alta sportività, uno dei migliori a livello nazionale. L’ordine pubblico non ha avuto sofferenze, anche se l’organizzazione è stata perfetta, nella partita con la Juventus e così sarà con le altre squadre ospiti quanto lo stadio sarà strapieno”.

Lei ha parlato di unità. Questa condizione permarrà anche se si dovesse retrocedere in B e quale è il suo futuro da presidente.

“Quale sarà il mio futuro non lo so. Non sono un mago. Ma, o ci sarò o non ci sarò, il Crotone non smetterà di esserci”.