La Sostanza del Sogno | Venturino Lazzaro

Venturino Lazzaro

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Cari amici, buona domenica. Oggi nuvole veloci, e luce altalenante. Sono in piedi da un pezzo e, svegliandomi presto, ho interrotto un sogno di cui ricordo solo l'atmosfera, il procedere adàgio, il profumo. Non ricordo cosa stessi facendo (nè dove), ma ricordo che ero sereno, e dovermi svegliare mi ha disturbato moltissimo. Da piccolo ricordo che andavo a dormire, a volte, con un "progetto onirico". Programmavo (...cercavo di farlo) quello che avrei sognato (spesso, un'altra puntata di un sogno già fatto) e speravo di poter decidere come comportarmi se il sogno, e la situazione sognata, si fosse presentata di nuovo. Nel sogno il tempo è circolare. Prima o poi si ritorna daccapo, a ciclo continuo, si ricomincia di nuovo, e se si era sbagliato, si può rimediare. Di giorno invece (da svegli) il tempo procede in modo lineare, per avanzamento, per accùmulo (quel che è fatto è fatto), indietro non si torna, e serve a poco recriminare. Ricordo, da giovane, dei sogni ricorrenti (chi non ne ha avuti?), e ricordo il propòsito, andando a dormire, di comportarmi in un modo diverso stavolta, di non passare di nuovo da quella strada a strapiombo, di non pestare quei vetri, di non arrabbiarmi. E poi puntualmente, nel sogno, cadevo nel precipizio, mi ferivo coi vetri, mi arrabbiavo di brutto. Un buon tirocinio per quando (invecchiando) ferite, vertigini, nervi si sarebbero trasferiti nella vita di giorno (da svegli), senza poter rimediare. E lasciando alla notte sogni diversi, a volte confusi, a volte più lievi. Oggi, il più delle volte non ricordo che cosa ho sognato, mi resta solo, come stamattina, un sapore, un sentore, un'eco remota. Chissà, forse sognavo di stare in cucina, per preparare qualcosa di buono, come le tagliatelle che sto progettando per oggi. Ho dei porcini secchi bellissimi, profumatissimi (quasi... da sogno). Buon pranzo.