Vito Barresi
Cambio Quotidiano Social
Non vorremmo forzare il testo di questa riflessione sullo stato della politica regionale più di tanto. Magari inserendo di nostra iniziativa qualche opinione di parte avversa, quando invece a parlare è la più semplice realtà, lo stato di fatto in cui si trova concretamente una Calabria in grande sofferenza, dopo quasi tre anni di Presidenza alla Regione di Mario Oliverio. Lungi dal fare considerazioni di carattere personale o intaccare la dignità dell’uomo che riveste tale importante carica, tuttavia la sua giunta regionale è emblematica di un fallimento più complessivo di un ben preciso ceto di governo che ha comandato e dominato sia la sinistra che il centro sinistra calabrese in questi ultimi decenni. Se ne faccia una ragione il ‘buon’ Presidente Oliverio e ne tragga, per il bene della Regione, anche qualche più sensata conclusione. Il livello della sua responsabilità nella stagnazione in cui è caduta l’economia regionale, la confusione e la mancanza di progettualità in cui si dimenano gli enti territoriali e comunali, suggeriscono di tirare qualche linea, dopo avere tanto atteso un segno di rottura con il passato, l’innovazione, la motivazione a sperimentare un diverso cammino gestionale. Che non sono venuti, non si sono visti in nessun ramo delle deleghe e degli impegni. Si prenda ad esempio il caso emblematico del turismo calabrese che, con Oliverio al coordinamento, non solo non è decollato ma addirittura non vola neanche più. Anzi il comparto segnala un arretramento sconvolgente anche rispetto alla precedente giunta Scopelliti, che aveva dato respiro agli aereoporti di Reggio e Crotone, il Tito Minniti e il Pitagora, riuscendo a garantirne le attività, in accordo con Ryan Air e Alitalia. Ora invece tutto è fermo. E’ iniziata la primavera, si è avviata la bassa stagione, occasione per destagionalizzare l’offerta turistica regionale, sta per arrivare il primo grande ponte di Pasqua e le cose stanno purtroppo come stanno. Bisogna allora cominciare a dire che c’è bisogno di un altro governo regionale, di una più radicale e forte alternanza che affronti il declino, la dipendenza e l’arretratezza di questa terra.
La Calabria secondo il Pd e la giunta Oliverio non vive di turismo. Per cui quale urgenza c’è di garantire a due realtà inclusive di importanti distretti turistici locali l’immediata ripresa dei voli su gli hub minori di Reggio e Crotone? Che cosa impedisce che questo avvenga, ancora in tanti non riescono a comprenderlo. Pongo la domanda, che non è mia ma di numerose associazioni di cittadinanza, non certo retoricamente. Né tanto meno per facile, ma inutile polemica politica. Quanto invece perché una Regione come la Calabria ha più che mai bisogno di una visione chiara e nitida del suo futuro economico e sociale.
In questi lunghi anni di storia regionale almeno una cosa è sembrata affermarsi come una certezza: il definitivo abbandono dei propositi di industrializzare angoli e luoghi che hanno una vocazione molto diversa e qualitativamente più elevata.
Occorre ripensare il modello economico regionalista. Evidentemente Oliverio non è più in grado di farlo, in quanto espressione di vecchie logiche, di programmi obsoleti, oggettivamente non più adatti al cambiamento complessivo del sistema europeo e italiano, concretamente insostenibili se non come stralci di una progettualità a sponda.
Sia ben chiaro che il mutamento, il cambio di marcia non verrà dall’alto, non cadrà dal cielo. C’è bisogno di una profonda rigenerazione, di una radicale trasformazione politica e concettuale, di un vera e propria rivoluzione del ceto dirigente, a ogni livello dell’amministrazione regionale.
In tal senso, riprendendo il lemma da Treccani (pàmpino, la foglia della vite; anche, germoglio giovane fogliato della stessa pianta: vite ricca di pampini; Locuzioni: andare in pampini, di vite che si veste di molte foglie senza dare frutto (fig., non com., di persona vana, inconcludente); assai pampini e poca uva, fig., molta apparenza e poca sostanza; dare pampini per uva, fig., illudere con vane promesse.), la giunta Oliverio è un pampino che dopo aver lungamente svolazzato adesso dovrebbe cadere a terra.
Puntare a un nuovo programma di governo, nella logica istituzionale dell’alternanza, dare sostanza a un progetto affidabile e serio per invertire la rotta e ricondurre a dignità la Calabria e le sue istituzioni regionali è una priorità, una scelta di campo e di schieramento.
Non si offenda nessuno. Ma ognuno a ogni livello di responsabilità, per il bene comune e democratico, deve cominciare a dare prospettiva e spessore a una Calabria unita, più avanzata, più connessa con il difficile mondo nazionale e internazionale in cui siamo collocati.
Roberto Lacentra, Bologna Aereoporto Marconi, 2011